Sergio Marchionne, presenterà al consiglio di amministrazione del Lingotto che si riunirà nei prossimi giorni una proposta anticipata oggi dal Wall Street Journal che prevede il trasferimento della sede fiscale del gruppo che nascerà dalla fusione fra Fiat e Chrysler in Gran Bretagna e la quotazione della stessa a New York. In pratica non un euro di tasse verrà versato all’Italia. Il domicilio fiscale in Gran Bretagna consentirebbe a Fiat e Chrysler di pagare meno tasse sui dividendi. E la maggior beneficiaria di questo sarebbe Exor. Il listing a New York, invece, rifletterebbe la possibilità di un maggiore e più facile accesso al mercato dei capitali.
L’idea dell’amministratore delegato sarà valutata dal consiglio di amministrazione di Fiat nei prossimi giorni, prima ancora della diffusione dei risultati del quarto trimestre e del 2013. Gli analisti stimano per Fiat e Chrysler un utile netto combinato in lieve aumento a 400 milioni di euro per il quarto trimestre e una flessione del 24% a 1,07 miliardi di dollari per il 2013. Una flessione – afferma il Wall Street Journal – imputabile ai problemi di Fiat in Europa, dove il Lingotto si trova a far fronte a vendite deboli. “I risultati rifletteranno un’inversione dei ruoli per le due case automobilistiche. Chrysler è stata trainata fuori dalla bancarotta da Fiat, ma ora le attività americane sostengono” la casa italiana.
La proposta di Marchionne arriva a poche settimane dall’accordo con il Veba per rilevare la restante quota di Chrysler e precede la presentazione del piano industriale, nel quale Fiat illustrerà – mette in evidenza il Wall Street Journal – i dettagli del rilancio di Alfa Romeo, soprattutto negli Stati Uniti. Fiat nel piano dovrebbe anche specificare come raccoglierà fondi per realizzare le sue iniziative. Gli analisti prevedono che sarà raccolto almeno un miliardo di euro, perchè nè Fiat nè Chrysler producono abbastanza cash per finanziarsi da sole. «Fiat e Chrysler si trovano in una posizione più debole rispetto alle rivali perchè hanno un portafoglio prodotti più limitato e quote inferiori nei mercati tradizionali. Inoltre sono state anche più lente a espandersi nei mercati emergenti come la Cina».
Fonte: libero