Il vicepresidente Rehn ci detta le regole: No all’abolizione dell’Imu. L’Iva salirà

 

Fonte: IL Tempo

Olli Rehn durante una audizione alla Camera

 

L’Italia sarà pure uscita dalla procedura per deficit eccessivo ma resta un sorvegliato speciale. Al punto che Bruxelles, tramite il vicepresidente della Commissione Ue e responsabile degli Affari monetari e economici, Rehn, detta le misure della prossima legge di Stabilità. Una sorta di commissariamento, nemmeno tanto mascherato, che il premier Letta è costretto ad accettare. Anche perchè Rehn gli dà un assist contro chi vuole disarcionarlo da Palazzo Chigi. Insomma Bruxelles blinda il governo ma in cambio gli dice quello che deve fare. E perchè il messaggio arrivi il più diretto possibile, Rehn ieri ha parlato in Parlamento. Perentorio e cattedratico il tono usato.

Innanzitutto ha bocciato l’abolizione dell’Imu sulla prima casa che «suscita preoccupazione» e sottolinea che «va in direzione opposta rispetto alle raccomandazioni del Consiglio». Dubbi sulla Service Tax: valuteremo, dice tranchant. Come dire che il governo ha deragliato dalle indicazioni di Bruxelles ma può rimettersi in riga. Come? Il Consiglio europeo, spiega il commissario finlandese, «ha raccomandato di spostare la pressione fiscale dai fattori di produzione verso il patrimonio e il consumo». Mette in evidenza che l’Italia resta comunque «in linea con il conseguimento del pareggio di bilancio nel 2014» ma a condizione che «i nuovi interventi non mettano a repentaglio il consolidamento dell’obiettivo di bilancio».

Sottolinea che «i dati della crescita sono deludenti» e che persino la Spagna fa meglio di noi, basta guardare lo spread. Poi ricorda che se il deficit sforerà il tetto del 3% Bruxelles riaprirà la procedura per deficit eccessivo, con tutte le penalizzazioni che ne conseguono.

Rehn bacchetta anche i partiti che se non la smettono di agitarsi rischiano di intestarsi il prolungamento della crisi. «L’incertezza politica – tuona Rehn – frena gli investimenti». La situazione nell’Eurozona «sta migliorando e sta arrivando al punto di svolta che attendevamo da tempo». Quindi l’Italia non può compromettere la ripresa. E paragona il nostro Paese alla Ferrari, «entrambe incarnano una grande tradizione di stile e capacità anche tecnica ma per poter vincere bisogna avere un motore competitivo, bisogna essere pronti a cambiare, adeguarsi». Immediata la replica del presidente delal Rossa, Luca di Montezemolo: «l’Europa, che detta le regole, non deve coltivare il mito del rigore quando è fine a se stesso. Perché di troppo rigore si muore».

Il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, in un incontro riservato, ha rassicurato Rehn, confermandogli il rispetto del tetto del rapporto tra deficit e Pil al 3%. Inoltre gli avrebbe detto che l’aumento dell’Iva a ottobre non sarà bloccato.

Reazioni dalla politica. Mentre il Pd ringrazia il commissario per «il lucido contributo», il Pdl attacca. Gasparri non le manda a dire: «È ora di finirla con i caporali di giornata, un signor nessuno che viene in Italia a fare il supervisore».

Intanto il governo lavora alla Nota di aggiornamento al Def. Le stime del pil saranno riviste. La contrazione per il 2013 dovrebbe aggirarsi tra l’1,7 e l’1,8% contro il -1,3% stimato ad aprile. Il debito già previsto oltre il 130%, quest’anno si attesterà sopra il 132% (contro il 129% stimato ad aprile) nel 2014. Il rapporto deficit-Pil sarà confermato intorno al 3%.

Laura Della Pasqua

Link