di
Massimo Mazzucco
Nei giorni scorsi è stata riesumata la salma di Yasser Arafat, per permettere ad un gruppo di esperti internazionali (francesi, svizzeri e russi) il prelievo di alcuni campioni biologici sui quali svolgere una serie di esami molto particolari.
Si sospetta infatti che Arafat non sia morto per cause naturali, ma sia stato in qualche modo "avvelenato" – dagli israeliani, si presume – per liberarsi una volta per tutte di questo ingombrante personaggio politico.
Ufficialmente, Arafat è morto per le conseguenze di una "coagulazione intravascolare disseminata", o DIC, una grave patologia del sangue che risulta quasi sempre letale.
Arafat aveva iniziato a sentirsi male dopo aver consumato la sua cena, la sera del 12 ottobre 2004, all’interno della sua residenza di Ramallah, dove gli israeliani lo avevano tenuto prigioniero per oltre tre anni.
Nelle settimane seguenti Arafat continuava a vomitare, aveva forti dolori addominali e diarrea, senza però avere febbre. Ma i dottori palestinesi, egiziani e giordani che lo visitarono non riuscirono a scoprire la causa del suo male. […]
Alla fine di ottobre Arafat fu trasportato d’urgenza a Parigi, dove gli venne diagnosticata la DIC. Ma i medici francesi non furono in grado né di mettere sotto controllo né di risalire alla causa di questa grave infezione sanguigna. L’8 di novembre Arafat subì un forte choc emorragico, entrò in coma, e morì l’11 di novembre.
I sospetti sull’avvelenamento da Polonio hanno iniziato a circolare da quando Al Jazeera ha messo in onda un documentario dal quale risultava che gli scienziati dell’Istituto di Fisica delle Radiazioni dell’Università di Losanna avessero trovato tracce "significative" di materiali tossici e altamente radioattivi sugli effetti personali di Arafat, che gli erano stati consegnati dalla moglie dopo la sua morte.
A questo punto è stata la moglie stessa ad iniziare le procedure per la riesumazione del corpo, ed il prelievo dei reperti biologici sui quali effettuare gli esami del caso.
I risultati non saranno noti prima di quattro mesi, perché il Polonio radioattivo ha un tempo di dimezzamento di circa tre mesi, per cui sarà necessario attendere tutto questo periodo per verificare la sua eventuale presenza nei reperti esaminati.
Ma gli israeliani hanno già messo le mani avanti, ed hanno fatto sapere che queste sono solo banali "teorie complottiste", e che loro ovviamente "non hanno nulla a che fare con la morte del leader palestinese."
Conosciamo tutti la malattia chiamata "coda di paglia", che affligge gli umani un pò dappertutto nel mondo. Dalle parti di Israele però notiamo come questa malattia tenda spesso a manifestarsi con violenza inusitata molto, ma molto prima del necessario.
In fondo, erano appena le quattro del pomeriggio a New York, l’11 settembre 2001, quando da Israele Benjamin Netanyahu annunciava alle televisioni di tutto il mondo: "Ora lo vedete anche voi che tipo di pericolo rappresentino per il mondo questi palestinesi."
Beati loro, che sanno sempre tutto con grande anticipo.
Fonte BBC