DI
HANNES HANSO
asiatimes.com
Il problema della Corea del nord e la dinastia Kim consiste nel fatto che entrambi continueranno a esistere finché poteri locali o globali importanti, tra cui Cina, Stati Uniti, Russia e Giappone, li sfrutteranno in termini geopolitici. La Corea del Nord è in una maniera rozza un male necessario che tiene in equilibrio poteri regionali ed aiuta a preservare uno status quo funzionale.
Quando questo fragile equilibrio si sarà sgretolato, sarà necessario inventarsi una struttura di sicurezza totalmente nuova. Nessuno sembra disposto a fare il primo passo verso l’ignoto.
I leader nordcoreani sembrano ben coscienti della situazione e stanno cercando di sfruttarla a proprio vantaggio; in altri termini, tentano di assicurare la sopravvivenza del regime ed il riconoscimento internazionale come potenza nucleare.
Un conflitto vecchio di 60 anni come quello coreano sta assurgendo a livelli inediti in un tempo in cui altre crisi di ampia portata sono sulla via del tramonto. La guerra in Iraq è finita, La tirannia malvagia di Saddam è sul punto di diventare un lontano ricordo. Si fanno i bagagli anche in Afghanistan con gran parte delle truppe alleate in via di ritiro nel 2014. Osama Bin Laden è morto. La linea ufficiale vuole che le truppe afgane siano reputate capaci di assumersi compiti di sicurezza nazionale e che con alcuni Talebani si può persino instaurare un dialogo.
L’ escalation di tensione che circonda la penisola coreana e l’insorgere di un nuovo pariah internazionale nelle forme di Kim Jong-eun è in via di definizione. Il suo paese, la Corea del Nord, è stato etichettato come parte dell’Asse del Male, un faro di tirannia nel mondo, il più grande campo di prigionia nel mondo eccetera. Chi può competere con Kim? Gheddafi dalla Libia è fuori, Chavez dal Venezuela è morto, l’Iran di Ahmadinejad sarà messo fuori gioco dopo le elezioni di giugno, la Cuba dei Castro e lo Zimbabwe di Mugabe sono troppo vecchi mentre Thein Sein (Birmania) ora indossa un vestito elegante piuttosto che una divisa militare. Semplicemente non c’è nessuno del livello di Kim.
Ci si può chiedere come uno stato come la Corea del Nord possa continuare a esistere. È riuscita a isolarsi dalla comunità internazionale con sorprendente forza. Le alleanze dei tempi della Guerra Fredda con l’ex Blocco comunista sono ora storia del passato. A parte la Siria, l’Iran e forse qualche piccolo stato africano, nessun paese vuole essere dichiarato suo amico.
La posizione della Cina si sta facendo progressivamente ambigua – certamente non può più essere definita un alleato. C’è un insolito consenso in seno al Consiglio di Sicurezza ONU intorno ai programmi portati avanti dalla Corea del Nord in fatto di nucleare e missili balistici. Nessuno che si azzardi a difendere le azioni della Corea del Nord, persino i precedenti compagni in Cina condannano il suo atteggiamento.
Il mondo è al corrente delle decine di anni di carestie, campi di prigionia imponenti (ora si riescono perfino a scorgere su Google Earth), lo stato terrificante delle infrastrutture, la mancanza di tecnologie moderne, i rifugiati che tentano di fuggire dal paese e così via. La dimensione dell’economia nordcoreana (24 milioni di persone) per PIL sulla base del potere d’acquisto a parità di grandezza è grosso modo equivalente a quella del paese baltico della Lettonia ( 2,2 milioni di persone). Il Pil della Corea del Sud supera di 40 volte quello della Corea del Nord.
I Sud Coreani sono in media più alti dei loro fratelli del Nord di circa 4.8cm – 5cm. I Settentrionali semplicemente non mangiano abbastanza. Un paese che ha portato brillantemente a termine un esperimento con un missile balistico lo scorso dicembre e ha condotto un terzo esperimento nucleare in febbraio ha recentemente ridotto l’altezza minima per le nuove reclute a 142 centimetri dai precedenti 145.
Ci sono circa un milione di uomini nell’esercito, ciò che rende l’esercito nord coreano il quarto più numeroso del mondo. Il processo di militarizzazione assorbe tutte le risorse dale alter sfere dello stato e della società; le inefficienze economiche nonché gli sprechi dono inevitabili quando la classe dirigente a livello economico non incentiva alcuna iniziativa.
E’ scontato che la Corea del Nord avrebbe dovuto soccombere come stato già da un pezzo, non fosse per la continuazione di grandi lotte di influenza sullo stile della Guerra Fredda. Durante la Guerra Fredda, le grandi potenze trovavano alleati tra gli stati poveri e deboli del Medio Oriente, Africa, Asia ed America latina. Quei paesi hanno combattuto in conflitti interminabili, guerre civile e guerre vere e proprie, sempre per conto dei loro potenti alleati.
Sovietici e Stati Uniti non sono mai arrivati ad uno scontro armato diretto lungo quarant’anni di rivalità globale. Le guerre sono state condotte usando le mani delle popolazioni asiatiche, africane, mediorientali e latinoamericane e fornendo loro armi, addestramento e supporto economico. Il caso nordcoreano è per molti versi simile, fatta eccezione per gli attori che sono cambiati.
I cinesi sono ostili al crollo del regime nord coreano per una serie di ragioni. Temono che lo stato che verrà possa essere vicino agli Stati Uniti come lo è oggi la Corea del Sud. I cinesi sono preoccupati per la presenza americana nella regione. Certamente non apprezzano l’idea di ritrovarsi base americane in un paese che confina direttamente con la Cina. La preoccupazione dei cinesi riguardo al collasso del nord si spiega anche alla luce delle crisi dovute ai rifugiati e all’emergenza umanitaria che coinvolgerebbero l’intera regione. Le relazioni economiche di carattere esclusivo che la Cina vanta, in particolare nel settore estrattivo, subirebbero una seria battuta d’arresto. Il mondo intero è assorto sul nuovo duello globale emergente tra Cina e Stati Uniti. La caratterizzazione del ventunesimo secolo come Secolo di Pace da parte del Presidente Barack Obama non è una coincidenza. È fondata sulla consapevolezza che, poiché il peso dell’economia globale si sta trasferendo verso l’Asia, nuove sfide in tema di sicurezza e nuove rivalità dovranno essere affrontate in quella zona.
Minacce provenienti dalla Corea del Nord forniscono ragioni convenienti agli Stati Uniti per continuare a mantenere basi in Corea del nord, Giappone e il Pacifico. Senza l’occasione lanciata dalla Corea del Nord, l’intera analisi strategica avrebbe dovuto essere ridefinita – gli Stati Uniti avrebbero trovato difficoltà a spiegare il perché fosse necessario tenere basi permanenti in un raggio di 1000 chilometri (25-30 minuti il tempo di volo) dalla capitale cinese Pechino, poco più di 1000 chilometri da Taiwan e 750 da Vladivostok in Russia.
C’è stato un lungo confronto tra Russia Stati Uniti a proposito dei piani americani per installare un sistema di difesa missilistico in Europa centrale. Ora quei piani stanno cambiando vista la maggiore attenzione dedicate alla madrepatria Americana e ai territori del Pacifico. Mentre i nord coreani minacciavano gli Stati Uniti (abbiamo visto Kim Jong-eun posare davanti ad una mappa con gli obiettivi da colpire) con un attacco nucleare preventivo, il segretario americano alla difesa Chuck Hagel annunciava che i nuovi sistemi di difesa missilistica in centro Europa dovevano essere rivisti.
Gli Stati Uniti hanno sospeso la Fase 4 del programma di difesa missilistica in Europa, che prevedeva lo schieramento di avanzati SM-3 Block IIB interceptors in Polonia entro il 2022.Quei sistemi sofisticati di intercettazione sarebbero capaci di neutralizzare attacchi da parte di missili a lunga gittata in grado di colpire gli Stati Uniti. Si tratta peraltro degli intercettatori il cui utilizzo è stato per lo più osteggiato dalla Russia. Il governo russo dovrà ringraziare Kim per aver riportato un’importante vittoria strategica in Europa.
La divisione della penisola coreana potrebbe pure andar bene ad altri stati nella regione. Una Corea forte e unita potrebbe certamente diventare un rivale politicamente ed economicamente più forte ancora del Giappone. Dati i dissapori del passato tra coreani e giapponesi, tali relazioni potrebbero farsi tese su una serie di argomenti, tra cui dispute di carattere territoriale. Mentre i giapponesi percepiscono una netta animosità ed una sporadica minaccia dalla Corea del Nord, potrebbero non essere interessati a vedere Kim portare avanti la sua propaganda di guerra.
I rapporti del Giappone con la Cina si sono deteriorati negli ultimi anni a causa di contese territoriali nel mare della Cina orientale. Il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha annunciate di voler tentare di rendere le SDF (Self-Defence Forces) un esercito totalmente sviluppato, non solo una forza di protezione. Se il governo giapponese mira davvero a modificare la costituzione post-bellica pacifista del paese, allora una Corea del Nord aggressiva e minacciosa starà certamente proponendo argomenti ulteriori in favore del cambiamento.
Stando ad eventi recenti come la riuscita del terzo test di un dispositivo nucleare e il lancio di un missile balistico, è molto probabile che la Corea del Nord non sia affatto disposta a sedersi al tavolo a sei per negoziare lo smantellamento del proprio programma nucleare. Cosa che potrebbe avere serie ripercussioni per il futuro della sicurezza nell’area dell’Asia orientale.
Ciò significa che la Corea del Sud e il Giappone come democrazie fondate su libere elezioni dovranno replicare alle minacce proveniente dalla Corea del Nord con qualche forma di azione visibile e popolare. Entrambi gli stati potrebbero essere tentati di rispondere con i propri programmi nucleari, portando ad una corsa al riarmo nella regione. Non c’è dubbio che la Corea del Sud e il Giappone siano tecnicamente in grado di creare armi nucleari in un lasso temporale davvero breve.
La Corea del Sud ha condotto con successo esperimenti nucleari segreti (producendo sia il plutonio che armi a base di uranio) tra gli anni 1970 e i 1990, ma ha deliberatamente abbandonato questo programma una decina di anni fa.
I segni di un simile dibattito stanno già affiorando. L’ex governatore di Tokyo Shintaro Ishihara in carica per quattro anni, ora parlamentare e co-leader del Partito della Restaurazione giapponese, ha affermato che il Giappone dovrebbe disporre di armi nucleari capaci di contrastare Cina, Corea del Nord e Russia. Il parlamentare Chung Mong-joon del partito di governo Nuova Frontiera di recente ha rilasciato dichiarazioni nell’assemblea legislativa nazionale a sostegno del riarmo nucleare.
Ogni tentativo di diplomazia tradizionale così come approcci di sicurezza convenzionale hanno fallito a proposito della Corea del Nord. Se non si troveranno nuove forme di impegno o pressione, potremmo andare incontro ad un conflitto di portata enorme coinvolgente alcune delle economie più grandi del pianeta, emergenti in Asia orientale. La Corea del nord non è più un problema di dimensioni regionali, ma globali.
Hannes Hanso è un ricercatore specializzato su Cina, Asia centrale e politica estera russa presso il Centro internazionale per gli studi di difesa a Tallinn, Estonia.
F:onte: www.atimes.com
Link: http://www.atimes.com/atimes/Korea/KOR-01-110413.html
Traduzione per www.Comedonchisciotte.org a cura di ALE EL TANGUERO