La popolazione greca urla sicura:”Non vogliamo aiuti dalla Troika”. A confermarlo è anche Monia Benini, autrice del libro “La guerra D’Europa” e conoscitrice della realtà ellenica. Intervistata nel pomeriggio da Sky tg24, Benini conferma ciò che diversi organi di stampa greci avevano già ribadito: il popolo ellenico non vuole alcun “aiuto” dalla Troika (BCE, FMI e Commissione europea). Nessun prestito che inesorabilmente si tramuterebbe in un debito futuro, l’ennesimo, che le presenti e future generazioni dovranno ripagare.
Il tutto senza contare che, realtà come Deutsche Bank, hanno praticamente scommesso sul fallimento della Grecia ed hanno quindi tutto l’interesse ad affossare l’economia dello Stato ellenico subito dopo essersi assicurate l’ennesima operazione di indebitamento.
In altri termini: i greci devono fallire ma, prima, devono accettare i prestiti europei per poter essere legati a doppio filo alla finanza speculativa.
AD ATENE I BAMBINI SVENGONO NELLE SCUOLE
La situazione nella sola Atene, dove abitano 5 milioni di persone, è drammatica: lo scorso inverno, come ricorda Benini, erano ben 20.000 i cittadini che dormivano per strada. Gli studenti svengono nelle scuole per troppa fame, gli ospedali chiudono e, gli ammalati, sono sempre più spesso costretti a comprare di tasca propria le medicine necessarie per curarsi. Molti genitori, inoltre, non mandano può a scuola i propri figli perché non hanno soldi per libri e mezzi di trasporto. Come ciliegina sulla torta, il dato sulla disoccupazione: più di un giovane (tra i 15 ed i 24 anni) è senza lavoro. Gli anziani senza pensione, i ragazzi senza futuro. E’ questa la Grecia di oggi e nulla di ciò che leggete è frutto di enfasi.
L’ITALIA SULLA STESSA STRADA MA CI VORRÀ PIÙ TEMPO
Certo se si guardano i dati demografici e soprattutto economici, si intuisce che per trascinare l’Italia nello stesso baratro greco ci vorranno più tempo e più fatica da parte dei "mercati". Di sicuro, però, il governicchio tecnico e sulla buona strada: già 9 milioni di persone hanno rinunciato alle cure sanitarie, i rimborsi per i libri scolastici stanno diventando tabù, la disoccupazione giovanile è al 50%, il divario tra Nord e Sud del paese cresce insieme alle tasse. Le università si svuotano perché non offrono più sbocchi professionali e ai 100 miliardi di risparmio previsti con i tagli e la svendita dei patrimoni pubblici, si allegano quei ridicoli 200.000 milioni di euro previsti per le manovre di “sviluppo”.
Ora, visto che l’economia italiana è di gran lunga più vasta e forte di quella greca, non ci si aspetta il crollo totale del Bel Paese nel giro di poco. Di sicuro, però, continuando con austerity, incremento delle tasse e taglio a tutto ciò che non serve per ripagare il maledetto debito, non ci vorrà poi tanto per ridurre gli italiani sul lastrico.
CI HANNO CONVINTI CHE È GIUSTO COSÌ, CHE MERITIAMO L’AUSTERITY
L’aspetto probabilmente più agghiacciante di tutta la terribile faccenda è che, alla fine, moltissime persone, convinte di essere “sveglie”, equilibrate nei giudizi e bene informate, si sono fatte convincere dalla propaganda della Troika: Greci, Italiani, Spagnoli e qualunque popolo colpito dalla speculazione finanziaria, meritano di subire ogni forma di purga economica e sociale. “Avete scialato negli scorsi anni? Avete osato godere di diritti per giovani, lavoratori e pensionati? Bene:ora pagate con gli interessi”. Si traduce così il messaggio arrogante ed odioso inviato giornalmente da un gruppo di ingordi obesi che hanno guadagnato più di quanto potranno spendere in 1000 vite grazie all’anoressia altrui.
Intanto si continuano ad iniettare capitali ingenti nelle banche che poi li utilizzano non per investimenti nell’economia reale ma per ulteriori giochi speculativi. Ci hanno convinti che è giusto così, che tutto sommato non possiamo più permetterci di sostenere disabili, studenti, ammalati e persone che vorrebbero avere una vita normale facendo onestamente il proprio lavoro. Ci hanno quasi abituato a questo regime nazi-finanziario che non ha più spazio, tempo e pietà per chi non produce denaro.
Ci hanno convinti che non c’è più spazio per il welfare perché ora la priorità è il pagamento del debito. E noi, da bravi gonzi, ce la siamo anche bevuta ed abbiamo rampognato chi osava, anche solo osava, porre delle domande e dei dubbi sulla legittimità non di tutto ma di almeno parte di tale infinito debito. La barzelletta che non fa ridere in effetti è proprio questa: un popolino confuso e sciatto che si è auto-convinto di essere colpevole e di dover stringere la cinghia perché, improvvisamente, “non ci sono più soldi”.
Ma voi avete idea della mole scandalosa di soldi che vengono gestiti da chi governa il mondo? Lo sapete che ci sarebbe denaro a sufficienza per dare a tutti una vita meno grama? Ah già: questo è mero complottismo populista. Meglio fidarsi degli squali della finanza. Loro hanno “studiato” e quindi sanno come funziona il meccanismo. Povera Italia; povero mondo.
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