di
Roberto Quaglia
L’annunciato attacco USA contro la Siria è un insulto all’intelligenza del mondo. Il problema tuttavia è che buona parte del mondo è stupido. Era stupido quando bruciava le presunte streghe nel medioevo. Era stupido quando si lasciava trascinare in guerre mondiali da decine di milioni di morti solo pochi decenni fa. Non si capisce perché d’un tratto dovrebbe smettere di essere tanto stupido quanto è sempre stato nel corso di tutta la sua storia. In effetti, credere senza alcun motivo plausibile che oggi la gente sia mediamente meno stupida che in passato è qualcosa di particolarmente stupido.
Ciò che contraddistingue uno stupido è soprattutto l’incapacità di comprendere ciò che evidente. Questo succede anche a molta gente con un elevato I.Q. Ci sono ragioni precise per questo, che la psicologia ha spiegato molto bene (per esempio con il fenomeno del “confirmation bias”, l’errore che la mente umana compie quando si rende cieca di fronte ad una verità sgradita). In misura variabile siamo tutti, rigorosamente tutti stupidi in parecchie circostanze. È nella natura umana avere comportamenti stupidi in molte situazioni della vita. Alcuni, tuttavia, se ne approfittano.
Il fatto che agli stupidi naturali si aggiungano anche gli stupidi acquisiti – gli instupiditi e quelli che fanno di tutto per esserlo spegnendo un cervello che la natura avrebbe voluto funzionante – rende quindi il mondo quello che è.
In Siria dopo due anni di lotta cruenta Assad stava vincendo la guerra civile, o se preferite la guerra contro le milizie armate, addestrate ed eventualmente addirittura infiltrate in Siria dall’Occidente. Ed è quindi perfettamente logico che ad un passo dalla vittoria Assad si metta ad usare armi chimiche contro la propria popolazione allo scopo di farsi attaccare dal più potente esercito del mondo che non aspettava altro. E questo, proprio mentre accoglie una squadra di ispettori ONU che ha invitato ad indagare esattamente sull’uso di gas. Solo per uno stupido questo ragionamento assurdo riesce ad apparire paradossalmente logico. Per fare un esempio comprensibile a tutti immaginiamo una finale calcistica di Coppa dei Campioni – i giocatori della squadra che sta vincendo 5 a zero a 10 minuti dalla fine senza alcun motivo si scagliano sul portiere avversario e mentre un paio lo tengono fermo, tutto il resto della squadra a turno lo sodomizza, dopo che il capitano ha invitato l’arbitro ad avvicinarsi per vedere bene e non avere dubbi circa la doverosissima squalifica. Stessa cosa, con la differenza che a comportarsi così in una guerra non solo finisci per perdere una partita già vinta, ma ti squalificano non solo dal campo, ma anche dal mondo, cioè vai pure a lasciarci la pelle. In effetti, per credere ad una tale completamente inverosimile versione dei fatti una normale quantità di stupidità non basta – è necessario avventurarsi verso le frontiere inumane dell’encefalogramma piatto. Tuttavia, in molti riescono in questa missione impossibile.
Un’altra chicca per il meritato dileggio dei posteri è la reazione degli stupidi alle motivazioni americane per l’attacco alla Siria. Gli USA infatti dichiarano di volere attaccare la Siria a causa del fatto che la Siria ha attaccato la Siria. Non ci avete capito niente? Proviamo ad esprimerlo in altri termini: dato che Obama non concorda sul modo in cui secondo lui Assad avrebbe ucciso alcuni siriani, Obama si propone ad uccidere altri siriani nel modo in cui secondo lui i siriani vanno uccisi – con i costosissimi missili tomahawk e cruise. In futuro probabilmente anche col fosforo bianco, pure esso un’arma chimica, con cui gli americani l’altro ieri già uccidevano gli iracheni a Falluja (vedere per credere) nell’indifferenza generale. Trascuriamo un attimo il fatto che l’accusa stessa nei confronti di Assad è del tutto falsa, è affascinante osservare gli stupidi e gli instupiditi assentire con beota accettazione di fronte a sillogismi di tale idiozia.
In definitiva sono gli stessi stupidi ed instupiditi che a suo tempo trovarono ragionevole che Bush causasse la morte di un milione di iracheni (l’ordine di grandezza è questo) a causa del fatto che Saddam Hussein aveva ucciso 148 iracheni (questa è infatti l’unica accusa per cui Saddam sarebbe in seguito stato condannato a morte). Ma cosa sono quelle quattro streghe bruciate nel medioevo a confronto? È oggi che si fa la storia, la storia vera, quella della stupidità! È agghiacciante e sublime osservare gli stupidi commuoversi ancora oggi di fronte alle eco ed i fantasmi delle innumerevoli tragedie del passato mentre essi sono incapaci di vedere quelle che si verificano proprio ora davanti ai loro occhi a bella posta chiusi.
A gennaio 2013 il giornale inglese Daily Mail riporta di alcune email che un hacker avrebbe sottratto al fornitore britannico per la difesa Britam Defense, con tanto di nomi e cognomi, nel quale si menzionerebbe il piano di Washington di organizzare con l’aiuto del Qatar un attacco coi gas in Siria da attribuire ad Assad, così da avere un pretesto per attaccare la Siria. Quasi subito l’articolo scomparirà dagli archivi del Daily Mail a causa di una denuncia per diffamazione da parte della Britam Defense – sarebbe emersa una certa evidenza che le emails siano state falsificate. D’altra parte in situazioni così nebulose è arduo capire se si tratta di una maldestra falsificazione semplice oppure di una più elaborata e complessa falsificazione della falsificazione. Ad ogni modo noi possiamo recuperare e leggere la notizia epurata su Archive.org. Le parti salienti sono state tradotte su Megachip.
Il dubbio che ci possa essere qualcosa di vero in questo progetto di operazione “false flag” non viene agli stupidi? No, ci mancherebbe altro, la stupidità è un vero e proprio toccasana contro gli effetti perniciosi del dubbio, in effetti esiste proprio per quello poiché il dubbio ed i pensieri che esso genera distraggono dalle cose pratiche della vita di tutti i giorni. Così a nessuno stupido oggi viene in mente che è per lo meno curioso che i cosiddetti giornalisti della grande stampa in questi giorni non ripeschino questa notizia decisamente inquietante per approfondirla.
Soprattutto perché tutte le maggiori guerre degli ultimi cent’anni e più sono state iniziate giustificandole a suon di bugie, anche se i libri di storia sono ancora reticenti sul tema – a dispetto dei documenti inconfutabili emersi nel tempo. Addirittura Hitler volle apparire buono fingendo di essere stato attaccato dalla Polonia per giustificarne l’invasione. E per limitarci ai giorni nostri gli eventi inscenati nell’occasione di “September 11” (si veda a riguardo il mio libro Il Mito dell’11 Settembre) sono serviti come pretesto per l’aggressione all’Afghanistan mentre per attaccare l’Iraq ci si è inventata la favola di “prove inconfutabili” dell’esistenza di armi di distruzione di massa che Saddam sarebbe stato prontissimo ad usare contro l’Europa– armi che in seguito si è dimostrato che nemmeno esistevano. Questa Volta è Diverso suggeriscono discretamente i media che già in precedenza avevano mentito in situazioni analoghe e lo stupido per non smentirsi ci crede. Quello che in realtà è diverso questa volta è che la balla è di una inverosimiglianza mai vista in precedenza, tanto da fare dichiarare anche a Putin che sarebbe “puro nonsenso” da parte di Assad avere usato armi chimiche ora che i suoi nemici sono già quasi sconfitti. Le parole di Putin hanno ancora un peso e qualche barlume di pensiero qua e là si accende nell’oscurità idiota. Un celebre conduttore radiofonico mainstream americano fa scalpore dicendo l’indicibile, accusando Obama di possibile complicità nell’attacco coi gas. L’unico giornalista italiano presente sulla scena del crimine addirittura riferisce in un articolo su Il Giornale che nel luogo dove si sarebbe consumata la tanto deprecata tragedia non c’è la benché minima traccia di alcuna strage coi gas e gli abitanti stessi a riguardo cascano dalle nuvole. Qualche piccolo dubbio fa capolino anche sulla grande stampa anglosassone. La BBC viene addirittura beccata a mostrare una foto di cadaveri iracheni del 2003 presentati come siriani. Tra la realtà in Siria e la rappresentazione che ne danno i media occidentali c’è visibilmente un abisso. Ci vuole così tanto a comprendere l’ovvio?
Tanto più che la decisione di attaccare la Siria era stata presa… dodici anni prima, già all’indomani dell’11 settembre. Parola di Wesley Clark, generale americano ed ex comandante supremo della NATO in Europa che a suo tempo lo apprese da un collega generale all’uscita di una riunione al Pentagono, quando già l’Afghanistan veniva bombardato. Attaccheremo altri 7 paesi in 5 anni, dichiarò il generale nel 2001. Fece la lista. Iraq, Siria, Libia, Libano, Sudan, Somalia ed Iran. Beh, la tempistica ha segnato un po’ il passo, ma con un po’ di pazienza i fatti si stanno allineando a questa previsione. Quando già a suo tempo io parlavo di questa lista ricordo che gli stupidi e gli instupiditi mi ridevano dietro. Impossibile, dicevano con un’espressione di imperdonabile saccenza. Non era ancora cominciato il tam tam mediatico hollywoodista finalizzato a demonizzare le nazioni ed i popoli che si era deciso di attaccare e per gli stupidi quelle guerre non erano quindi immaginabili. Oggi che le si è rese immaginabili si è in grado di farle senza che gli stupidi ne rimangano turbati e magari facciano anche casino.
L’ex comandante della NATO Wesley Clark
Domanda ingenua, ma doverosa: apprendendo da fonti al di sopra di ogni sospetto che l’attacco alla Siria era già stato programmato dagli USA oltre dieci anni fa, riuscirà il nostro stupido a sospettare che tutto il resto sono panzane?
Macché. Ma neanche per sogno! La Realtà è un accessorio sopravvalutato.
Se l’Occidente fosse democratico e soprattutto se applicasse le proprie regole, trascinerebbe il Premio Nobel per la Pace Obama al tribunale dell’Aia per giudicarlo per crimini di guerra (o tentati crimini di guerra, se il Congresso gli vieterà l’attacco e lui per caso ubbidisse – dopotutto nel diritto penale non esiste solo l’omicidio, ma anche il tentato omicidio) il che sarebbe utile anche a rivedere l’importanza che chissà perché si riconosce all’istituzione del premio Nobel. In effetti, se Obama bombarda la Siria sarebbe interessante una formale incriminazione per complicità in crimini di guerra per gli accademici di Svezia; benedicendo Obama con un insensato Premio Nobel per la Pace preventivo che ora si guardano bene dal revocare gli hanno rilasciato una patente morale per uccidere chicchessia in nome “del bene”.
La guerra d’aggressione è il più tipico dei crimini di guerra, l’Occidente ama ripeterlo spesso, anche se quasi sempre a sproposito. Lungi da me il volermi qui ergere a difesa della retorica sui cosiddetti crimini di guerra – la storia recente insegna che tale retorica serve soltanto ai forti per travestirsi da buoni e demonizzare gli avversari che vuole fare passare per cattivi. Vincere perché si è più forti – come è sempre stato nella storia del mondo – non basta più, adesso si vuole vincere perché si è “buoni”, “nel giusto” e “moralmente superiori”. Questo è ciò che più di tutto infastidisce, questa ipocrisia dell’Occidente ormai tracimata in una vera e propria psicopatia – una disconnessione progressiva con i fatti del mondo reale. Siamo regrediti ai tempi infausti delle crociate.
La procuratrice svizzera Carla del Ponte – quella che per inciso processò Milosevic – ha dichiarato che per ora le uniche prove sull’uso di gas in Siria sono a carico delle forze ribelli sostenute dall’Occidente. Un episodio di qualche mese fa che già si cercò ad attribuire ad Assad, ma il tentativo fallì. Curiosamente, l’Occidente non bombardò allora le milizie ribelli in Siria che esso notoriamente aveva armato ed addestrato. Ma anche per l’episodio di questi giorni sarebbero già emerse delle prove, che scagionerebbero Assad. L’ambasciatore russo al Consiglio di Sicurezza dell’ONU Vitaly Churkin avrebbe mostrato le prove – foto satellitari, mica robetta – che a sparare i due razzi coi gas tossici sarebbero stati anche stavolta i ribelli sostenuti dall’Occidente.
Siamo quindi doppiamente criminali di guerra. Probabili responsabili sia degli attacchi al gas accaduti che della ventura aggressione militare alla Siria. I giornali che non portano questi piccoli dettagli alla vostra attenzione sono palesemente complici. Viva la democrazia, che celebra il libero giornalismo solo nelle proprie giaculatorie disconnesse dal mondo reale. La democrazia in Occidente è ormai palesemente una creatura non-viva, una morta vivente. Nessun governo rappresenta più in alcun modo i propri cittadini (la Germania è forse – ma solo in parte – un’eccezione). I cittadini poveretti si rendono conto di non essere rappresentati, ma non riescono a trarne le conseguenze. La Democrazia Zombi spira per l’Europa ed il Nordamerica emanando un lezzo di fascismo che gli stupidi pigliano per profumo di rose e confusa postmodernità. Si giunge in scioltezza ad un passo dalla Terza Guerra Mondiale (con buona probabilità nucleare) e nessuno degli stupidi se ne rende conto. I media mentono con una compattezza che susciterebbe l’ammirazione di Goebbels. La Siria ha potenti alleati, Iran e Russia, che non è detto che se ne stiano impotenti a guardare. E sia Iran che Russia hanno un potente cliente per il proprio petrolio – avrete forse già sentito parlare della Cina – che non può permettersi il rischio di perderne le forniture. E le indiscrezioni trapelate nei giorni che hanno preceduto l’annunciato l’attacco sono di quelle da far gelare il sangue. Il giornale inglese The Telegraph riferisce che l’Arabia Saudita avrebbe offerto alla Russia un vantaggioso accordo nel campo del gas e petrolio in cambio dell’abbandono del sostegno ad Assad, minacciando in caso contrario nientemeno che attentati terroristici “ceceni” alle prossime olimpiadi russe di Sochi. Da non credersi. Eppure nero su bianco sulla stampa inglese. Questo è avvenuto durante un incontro fra il principe saudita Bandar ed il presidente russo Putin. È ovvio che dietro alle minacce del principe ci debba essere lo zampino di Washington, dopotutto Il Ruggito del Topo è soltanto un film (bello peraltro). Pare che tuttavia Putin non l’abbia presa molto bene. Il presidente russo è della vecchia scuola dei politici con le palle, ex-KGB, non della risma dei maggiordomi eunuchi che ci ritroviamo in Europa, e secondo alcune indiscrezioni (non del tutto credibili, tuttavia degne di menzione poiché l’idea espressa è piuttosto originale) la sua contro-offerta sarebbe stata la seguente: in caso di attacco americano alla Siria la Russia risponderà con un massiccio attacco militare contro l’Arabia Saudita. D’altra parte, uno scoop di giornalisti sul campo rivela che i “ribelli” possiederebbero armi chimiche fornite proprio dall’Arabia Saudita, e che i morti sarebbero eventualmente stati causati da un incidente dovuto alla loro incapacita di maneggiarle (sulla tesi dell’incidente personalmente ho dei grossi dubbi). Quindi il bombardamento dell’Araba Saudita presenterebbe certe simmetrie logiche di quello americano contro la Siria. Vero? Falso? Chi vivrà vedrà, certo è che Obama ha fatto una dietromarcia clamorosa, rinviando l’attacco che aveva già annunciato. Che la presunta reazione di Putin abbia qualcosa a che fare con tanta esitazione? Obama tutto d’un tratto scopre di volere il consenso del Congresso ad attaccare la Siria dopo avere detto e ripetuto che dell’opinione del Congresso se ne faceva un baffo ed avere già annunciato il giorno dell’attacco, mentre il segretario di stato Kerry puntualizza che comunque si potrà attaccare la Siria anche senza tale consenso. Sembra un tentativo di prendere tempo – magari per accertarsi con maggiore cura di non innescare per sbaglio un conflitto platenario? Oppure per preparare un casus belli più convincente, ovvero un altro evento “false flag”?
Sia come sia, il giornalista americano Matt Drudge (ex-Fox News) ha già ribattezzato Putin “The leader of the free world”. C’è da chiedersi se la Russia abbia quindi evitato o per lo meno posticipato lo scoppio di una guerra mondiale ad opera dell’unico Paese-Canaglia (definizione tecnica delle nazioni che non rispettano le leggi internazionali) che oggi minaccia il Mondo Libero. Chissà. Come cambiano in fretta i tempi. Della ancora malcompresa inversione di ruoli fra Stati Uniti e Russia ho già ampiamente parlato nel mio libro Il Mito dell’11 Settembre.
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Per non farci mancare nulla mettiamoci pure la notizia (non confermata) che l’Egitto intenderebbe bloccare il passaggio per il Canale di Suez per navi americane che volessero attaccare la Siria. Vero? Falso? In entrambi i casi la notizia sottolinea la delicatezza della situazione.
Il New York Times riferisce di contatti americani col nuovo ministro degli esteri iraniano (per cercare di scongiurare l’espansione del conflitto?), mentre il 2 settembre la CNN finalmente scopre l’acqua calda, per bocca di un suo corrispondente indiano. Non sarà mica – si chiede il giornalista nell’articolo che trova spazio sulla prima pagina del sito Web della CNN – che un’attacco missilistico americano possa causare nuovi attacchi coi gas? Dopotutto se i ribelli si accorgono che gli attacchi coi gas producono automaticamente un intervento americano contro i loro nemici – il governo legittimo di Assad – essi potrebbero essere tentati dal causare nuovi eventi col gas per costringere l’America ad intervenire più massicciamente a loro favore. Incredibile, un barlume di pensiero sulla stampa mainstream! Naturalmente, come tutti quelli che scoprono l’acqua calda il sospetto che l’acqua calda esistesse già da prima non sfiora la mente del geniale giornalista – quindi il pensiero che anche il primo attacco possa essere stato compiuto dai ribelli secondo la stessa logica è del tutto assente dalla sua mente e soprattutto dal suo articolo. In effetti, tempo un paio di ore e lo stesso articolo scomparirà dalla prima pagina del sito, forse perché nel frattempo in redazione qualcuno è stato avvisato del fatto che l’acqua calda brucia.
Sorprendendo il mondo intero il parlamento britannico ha bloccato il loro Primo Ministro, volenteroso barboncino di Obama come Blair lo fu di Bush, proibendogli questa nuova guerra illegale. Un imprevisto rigurgito di buon senso? Il canto del cigno della democrazia? Oppure una mascherata per nascondere una ritirata con la coda fra le gambe per evitare guai che si preannunciano mica da poco? Gli americani danno l’idea di farsela sotto (già si parla di una perdita di autorità di Obama) e dopo avere dichiarato di voler fare la guerra per finta – tre giorni e poi basta perché bisogna solo dare un segno di avvertimento – adesso la tirano alle lunghe – non si capisce se alla ricerca di una exit strategy – una scusa che permetta loro di ripensarci senza perdere troppo la faccia – oppure più probabilmente per risolvere problemi inaspettati dei quali sappiamo poco o nulla.
L’impressione è che siano preoccupati dalla possibilità che qualcuno per la prima volta in molti decenni reagisca davvero alle loro bombe. Se la Siria risponde al fuoco e magari gli affonda una nave o due poi all’America gli tocca fare la guerra sul serio, nella quale entrerebbe di sicuro l’Iran, e quindi giocoforza Israele, Libano, probabilmente Turchia, Giordania e forse anche Russia e prima o poi Cina e chi più ne ha più ne metta. Insomma, non esattamente un picnic.
Comunque ci deve essere qualche motivo serio, molto serio perché all’ultimissimo momento un attacco già deciso ed annunciato è stato rinviato, forse un motivo anche più serio della paura di possibili reazioni di paesi terzi. Come per esempio qualcosa andato drammaticamente storto in una fase iniziale dell’attacco, magari a causa di una capacità di difesa delle forze armate siriane risultata superiore alle aspettative. Se per caso così fosse, non è probabile che ce lo verrebbero a raccontare. Coincidenza vuole, che una curiosa notizia ha iniziato a riecheggiare per internet dopo lo strano rinvio, secondo la quale un F-22 americano sarebbe “precipitato” in Giordania e 4 missili Tomahawk americani sarebbero stati intercettati e distrutti. La notizia sembra per il momento priva di riscontri verificabili, tuttavia le concederei il beneficio del dubbio prima di accantonarla fra le tante bufale di guerra. Dopotutto una certezza c’è ed è che qualcosa di grave deve essere logicamente accaduto per costringere gli Stati Uniti a rinviare un attacco ormai certo. Prima o poi forse si saprà, oppure no. Come si suol dire, la prima vittima di ogni guerra è la verità.
In caso di attacco è improbabile che la Russia voglia entrare in gioco fin da subito. Ma voi sareste pronti a giocarvi la vita su questa certezza? Già gli strateghi americani sbagliarono tutto quando nel 2008 mandarono la Georgia ad invadere l’Ossezia del Sud il giorno dell’inaugurazione delle olimpiadi (08/08/08, magari pensavano che portasse bene) confidando nella distrazione sportiva del mondo – non si aspettavano la reazione russa che fece un mazzo tanto ai georgiani regalando infine all’Ossezia la sua indipendenza. Un altro errore di calcolo oggi ed il mondo è letteralmente fritto – questa, lo sottolineo, non è una metafora. Ad un passo dalla terza guerra mondiale, fa effetto osservare gli stupidi e gli instupiditi avviarsi allegramente verso il precipizio come i lemming drogandosi ad oltranza di sport, gossip e facezie (la berlusconinovela italiota per inciso è stata a lungo gossip, ma ormai è palesemente degradata a facezia).
Non tutti oggi ricordano che la seconda guerra mondiale scoppiò proprio perché Hitler sbagliò i calcoli: abituato ad annettersi nazioni senza che nessuno si ergesse a loro difesa, con la Polonia gli andò male. Nelle sue memorie Albert Speer ricorda che Hitler, quando Inghilterra e Francia gli dichiararono guerra, rimase allibito. Le sue parole furono: “Was nun?” che in italiano si traduce: “E adesso?”. Oggi che la Democrazia Zombi nelle sue azioni ricalca in cravatta e doppiopetto sempre più spesso percorsi che in passato si intraprendevano con ben altra costumistica, il rischio di ritrovarsi noi tutti un bel giorno ad esclamare “Was nun?” è montante e concreto. Ritenetevi avvisati, e comportatevi di conseguenza. O per dirla con Webster Tarpley:“Get active, or get radioactive.” In Italia l’unico soggetto politico con un minimo di presenza sul territorio che oggi pare in grado di muoversi sul terreno della realtà anziché in quello delle fantasie mi sembra il laboratorio politico di Alternativa.
Chi legge probabilmente già saprà come è andata a finire, se nel finto duce della Democrazia Zombi avranno prevalso i valori della Guerra o della Fifa. (A parte gli scherzi, spero che i miei lettori abbiano smesso di credere alla favola che Obama decida alcunché – lui è stato assunto per sorridere fotogenicamente e per assumere un’espressione solenne mentre legge dal gobbo.)
A prescindere dall’esito, come primo passo simbolico verso un buonsenso generale che del tutto manca invito quindi tutti coloro che a suo tempo hanno gioito all’elezione di Obama di… vergognarsi. E di vergognarsi parecchio. Sono quelli come voi, quelli che si fanno infinocchiare dal primo imbonitore che vi dice quello che volete sentire, quelli che nella Germania degli anni 30 avrebbero peso dalle labbra di Hitler anche se oggi stragiurano di no, sono i benpensanti di tardo comprendonio come voi l’autentica e ricorrente rovina del mondo. La storia del mondo si ripete con attori differenti ogni volta in scena con costumi diversi per interpretare sempre lo stesso dramma in forma variata, la vera costante è il pubblico che ad ogni rappresentazione non si accorge che è una storia già vista, e non se ne rende conto perché gli attori cambiano e di volta in volta indossano costumi diversi. Così poco basta ad ingannarli – ad ingannarvi! Fior di intellettuali (no, non gli impostori dell’intelletto che di solito vi mostrano in tivù) vi hanno messo in guardia quando Obama fu eletto e aprioristicamente santificato (si veda ad esempio Obama: The Postmodern Coup – Making of a Manchurian Candidate di Webster Tarpley – oppure in italiano Obama dietro la maschera).
Come altre volte nella storia vi siete tappati le orecchie, magari ridacchiando, con senso di superiorità, dei “complottisti”, come per colmo di beffa siete stati ammaestrati a fare – nulla, proprio nulla avete imparato dall’antico mito di Cassandra! Il vostro amato Premio Nobel della Pace già ora è nel mondo uno degli uomini in vita ad avere ordinato più uccisioni di esseri umani di chiunque altro (probabilmente Bush ancora lo batte, ma si preannuncia un bel testa a testa), con il vostro colpevole beneplacito. Vergognatevi quindi parecchio hic et nunc, non aspettate di aver finito di leggere! Se questo vi riesce davvero troppo difficile, abbiate per lo meno la decenza di vergognarvi almeno un pochettino. L’importante è iniziare. Nel mondo odierno cominciare a sentirsi stupidi è un passo indispensabile per riuscire in parte a smettere di esserlo. Per inciso suggerisco un bagno o per lo meno una doccia di vergogna anche a chiunque abbia votato per uno qualsiasi dei partiti che partecipano al governo italiano attuale. Il governo italiano ha fin dal principio appoggiato le ragioni dell’aggressione bellica alla Siria avvalorandone le bugie, anche se a parole sostiene che non vi parteciperà “attivamente” (nei fatti ha già fatto salpare navi verso il teatro di guerra, non si sa mai…), quindi voi che l’avete votato siete tutti colpevoli. Sorry, ma è il bello della democrazia, baby! Anche se va riconosciuta una nota di merito al ministro degli esteri Emma Bonino per essersi mossa ed espressa fin da subito con più prudenza ed intelligenza rispetto ai suoi colleghi di governo e predecessori. Se invece non avevate gioito all’elezione di Obama, se non avete votato per chi ci mal governa oggi oppure se con qualche barlume di resipiscenza avete finalmente cominciato a vergognarvi, condividete questo articolo con i vostri amici che ancora vergogna non provano. Suggerirei che a questo punto se lo meritano. Sì, lo so che combattere la stupidità umana è una lotta perduta in partenza – “contro la stupidità umana gli stessi dei lottano invano”, scrisse Friedrich Schiller un paio di secoli fa. Ma tentar non nuoce e per lo meno corrobora un pochettino l’umore. Se per caso vi siete sentiti offesi da qualcosa che ho scritto, non posso che rallegrarmene.