DI
SETH RUTLEDGE
alchemicalnursery.org
Il Movimento Democratico contro il nemico invasore
È da un po’ di tempo che Bashar al-Assad viene demonizzato dai media tradizionali e da quelli cosiddetti “alternativi” che lo descrivono come un feroce dittatore. In realtà Bashar è un riformatore che ha fatto molto per promuovere le cause della democrazia e della libertà. È invece l’opposizione con i suoi fiancheggiatori stranieri a rappresentare gli elementi più repressivi dell’ex partito al potere in Siria. Per capirlo pienamente è utile esaminare il contesto storico dell’attuale crisi.
La cosiddetta “rivolta popolare spontanea” iniziò a Daraa il 15 marzo 2011. Il tribunale, le stazioni di polizia, la residenza del governatore e altri edifici pubblici furono saccheggiati e incendiati dai “manifestanti pacifici” nella prima settimana della crisi. Ad Homs poi, la gente iniziò a protestare in solidarietà con Daraa, cosa insolita, trattandosi di gente pacifica, perciò molti siriani si resero subito conto del fatto che si trattava di una falsa rivoluzione.
Circa 110 agenti di polizia disarmati furono uccisi a Daraa e Homs, scatenando la rabbia contro i cosiddetti “rivoluzionari”. Ci fu poi un episodio orrendo a Baniyas, dove un camionista alawita è stato aggredito dalla folla armata, scorticato vivo e portato in giro per la città. Ciò disgustò talmente i siriani che da allora in nessuna delle maggiori città ci furono ribellioni contro il governo.
I cosiddetti “rivoluzionari”, appoggiati dai governi stranieri, usano attaccare un quartiere, o una stazione di polizia, o una base militare di una città, dai vari confini: Libano, Giordania, Turchia e Iraq, dopodiché si sostiene che la città è in rivolta.
Ma la maggioranza dei siriani, ravvisando le stesse menzogne propagandate in tutti i media arabi e occidentali, e vedendo i funzionari corrotti che dall’esilio adottavano la “rivoluzione”, hanno preso posizione contraria. Ecco perché ogni volta che i “ribelli” infestano una città, immediatamente si sente parlare di una strage fatta per punire la popolazione che non li sostiene. Naturalmente poi i media sostengono che siano state le forze di Assad a punire la città per essersi opposta a lui!
Assad approfittò della rivoluzione per introdurre alcune riforme, mettendo da parte quelle vecchie guardie che vi si opponevano. Molti della vecchia guardia si aggregarono poi all’opposizione dall’estero.
L’opposizione chiese la soppressione dell’articolo 8 della Costituzione siriana che dichiarava che fosse il partito Baath a governare. Invece di limitarsi ad eliminare l’articolo, Bashar Assad fece riscrivere la costituzione da uno speciale comitato di esperti provenienti da ogni parte della Siria e con il contributo di tutti i siriani. Venne indetto un referendum e la nuova costituzione fu approvata con il 90% dei voti e l’affluenza alle urne del 60% degli abitanti. Assad emanò poi una legge sui media che avrebbe permesso una maggiore libertà di espressione e favorito la creazione di nuovi media indipendenti. Facilitò inoltre i requisiti per la formazione di partiti politici, escludendo i partiti a base settaria. Adesso la Siria ha almeno nove nuovi partiti politici.
Nel dicembre 2011 si svolsero le elezioni comunali. Molti di quelli che furono eletti ai seggi sono ora stati assassinati o minacciati in tutto il paese dagli stessi rivoluzionari che dichiaravano di volere la democrazia. Le elezioni parlamentari si sono poi tenute nel maggio del 2012, senza alcuna restrizione di idoneità per i candidati. Tra i nuovi membri del parlamento, diversi sono stati assassinati dall’ELS (Esercito siriano libero), compresa la moglie e le tre figlie del parlamentare Abdullah Mishleb nel famigerato massacro di Houla.
Il contesto storico: la Siria negli anni 1980s
Gli avvenimenti attuali possono essere capiti meglio nel contesto della storia siriana. Bashar al-Assad è figlio dell’ex-presidente Hafez al-Assad. Hafez veniva descritto dai tradizionali media occidentali come tiranno e oppressore, pur non essendo peggio di qualsiasi altro leader del suo tempo, come la Thatcher, Reagan o di qualsiasi altro leader regionale, tra cui quello del regime militare turco.
L’attuale opposizione anti-Assad fa spesso riferimento al cosiddetto “massacro” di Hama del 1982, sostenendo che Hafez abbia assediato la città per poi bombardarla con la conseguente uccisione di 40.000 civili. A quei tempi vivevo a Damasco e per sapere cosa sia realmente accaduto bisogna capire quali fossero le condizioni del paese in quel momento.
1) I Fratelli Musulmani erano impegnati in una guerra terroristica, proprio come quella che l’Esercito siriano libero (ELS) sta facendo adesso. I membri dei Fratelli Musulmani erano chiamati “Vanguard”, o “Avanguardisti” (in arabo “Al Taleea Al Muqatleh”). Molti degli attuali capi dell’ELS sono gli stessi uomini che hanno condotto la lotta Vanguard negli anni ’80, ed erano feroci come lo sono ora i loro figli. Uno dei bombardamenti effettuati dagli Avanguardisti fu quello di Azbakiyeh a Damasco, in cui perirono 175 civili e che causò centinaia di feriti. Ci furono poi molti altri attacchi terroristici.
2) La tragedia di Hama è stata pilotata dal fratello minore di Hafez al-Assad (e zio di Bashar al-Assad), Rifaat Assad. Rifaat era a capo della Saraya Difaa (diventata poi la Guardia Repubblicana). Il ministro siriano della difesa era allora Mustafa Tlass, e quello degli esteri era Abdul Halim Khaddam. Tutti e tre: Rifaat al-Assad, Mustafa Tlass e Abdul Khaddam stanno adesso finanziando l’opposizione politica contro Bashar dall’estero. Nell’attuale conflitto il figlio di Mustafa, Manaf Tlass, è stato mandato a negoziare un accordo con i suoi cugini che si stavano ribellando a Rastan. Ma invece di negoziare diede loro armi in dotazione alle guardie repubblicane e fece trapelare segreti che causarono la morte di molti soldati della Guardia Repubblicana per mano dell’ELS. Trent’anni dopo gli scontri di Hama un resoconto dell’intelligence degli Stati Uniti è stato declassificato, svelando che il bilancio delle vittime non raggiunse neanche le 2.000 unità, e che quel numero comprendeva 400 Fratelli Musulmani Avanguardisti, molti soldati e ufficiali dell’esercito siriano, funzionari statali del partito Baath, e un certo numero di civili.
3) Allo stesso tempo, l’esercito siriano stava combattendo quello israeliano, statunitense e francese in Libano.
4) La Siria era sottoposta a sanzioni più dure di quelle attuali. A partire dal 1956, 15 anni prima che Hafez Assad prendesse il potere, le sanzioni occidentali alla Siria si sono inasprite sempre più.
La Primavera di Damasco di Bashar al-Assad: la Siria negli anni 2000
Il vecchio Hafez Assad praticava una politica più complessa a riguardo di nemici e agenti stranieri nel suo governo, rispetto a quella di Bashar. Hafez teneva i suoi nemici ai loro posti, ma sotto attento controllo. Quando nel 2000 Bashar fu scelto dal Parlamento siriano a succedere al padre, rimosse dai loro incarichi tutti i nemici e gli agenti stranieri che Hafez aveva tollerato. La prima riforma che fece fu quella di alleggerire alcune restrizioni politiche, permettendo ai politici di muoversi più liberamente. Nel giugno 2000 inizò la primavera di Damasco, che durò fino all’autunno 2001, periodo in cui la maggior parte dei finanziamenti esteri all’opposizione sovversiva e le sue relazioni con il Dipartimento di Stato e corporazioni statunitensi furono smascherate. I funzionari corrotti e le loro famiglie furono espulsi dalla Siria e si stabilirono in paesi stranieri, dove usarono le enormi ricchezze accumulate per montare l’opposizione politica a Bashar.
Nel 2003 gli Stati Uniti stavano occupando l’Iraq. Il Segretario di Stato americano Colin Powell fece visita a Bashar e gli consegnò una lista di richieste, tra cui: 1. Tagliare tutti i legami con le cinque principali fazioni palestinesi in Siria, 2. Troncare i rapporti della Siria con l’Iran in cambio di una promessa di migliori relazioni con alcuni altri paesi arabi. 3. Firmare un trattato di pace con Israele, simile a quello che la Siria aveva già rifiutato. 4. Rimuovere dalle scuole ogni libro ostile ad Israele. 5. Consentire alle banche e alle società occidentali un illimitato accesso ai mercati siriani e alle risorse insieme ad altre riforme neo-liberali.
Bashar rifiutò tali richieste nonostante le quasi 200.000 unità delle truppe di coalizione appena oltre il confine siriano in Iraq. Cercò invece di ostacolare l’occupazione dell’Iraq e pretese che le forze di occupazione si ritirassero. Per via della vicinanza di Damasco al confine occidentale con il Libano, la Siria aveva la necessità strategica di mantenere in sicurezza la frontiera. Ciò nonostante, nel 2000 Bashar iniziò il ritiro delle truppe siriane dal Libano, dove avevano combattuto le forze israeliane. Le truppe furono ridotte da 35.000 unità nel 2000 a 14.000 unità nei primi mesi del 2004.
Nel 2005 il primo ministro libanese Rafic Hariri venne assassinato con l’aiuto dei membri del partito libanese Future Movement, e probabilmente con quello degli Stati Uniti e Francia. Nonostante avesse subito un duro colpo politico all’interno del Libano, Assad fu addirittura accusato dell’assassinio mediante la manipolazione dei media e attivisti preparati. Decine di migliaia di libanesi scesero in piazza per condannare l’uccisione di Hariri, compresi i siriani più strettamente alleati di Hezbollah e Amal. I media affermarono che la folla era contro la presenza militare siriana in Libano. Stati Uniti e Francia cercarono di fare pressione su Assad perché potenziasse l’esercito siriano in Libano per stabilizzare il paese, ma invece Bashar ritirò tutte le sue truppe.
Questo è il contesto in cui il presidente Assad ha tentato di introdurre le riforme in Siria, e dove si trova a combattere potenze straniere esterne e i loro agenti dall’interno. La crisi attuale non è una guerra civile o di ribellione, ma un’aggressione straniera contro una nazione sovrana.
Seth Rutledge è nato e vissuto a Damasco, in Siria. Si è trasferito in Germania dieci anni fa e gestisce una società di viaggi organizzati in Siria. Prima del conflitto si è recato spesso in Siria, dove rimaneva per giorni e mesi. Ha esplicitamente difeso il governo siriano e per questo è stato preso di mira da parte del cosiddetto “Esercito siriano libero”, che gli ha distrutto la proprietà e minacciato di morte, per cui ora scrive sotto il nome di Arabi Souri. Questo articolo è stato curato da Seth Rutledge.
Fonte: www.alchemicalnursery.org
Link: http://www.alchemicalnursery.org/blogs/a-syrians-perspective-bashar-al-assads-democratic-movement.html
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da GIANNI ELLENA –