Superare gli automi metallici per materiali più "umani", è questa la sfida. Queste capsule, simili a lombrichi sono già state testate in Germania su oltre 50 pazienti in gastroscopia. In futuro si potranno inserire attraverso il foro praticato nel cranio, poi il medico con un joystick li guiderà all’asportazione di tumori, senza provocare danni
Mini-robot simili a lombrichi, capaci di entrare nel cervello senza creare traumi,rimuovendo per esempio tumori fino ad oggi preclusi ai bisturi. Micro-chip inseriti nella calotta cranica, provvisti di elettrodi che riescono a raccogliere i segnali cerebrali del soggetto e inviarli all’esterno. Oggi questi micro-chip sono già sperimentati per permettere a persone completamente immobili di scrivere senza mani al computer. Sono questi alcuni dei filoni di ricerca e sviluppo su cui si sono confrontati ieri gli oltre 500 scienziati riuniti per la prima giornata di BioRob 2012, il Congresso Mondiale che raduna ogni due anni i massimi esperti di bioingegneria al mondo e si celebra fino a domani nella capitale sotto l’egida dell’Università Campus Bio-Medico di Roma.
Tra gli interventi attesi oggi, un gruppo di ricercatori americani del Massachusetts Institute of Technology (MIT) presenterà le soluzioni alle quali stanno lavorando per la creazione di “soft robot”. L’obiettivo è di superare la realtà di automi super-intelligenti ma pur sempre metallici e rigidi che si spostano nello spazio con movimenti inesorabili, per arrivare a creare robot con materiali morbidi e movimenti più “umani”, maggiormente capaci d’interagire con chi gli sta accanto e adeguarsi alle sue intenzioni. Un lavoro su materiali e sistemi di movimento, che un domani potrebbe per esempio portare alla creazione del “fisioterapista robot” in sostituzione delle più fredde piattaforme di riabilitazione, che pure oggi rappresentano soluzioni d’avanguardia nel recupero di pazienti colpiti da ictus. E ancora oggi si parlerà di capsule in grado di navigare all’interno dello stomaco di un paziente fornendo i medesimi risultati di una gastroscopia, ma risparmiandogli la sedazione e il passaggio dell’endoscopio attraverso esofago e tubo digerente.
Queste capsule, guidate con campi magnetici controllati dal medico attraverso un semplice joystick, sono già state testate in Germania su oltre 50 pazienti e promettono un’interessante alternativa alla tradizionale gastroscopia. Ma nella prima giornata di BioRob 2012, a farla da protagonista è stato ieri il “robot-lombrico”. Grande come una moneta da un quarto di dollaro, di forma vermiforme e dotato di grande flessibilità, Minir – questo il suo nome – consente di rimuovere i tumori nelle zone più profonde o comunque più delicate del cervello, riducendo ai minimi termini i rischi di lesione della parte sana della massa celebrale, e quindi il pericolo di danni motori, cognitivi e di linguaggio. A presentare i risultati di tre anni di sperimentazione del mini-robot è stato ieri Jean-Marc Simard, Neurochirurgo e Professore all’Università del Maryland. “Grazie a un minuscolo foro praticato sul cranio – spiega Simard – Minir può intervenire sulle profondi neoplasie del cervello senza danneggiare la parte sana. La sua elevata snodabilità e i supporti tubolari di cui è dotato gli agevolano notevolmente il movimento all’interno dell’organo”.
Dopo l’inserimento del robot-lombrico attraverso il foro praticato nel cranio, il soggetto malato viene introdotto all’interno di una risonanza magnetica, che in tempo reale fornisce al chirurgo la mappa completa del cervello e la posizione esatta del tumore. “A questo punto – spiega sempre il Professor Simard – il chirurgo monitorando il video manovra il mini-robot attraverso un joystick e procede all’asportazione del tumore”. Sembra di parlare di play-station ed è invece la realtà di una macchina ad alta precisione.
“Minir: nella fase di sperimentazione è arrivato a rimuovere il 95% di masse tumorali profonde e il restante 5% – mette in chiaro il Professore – è quel sottilissimo strato tumorale che in neurochirurgia è considerato inamovibile, pena il danneggiamento della parte sana della materia cerebrale”. Per la sperimentazione sull’uomo dovremo aspettare dai tre ai cinque anni, ma Simard assicura che il mini-lombrico robotizzato si è dimostrato molto efficace nell’asportazione del glioblastoma, una neoplasia che nella metà dei casi porta al decesso entro sei mesi. Minir potrà essere applicato anche per la rimozione di tumori alla corteccia eloquente, che comanda appunto il nostro linguaggio, e sulla quale le normali tecniche chirurgiche comportano gravi rischi di lesione.
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