DI
PAOLO BARNARD
paolobarnard.info
Gli evasori fiscali italiani non hanno mai, mai e poi mai, sottratto un singolo letto d’ospedale, un singolo posto di lavoro, un singolo stipendio di dipendente pubblico, un singolo metro di asfalto, una singola pensione, un singolo metro cubo di ricostruzione post terremoto, un singolo contributo familiare, una singola scuola o asilo, una singola tutela del patrimonio artistico… dall’Italia della Lira. Mai. Semplicemente perché le tasse con una moneta sovrana NON SERVONO MAI, mai e poi mai sono servite, a finanziare la spesa pubblica. La spesa pubblica di uno Stato a moneta sovrana si finanzia quando quello Stato crea il proprio denaro dal nulla, SE LO INVENTA. Non ha bisogno di tasse per crearlo.
Questa è una verità di macroeconomia degli stati patrimoniali di un governo che fu persino accettata dal Nobel Milton Friedman nel 1948. Friedman era una carogna, ma non era un economista ignorante. Dopo di lui non c’è banchiere centrale o ragioniere di Stato che non sappia che le tasse in regime di moneta sovrana non finanziano neppure un soldo di spesa pubblica, non possono farlo (alcuni pur sapendolo mentono per dovere, come Draghi). Il motivo tecnico è spiegato in calce a questo articolo *. Ora mi interessa dire altro, qualcosa di tragicamente urgente.
Prima cosa: l’evasione fiscale con la Lira (così come col dollaro oggi, con lo Yen o con la Corona ecc., cioè con monete sovrane) delle due arricchiva la nostra economia. Si tratta infatti di liquidità circolante non tassata che per forza trova poi sfogo in un aumento di consumi (di domanda aggregata). E ciò anche nel caso in cui i patrimoni sottratti al fisco finissero in paradisi fiscali. Infatti, nel complesso (in the aggregate) degli scambi economici globali in Occidente, una ricchezza spesa da una parte, prima o poi ricade come beneficio da un’altra (tolta quella porzione che può finire in tasche sbagliate e non beneficia la comunità). Tutto questo porta ad aumento di occupazione inevitabilmente, e infatti la correlazione contraria, quella fra stretta del fisco e conseguente disoccupazione, è oggi sotto agli occhi di tutti, nella tragedia del regime Euro e Monti.
Seconda cosa: l’aver adottato l’Euro, significa che oggi in Eurozona tutto quanto appena detto – dal fatto che lo Stato spende inventando la moneta, che perciò le tasse non finanziano la spesa pubblica, e di conseguenza l’evasione in realtà arricchisce l’economia e fa pochi danni – è TOTALMENTE RIBALTATO. La spiegazione sta nel fatto che l’Euro è una moneta non sovrana che lo Stato italiano non può creare, e prima di spenderla esso la deve prendere in prestito a tassi usurai dai mercati di capitali privati, esattamente come il cittadino che si rivolge alla finanziaria sotto casa per poi pagarsi la macchina. Ciò significa che oggi l’Italia, non potendo più creare la moneta con cui finanziarsi, pagare il debito e spendere, deve quindi trovare i fondi tassando a morte cittadini e aziende. Chi evade le tasse oggi in Italia (non prima con la Lira), in effetti sottrae allo Stato pezzi di spesa pubblica e peggiora il nostro debito che va restituito applicando ancor più tasse. Ma qui si pongono una serie di domande cruciali:
Nel nome di quale follia economica ci siamo ficcati dal 2002 nelle condizioni di dover essere noi cittadini e aziende a finanziare lo Stato e a ripagare il suo debito pubblico? Lo capite che è per questo motivo che viviamo oggi in uno stato DI TERRORE FISCALE dove non solo siamo inseguiti da spietati esattori dell’Agenzia delle Entrate e da usurai Equitalia, ma siamo tutti, famiglie e aziende, assoggettati a una pressione fiscale che assomiglia a una tortura medievale. Cioè quella sevizia che soffocava la vittima progressivamente e lentamente. Perché mai, SOPRATTUTTO, abbiamo tolto allo Stato la discrezionalità che aveva con moneta sovrana di DETASSARE, DE-TAS-SA-RE, a piacimento qualsiasi comparto della società – aziende, redditi, contributi, case, lavoro, zone disastrate, gruppi svantaggiati, o, in emergenze economiche, tutto il Paese – per aiutarlo a crescere? Lo poteva fare (e non m’interessa un accidenti che non l’abbia mai fatto del tutto), LO POTEVA FARE, perché la Bibbia della macroeconomia degli stati patrimoniali di un governo dice indiscutibilmente che con moneta sovrana le tasse non servono a finanziare la spesa della Stato.
Famiglie, ma soprattutto voi imprenditori, leggete e rileggete. Le tasse oggi vi uccidono, uccidono la ricchezza di questo Paese ingegnoso che dall’Italia commovente e umile del Maestro Manzi è riuscito in poco tempo e anche, sì!, evadendo le tasse, a diventare uno dei sette Paesi più ricchi del mondo. L’evasione di allora era una forma ‘informale’ di finanziamento pubblico a tutti noi. E lo ripeto pari pari: nessuna riprovazione per gli evasori, perché “Gli evasori fiscali italiani non hanno mai, mai e poi mai, sottratto un singolo letto d’ospedale, un singolo posto di lavoro, un singolo stipendio di dipendente pubblico, un singolo metro di asfalto, una singola pensione, un singolo metro cubo di ricostruzione post terremoto, un singolo contributo familiare, una singola scuola o asilo, una singola tutela del patrimonio artistico… dall’Italia della Lira. Mai. Semplicemente perché le tasse con una moneta sovrana non servono mai, mai e poi mai sono servite, a finanziare la spesa pubblica.”
E’ l’Euro la devastazione che ha portato le tasse a essere quella cosa oscena che non sono mai state, cioè un mezzo per finanziare la spesa pubblica e per pagare il debito dello Stato impoverendo tutti quelli che le pagano a questi livelli da collasso. Un abominio monetario, perché lo Stato a moneta sovrana, ripeto e ri-ripeto, spende SOLO ED ESCLUSIVAMENTE inventandosi il denaro che dà a cittadini e aziende. Non ha prima bisogno di ritirarlo dai cittadini e dalle aziende per poi darglielo o per onorare i propri impegni. Ma il disegno dell’Eurozona, come ho ampiamente documentato assieme ai miei consulenti accademici, è stato voluto da Francia e Germania proprio per distruggere la concorrenza delle economie come quella italiana, attraverso, fra gli altri metodi, le montagne di tasse indotte dalla perdita di sovranità monetaria come spiegato sopra.
Posso concedere, ma solo per correttezza teorica, che l’evasione fiscale con Lira sovrana poneva in effetti un limite allo Stato, ma nulla a che vedere col debito da ripagare, letti d’ospedale mancanti, case o asili nido carenti ecc.. Solo il fatto che se lo Stato non controlla la quantità di moneta circolante, cioè se non sa quanti fatturati-profitti-redditi ci sono là fuori esattamente, quella quantità ‘evasa’ potrebbe creare inflazione (troppa moneta e pochi prodotti da comprare per vari motivi; oppure tanta moneta consuma tutti i prodotti, stesso risultato). Lo Stato deve sapere quanto denaro circola così da poter eventualmente intervenire con un aumento di tasse per drenare liquidità e controllare così l’inflazione. SOLO PER QUESTO, non per altro. Ma ciò significa che lo Stato a moneta sovrana può comunque detassare cittadini e aziende in caso di difficoltà economiche facendo un baratto fra un moderato aumento d’inflazione (che poi non è assolutamente garantito che ci sia) e però la ripresa dell’economia dall’altra.
Oggi l’Italia ha bisogno come fosse un paziente in arresto cardiaco di iniezioni MASSICCE di DETASSAZIONE, a tutto campo, dal lavoro alle imprese alle case ai redditi (poi uscire dall’Euro). I nostri economisti accademici della Modern Money Theory ce l’hanno detto e ridetto, e ha senso. Non solo: è vitale.
Imprenditori, svegliatevi! Vi tassano alla disperazione a causa dell’Euro, e di proposito.
* Le Tasse. (da Lettera a un Imprenditore)
E qui aggiungo un altro esempio di come hanno sospinto voi e i vostri lavoratori in un tunnel del tutto fuorviante. Mi dica: cosa vi è di più opprimente per lei imprenditore della tassazione? E’ un coro unanime in Italia, dal gestore di bar all’industriale: la pressione fiscale si mangia tutto, è insostenibile, e costringe persino a una quota di ‘nero’, senza cui semplicemente tanti chiuderebbero. Amico caro, lei lo sa a cosa servono realmente le tasse? No, non servono, e ripeto, NON servono a finanziare la spesa dello Stato. Questo, di nuovo, da un punto di vista di esatta contabilità di Stato è falso. Ed è invece vero che un calo drastico del prelievo fiscale in regime di moneta sovrana è del tutto possibile, anzi, augurabile. Che le tasse siano un finanziamento di spesa governativa è un’altra delle invenzioni del sistema economico Neoclassico, e che si è piantata nelle convinzioni sostanzialmente di tutti. La scuola economica Circuitista e quella della Modern Money Theory (MMT), in particolare gli economisti Warren Mosler, Pavlina Tcherneva e L. Randall Wray, hanno dimostrato esattamente quanto segue.
E’ impossibile che le tasse possano pagare alcunché nei bilanci di uno Stato. Nel caso in cui lo Stato sia l’emittente di una propria moneta, esso NON può tassare PRIMA di aver immesso nel Paese quella moneta, cioè prima di aver speso, è impossibile. Quindi è impossibile che le tasse possano finanziare la spesa dello Stato, semplice. Lo Stato può tassare solo DOPO aver speso la sua moneta, che crea dal nulla. (Ma anche in un disastroso regime di moneta non sovrana, come l’Euro – che invece lo Stato deve ricevere prima di spendere – si tratta di denaro che il governo ha immesso nella collettività e che di norma si riprende indietro in percentuale minore. Non può in alcun modo rispenderli poi, la matematica non glielo permette. Come dire: se un negoziante investe 100 e incassa 70, come fa ad avere alcunché da spendere?) Ciò che in realtà accade è questo: lo Stato a moneta sovrana inventa denaro spendendo – significa accreditando conti correnti nel contenitore NON-GOV. – che poi drena dagli stessi conti tassando, distruggendo quel denaro. Sì, distruggendolo, perché si tratta solo unità di conto elettroniche che, all’atto del pagamento delle tasse, scompaiono dai conti sui computers della Banca Centrale. Non arrivano da nessuna parte, in realtà. Immagini la spesa dello Stato come un contatore elettronico: quando lo Stato spende, i numerini corrono aumentando, es. da 234.000 a 234.400 (i c/c dei cittadini aumentano); quando lo Stato ci tassa gli stessi numerini scendono ad es. da 234.400 a 234.100 (i c/c dei cittadini calano). Semplicemente 300 cifre elettroniche sono sparite nel nulla, non possono essere spese. Ecco cosa sono le tasse veramente, denaro che sparisce, null’altro, e certamente non un mezzo per racimolare soldi per la spesa dello Stato.
Ma allora, perché diavolo uno Stato tassa? Lo fa per: 1) tenere a freno il potere economico delle oligarchie private, che altrimenti diverrebbero immensamente ricche e potrebbero spodestare lo Stato stesso. 2) limitare l’inflazione drenando denaro in eccesso dalla circolazione (regolare la aggregate demand). 3) scoraggiare o incoraggiare taluni comportamenti – si tassa l’alcool, il fumo, o l’inquinamento, e si detassano le beneficienze o le ristrutturazioni, ecc. 4) imporre ai cittadini l’uso della sua moneta sovrana. Se non fosse per l’obbligo di tutti di pagare le tasse nella valuta dello Stato, non ci sarebbe garanzia di accettazione da parte del settore non governativo di quella valuta.
Paolo Barnard
Fonte: www.paolobarnard.info
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