IL GOVERNO MONTI HA EROGATO UN ANNO E MEZZO FA CIRCA 4 MILIARDI DI EURO ALLA STESSA BANCA. ORA ARRIVA UN ALTRO ‘REGALO’. COSI’ VENGONO SPESE LE TASSE DEGL’ITALIANI: PER FORAGGIARE BANCHE FALLITE E SOTTO INCHIESTA DA PARTE DELLA MAGISTRATURA
Al via la nazionalizzazione del Monte dei Paschi di Siena? A giudicare da quello che sul sito Basta casta sembrerebbe proprio di sì. O, quanto meno, dopo il ‘prestito’ di 4 miliardi alla banca senese erogato dal Governo di Mario Monti (a proposito, questo prestito è stato restituito? A noi sembra di no), arriva un altro ‘regalo’, questa volta dal Governo Letta.
“La toppa al buco di bilancio – leggiamo sul siti Basta casta – la mette lo Stato. Sarà il Tesoro a puntellare le vacillanti fondamenta del Monte dei Paschi di Siena, la storica banca senese, piegata dalla gestione di Giuseppe Mussari, oggi presidente dell’Associazione bancaria italiana, sotto la cui guida è stata acquisita Antonveneta”.
“Il patrimonio della banca dilapidato per rilevare l’istituto veneto dal Santander, sarà puntellato attraverso l’emissione di altri 2 miliardi di ‘Tremonti bond’. Il nuovo sostegno pubblico al Monte dei Paschi, infatti, arriverà fino a 2 miliardi attraverso nuovi strumenti finanziari di patrimonializzazione assimilabili a obbligazioni speciali simili ai Tremonti bond”.
Lo ha deciso il Consiglio dei Ministri in una nota in cui spiega che sottoscriverà nuovi strumenti finanziari emessi dalla banca fino a 3,9 miliardi e saranno contestualmente sostituiti i vecchi Tremonti bond per 1,9mld.
Insomma, gli italiani pagano le tasse, ma i soldi, invece di andare a sostenere le imprese e a finanziare i servizi, finiscono nelle ‘casse’ di una banca fallita sulla quale indaga la magistratura.
“La Banca d’Italia – leggiamo ancora sul sito Basta casta – ha comunicato che per raggiungere il target di 3,3 miliardi di capitale richiesto dall’Eba entro il 30 giugno la banca senese stima un fabbisogno di capitale di 1,3-1,7 miliardi”.
A questo punto ci chiediamo: a che titolo la Banca d’Italia interviene in questa storia? Ricordiamo che la Banca d’Italia non è più pubblica, ma privata. E, da banca privata, dovrebbe occuparsi di altre cose, ma non si quello che, di fatto, è un intervento finanziario pubblico in favore in favore di una banca privata con attuato con i soldi scippati dalle tasche degl’italiani.
“Si tratta di fatto di una nazionalizzazione dell’istituto – leggiamo sempre su Basta casta – visto che in Borsa la banca non vale più di 2,5 miliardi di euro”.
Dunque lo Stato sta intervenendo in favore di una banca che è stata gestita con i piedi con un’iniezione di capitali pari a una volta e mezzo i valore di tale banca in Borsa! Tutto questo riempendo di tasse i cittadini!
Ci chiediamo e chiediamo: è per questo che il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni,ha aumentato di un punto l’Iva, appesantendo la situazione di imprese e famiglie e, di conseguenza, deprimendo i consumi del nostro Paese? Era questa la sua missione, come blaterava dai microfoni della tv di Stato quando sdi cercava di sventare quest’ennesima ingiustizia?
Sapete da dove arriva il signor Saccomanni? Dalla Banca d’Italia, una delle peggiori istituzioni del nostro Paese: quella Banca d’Italia che ha lasciato mezza parte del nostro Paese – il Sud, ovviamente – senza un sistema creditizio di riferimento per sostenere banche del Centro Nord Italia che erano uguali, se non messe peggio, delle banche meridionali.
“Nel 2007 – conclude la nota di Basta casta – Mps, spese ben 9 miliardi per comprare i mille sportelli di Antoveneta. L’intervento dello Stato dovrebbe però essere “eccezionale e temporaneo” e solo per consentire alla banca di raggiungere un coefficiente patrimoniale core tier 1 del 9 per cento, secondo quanto chiesto dall’Eba, l’Authority bancaria europea”.