FONTE: RAINEWS24.RAI.IT

 

 

 

 

 

 

 

 

Ecco i punti salienti di una missiva ricevuta da Samaras e inviata da BCE, Fmi e Commissione Europea con dei "suggerimenti" per far uscire il Paese dalla crisi. Comune denominatore: spezzate la schiena ai cittadini.
A) Incremento della flessibilità degli orari di lavoro: in tutti i settori si dovrebbe passare da cinque a sei giorni lavorativi per settimana.
B) Ridurre il riposo minimo giornaliero a un massimo di 11 ore: le ore occupabili dal lavoro diverrebbero, così, 13.C Eliminare qualsiasi restrizione di orario massimo tra mattina e pomeriggio.
A seguito, "Crisi Grecia: e ora l’ignobile Europa pretende che lavorino 6 giorni su 7"(Debora Billi, Crisis);
D) Ridurre a una sola tipologia (e cifra) il salario minimo: non si dice quale sarebbe l’ammontare "ideale", ma si sottolinea che in un Paese come la Grecia, nel quale la disoccupazione è così alta, bisogna disincentivarla, rendendola meno "conveniente".
da RaiNews
5.09.2012
www.ilribelle.com


Crisi Grecia: e ora l’ignobile Europa pretende che lavorino 6 giorni su 7

Non hanno fine le torture che vengono inflitte alla popolazione greca. Sono continuamente al lavoro le migliori menti criminali d’Europa per escogitare il prossimo tormento a cui sottoporre quell’infelice Paese. L’ultima ce la racconta il Guardian (foto:infophoto):

L’Eurozona chiede la settimana di sei giorni per i greci. I creditori vogliono che il governo ateniese introduca la settimana lavorativa di sei giorni come condizione per il secondo bailout. La richiesta è contenuta in una lettera della troika dei prestatori, ossia la Commissione Europea, La BCE e il Fondo Monetario. Nella lettera, si chiede l’adesione al pacchetto di austerity imposto, e si insiste sulla necessità di riforme radicali del lavoro, dai salari minimi agli straordinari all’orario flessibile.

Non è chiaro perché mai si pretenda che lavorino così tanto, se una buona parte dei greci è disoccupata, gli altri hanno perso gran parte del salario, e oltretutto nel Paese non c’è più praticamente un accidente da produrre. E’ solo tortura.

E il sospetto, accusatemi di complottismo, un pochino viene: che la Grecia sia il Guinea pig del massacro europeo e che, piccola e poco potente, sia stata scelta per sperimentare gli effetti concreti delle politiche di distruzione degli Stati. Ci si spinge ogni giorno un pochino più avanti, si tira ogni giorno un pochino la corda, per poi studiare col microscopio le conseguenze sulle formichine impazzite e disperate.

Beh, sapete che c’è? Io non voglio più far parte di questo disgustoso consesso di nazisti. Mi fa schifo l’idea di "stare in Europa", non è il mio Paese. Non mi interessa continuare nella finzione di far parte del tavolo dei ricchi, se il prezzo da pagare è la lordura della nostra coscienza.

Cos’è l’Europa, un posto dove si tortura il membro più debole per punirlo della sua debolezza? Sono questi i "valori europei" che devo insegnare a mio figlio? Siete sicuri che volete credere ancora in questa ignobile sozzura?

Io no. Io non voglio "stare in Europa" a queste condizioni. Alle prossime elezioni, qualsiasi partito ritenga l’Europa un "valore" non avrà il mio voto.

Debora Billi
Fonte: http://crisis.blogosfere.it
Link: http://crisis.blogosfere.it/2012/09/crisi-grecia-e-ora-lignobile-europa-pretende-che-lavorino-6-giorni-su-7.html