,
DI
BLAKE GOSSARD
KIRA SCHMID, ND, LUTHER HUBER, ND, MBA, STEVEN V. JOYAL, MD
lef.org
I media mainstream hanno rapidamente diffuso i risultati apparentemente eclatanti di due studi sugli integratori multivitaminici riportando a lettere cubitali “Caso chiuso, integratori inutili a volte dannosi, uno spreco di soldi…” e così via.
La Lef, associazione di consumatori USA, ha incaricato un team di studiosi di fare luce sulla cosa e di analizzare i dati che avrebbero autorizzato affermazioni cosÏ categoriche.
Vi proponiamo la traduzione del documento di critica redatto e che vi permetterà di capire quali pratiche siano state attuate e quali risultati ottenuti realmente, al di là dei lanci di agenzia.
Leggete. Emerge un quadro a dir poco scandaloso. Si tratta di studi che sembrano concepiti apposta per mettere in cattiva luce gli integratori.
Non si è esitato ad impiegare metodi che sconfinano nel repertorio della truffa scientifica. Ancora una volta si è usato l’espediente di usare quantità ridicolmente basse e con scarsa continuità. Ancora una volta i benefici, per essere confermati, avrebbero dovuto essere a dir poco miracolosi. Il massimo della scorrettezza forse è stato proprio questo. Nonostante tutte le misure impiegate per rendere nulli i possibili effetti positivi, questi ci sono stati lo stesso! E cosa hanno fatto allora? Hanno stabilito che tali benefici non avevano superato la soglia di attendibilità. Stabilita da loro, ovviamente, casomai gli integratori “funzionassero” lo stesso! La notizia del “caso chiuso…” è arrivata molto rapidamente nelle redazioni e ha trovato spazio e risonanza SENZA quella verifica delle fonti che forse ci si dovrebbe attendere per notizie così definitive. Evidentemente le redazioni scientifiche si sono trasformate in uffici di impaginazione delle veline provenienti dagli uffici di relazioni pubbliche delle industrie farmaceutiche. C’e’ altra spiegazione? La ricerca e’ stata pubblicata in una rivista interamente finanziata da Big Pharma. Di prestigioso ha certamente i fondi a disposizione e la faccia tosta per pubblicare uno studio dal quale quasi metà dei reclutati si sono ritirati.
Coloro che assumono integratori possono stare tranquilli: i titoli che periodicamente appaiono nelle pagine web e nei giornali sono del tutto infondati. Non a caso, non vedrete mai riportate le metodologie impiegate nè i dati ottenuti, per suffragare tali tesi.
I ricercatori seri ci sono e la loro ricerca non prevenuta, in genere finanziata con fondi pubblici, ha stabilito da decenni come gli integratori possano aiutare a prevenire e mitigare molti malanni delle persone.
Stefano Pravato
21.12.2013
Due studi viziati e un editoriale pubblicati nel numero del 17 Dicembre degli Annals of Internal Medicine hanno provato a screditare il valore degli integratori multivitaminici. (1-3) Entrambi gli studi sono viziati da gravi vizi metodologici.
In uno degli studi ai soggetti sono stati dati integratori multivitaminici di bassa qualità e in basse dosi. Negli studi si sono registrati tassi di adesione al trattamento e tassi di abbandono terribili. Ciononostante, i media mainstream utilizzano questi studi riprovevoli per mettere in cattiva luce gli integratori alimentari.
Il primo studio ha esaminato gli effetti cognitivi della supplementazione multivitaminica a bassa potenza su soggetti maturi di sesso maschile (2). Non sorprende che le conclusioni dell’analisi mettano in discussione i possibili benefici dei multivitaminici per problemi cognitivi. Nell’altro studio, ai soggetti con precedenti eventi di infarto sono stati dati un integratore multivitaminico o un placebo e sono stati monitorati per circa 4,5 anni, registrando gli eventi cardiovascolari (1).
Anche se lo studio non regge ai propri efferati difetti di progettazione, esso in realtà fornisce addirittura la prova che i multivitaminici riducono il rischio cardiovascolare. Tuttavia, i ricercatori hanno costruito lo studio in modo da ignorare qualcosa men che miracoloso per la riduzione del rischio cardiovascolare, in modo da porre in discussione i benefici dei multivitaminici. Di questi grandi difetti nell’impianto e nella metodologia dello studio non si discute nei media convenzionali. Invece, questi deplorevoli studi stanno alimentando lo sforzo tradizionale di screditare gli integratori alimentari di alta qualità.
Difetti dello studio sulla Funzione Cognitiva
Criterio di adesione basso
Si è stabilito che i soggetti del primo studio fossero adeguatamente rispettosi del loro regime multivitaminico se li prendevano anche solo per i due terzi del tempo. In altre parole, anche i soggetti che hanno saltato il loro multivitaminico quattro mesi all’anno sono stati considerati “aderenti”. Weak Questionnaire Data that Relies on Recollection
Dati del questionario poco affidabili, compilati a posteriori
Inoltre, il metodo con cui l’adesione è stata valutata in questo studio è intrinsecamente debole. I soggetti sono stati semplicemente invitati a riferire quanto aderenti fossero stati al compito loro assegnato una volta all’anno. Questo approccio si basa sulla raccolta a posteriori ed è particolarmente incline a bias (4). Studi più rigorosi misurano correttamente la conformità chiedendo ai partecipanti di restituire il materiale inutilizzato in modo da permettere di quantificare direttamente l’aderenza.
Multivitaminico a basse dosi
Il multivitaminico utilizzato in questo studio conteneva concentrazioni di nutrienti del tutto inadeguate. Ad esempio, la miscela conteneva solo 60 mg di vitamina C, 25 mcg di vitamina B12 e 20 mcg di selenio.
Persone attente alla salute sanno bene che con queste dosi abissalmente piccole di nutrienti è molto improbabile avere notevoli benefici per la salute. I ricercatori stessi affermano che una limitazione del loro studio è che “[le] dosi delle vitamine potrebbero essere troppo basse …”
Alcuni effetti cognitivi benefici nonostante la dose minima
Nonostante le piccole dosi vitaminiche utilizzate in questo studio, nel gruppo multivitaminico sono stati comunque osservati dei benefici. Ad esempio, dopo 2,5 anni di trattamento con il multivitaminico a basso dosaggio, si è visto un miglioramento nella funzione cognitiva rispetto ai soggetti di controllo, anche se ciò non ha raggiunto una significatività statistica.
Altre prove mostrano che l’integrazione di nutrienti sostiene la funzione cognitiva
I multivitaminici contengono diverse sostanze nutritive che hanno mostrato di influenzare il declino cognitivo.
Le vitamine B6, B12 e l’acido folico sono importanti per le reazioni di metilazione, cruciali per la salute del tessuto cerebrale. La carenza di questi nutrienti è associata ad una grave compromissione della funzione cerebrale (5). Uno studio controllato contro placebo ha rivelato che uomini e donne con decadimento cognitivo lieve che sono stati aiutati con vitamina B6, B12 e acido folico per 24 mesi hanno riportato il 29% in meno di atrofia cerebrale e più alti punteggi nei test cognitivi rispetto a quelli che hanno ricevuto placebo. (6)
Numerosi studi hanno coinvolto lo stress ossidativo nella patologia di deterioramento cognitivo lieve e della malattia di Alzheimer. (7-9) Gli antiossidanti vitamina C, E e beta-carotene proteggono il cervello dal danno ossidativo. (10)
Le prove sperimentali suggeriscono fortemente che la vitamina A eserciti azioni sulla fisiologia e sul comportamento del cervello nella vita adulta. Ad esempio, un metabolita attivo della vitamina A, l’acido retinoico, è una potente molecola di segnalazione nel cervello e aiuta a regolare la crescita delle cellule nervose, la sopravvivenza nervosa e la plasticità sinaptica.(11)
In uno studio clinico in doppio cieco controllato contro placebo che ha coinvolto oltre 200 persone di mezza età in buona salute, i soggetti sono stati trattati con un multivitaminico o placebo per più di due mesi, ed entrambi i gruppi sono stati poi valutati per la funzione cognitiva. E’ stato dimostrato che coloro che prendevano il multivitaminico mostravano un minore affaticamento durante gli impegni cognitivi ed erano più accurati nei test. Inoltre, coloro che prendevano i multivitaminici sono stati in grado di completare più rapidamente i test di elaborazioni matematiche rispetto ai soggetti con placebo.(12)
Ricercatori australiani nel 2012 hanno pubblicato i dati di uno studio in doppio cieco, controllato contro placebo, di 8 settimane, di multivitaminici in uomini di età compresa tra 50 e 74 anni. Hanno trovato che la supplementazione di multivitaminico ha significativamente migliorato alcuni aspetti della memoria e hanno concluso che “… la supplementazione a termine relativamente breve con un multivitaminico può portare benefici […] per i fattori di rischio per il declino cognitivo.”(13)
Difetti dello studio sugli Eventi Cardiovascolari
Standard di adesione basso
Nello studio sugli eventi cardiovascolari, un esorbitante 46% dei soggetti ha interrotto il regime multivitaminico durante lo studio.
È incomprensibile che i ricercatori abbiano ritenuto che fosse accettabile generare un’analisi di efficacia quando quasi la metà del gruppo di trattamento attivo aveva smesso di aderire al trattamento. Inoltre, è riprovevole che gli editori degli Annals of Internal Medicine abbiano consentito la pubblicazione di questa ricerca metodologicamente viziata nel loro giornale.
I membri della Life Extension® sono ben consapevoli che i benefici ottimali per la salute non possono essere raggiunti a casaccio o assumendo solo a fasi alterne una dieta sana e integratori nutrizionali. Il raggiungimento di una salute ideale è un impegno permanente, che richiede l’uso regolare di integratori completi e di alta qualità.
Lo Studio minimizza la riduzione del rischio cardiovascolare dovuta ai multivitaminici
Due dati inclusi nel rapporto hanno dimostrato tassi di eventi cardiovascolari ridotti per il gruppo con multivitaminico, anche se non hanno raggiunto la significatività statistica. Questo beneficio è generalmente aumentato per tutta la durata del periodo di follow-up di 4,5 anni.
Ad esempio, nonostante abbiano concluso che i multivitaminici non proteggono contro il rischio cardiovascolare, i ricercatori hanno trovato una riduzione dell’11% del loro endpoint primario (tempo fino al decesso per qualsiasi causa, infarto, ictus, rivascolarizzazione coronarica o ospedalizzazione per angina) fra i soggetti che assumevano multivitaminici.
Inoltre, c’era una riduzione del 18% dell’endpoint secondario (tempo fino al decesso per infarto cardiovascolare o ictus).
Assurde Ipotesi di Efficacia
Una parte importante della progettazione dello studio consiste nello stabilire soglie qualificanti degli effetti che possono essere chiariti statisticamente in base al numero di soggetti e la durata del processo. In questo studio, gli autori hanno progettato il processo per rilevare una riduzione del 25% del rischio cardiovascolare. In altre parole, per questo studio, per concludere che i multivitaminici forniscono benefici cardiovascolari, la somministrazione avrebbe dovuto eliminare 1 su 4 eventi cardiovascolari.
Impostando l’asticella per l’efficacia così in alto, questo studio è stato progettato fin dall’inizio appositamente per concludere che i multivitaminici non avrebbero fornito alcun beneficio.
Maggioranza di pazienti diabetici selezionati nel gruppo con multivitaminici
Il diabete è uno dei maggiori fattori di rischio di malattie cardiovascolari. Pertanto è estremamente importante, per ogni studio che esamina gli esiti cardiovascolari, assicurarsi che tutti i gruppi di partecipanti abbiano identiche percentuali di soggetti con diabete. In caso contrario, il gruppo con maggiore frequenza di diabete sarà quasi certamente a maggiore rischio cardiovascolare.
In questo studio viziato degli Annals of Internal Medicine, i soggetti nel gruppo multivitaminico avevano un più alto tasso di diabete rispetto a quelli che avevano ricevuto il placebo e questa differenza ha influenzato ulteriormente i risultati.
Basse dosi di vitamina D e B12
Sebbene i ricercatori che hanno condotto questo studio si riferiscano al preparato multivitaminico come “ad alta potenza”, uno dei componenti maggiormente importanti per la salute cardiovascolare era praticamente assente dalla formula. (14)
Il multivitaminico utilizzato in questo studio conteneva una misera quantità di 100 IU di vitamina D.
Life Extension consiglia almeno 2.000 IU di vitamina D in un multivitaminico, con quantità crescenti al fine di mantenere livelli di 25-idrossi-vitamina D di 50-80 ng/mL.
Un altro nutriente critico per la salute del cuore è la vitamina B12. Essa abbassa i livelli dell’aminoacido omocisteina, che danneggia i vasi sanguigni ed è associata al rischio cardiovascolare. (15)
La formula multinutriente utilizzata in questo studio viziato conteneva 100 mcg di vitamina B12. Life Extension consiglia di prendere 300-600 mcg di vitamina B12 nelle formule multivitaminiche con dosi crescenti se necessario per mantenere i livelli di omocisteina ottimali inferiori a 8 μmol/L.(16)
Trascurata l’importanza critica del Gamma Tocoferolo
Nel multivitaminico usato, è stata inclusa la forma alfa tocoferolo della vitamina E, mentre non c’era il gamma tocoferolo. Questo è importante perché l’evidenza scientifica dimostra che in assenza di gamma tocoferolo, l’alfa tocoferolo, da solo, non può fornire protezione cardiovascolare significativa.
Inoltre, l’evidenza suggerisce che la supplementazione del solo alfa tocoferolo potrebbe effettivamente ridurre i livelli del cardioprotettivo gamma tocoferolo.
La forma alfa della vitamina E riduce il danno ossidativo al rivestimento delle arterie, riduce la pericolosa aggregazione delle cellule del sangue e ritarda la formazione di coaguli.(17) Inoltre inibisce la proliferazione della muscolatura liscia (coinvolta nel processo di formazione della placca (18) migliora la stabilità delle placche grasse, supporta la funzione delle cellule che rivestono le arterie, regola il tono vascolare e combatte l’infiammazione.19 Nonostante questi risultati impressionanti, gli studi clinici dell’alfa tocoferolo da solo hanno dato risultati contrastanti riguardanti i suoi effetti cardioprotettivi.
Ciò potrebbe essere dovuto al ruolo del gamma tocoferolo sulla salute cardiovascolare. Dal momento che alte dosi supplementari di alfa tocoferolo riducono drasticamente i livelli di gamma tocoferolo, i benefici dell’alfa tocoferolo possono essere oscurati dagli effetti negativi dei ridoti livelli di gamma tocoferolo.(20)
Il gamma tocoferolo è importante nella difesa contro le malattie cardiovascolari. Diverse ricerche confermano che le concentrazioni tissutali più elevate di gamma tocoferolo sono associate a più bassi tassi di malattia e di morte a causa di eventi cardiovascolari. (21)
In effetti, diversi studi dimostrano che i pazienti con malattia cardiovascolare avanzata presentano livelli plasmatici normali di alfa tocoferolo, ma hanno livelli sostanzialmente più bassi di gamma tocoferolo.(22-24) In uno studio di follow-up di sette anni con più di 334.000 donne postmenopausa senza precedenti malattie cardiovascolari, una maggiore assunzione di vitamina E dalla dieta – costituita essenzialmente di gamma tocoferolo – è stata fortemente associata a un minor rischio di morte per malattie cardiovascolari. I dati non sembrano dimostrare un ruolo altrettanto protettivo supplementare dell’alfa tocoferolo.(25)
L’editoriale minimizza le ricerche sui benefici di vitamine e minerali
Nonostante le opinioni condivise dagli autori dell’editoriale, altre ricerche hanno invece dimostrato che i multivitaminici proteggono contro il cancro e le malattie cardiovascolari. (26, 27)
Ad esempio, lo studio Physician’s Health Study II (PHS-II) ha trovato che la supplementazione di multivitaminici è associata con una riduzione dell’8% nell’incidenza globale del cancro e una riduzione del 12% della mortalità da cancro dopo 11,2 anni di follow-up. (26) Inoltre, lo studio Supplementation in Vitamins and Mineral Antioxidants Study (SU.VI.MAX) ha trovato una riduzione del 31% dell’incidenza totale del cancro negli uomini che integravano con multivitaminico. (27)
Combinando i risultati SU.VI.MAX con i risultati PHS-II, il rischio globale per l’incidenza del cancro è stato ridotto sui 10 anni di follow-up. (28)
Lo studio PHS-II ha anche riscontrato una riduzione del 39% del rischio di attacco cardiaco fatale nei soggetti che assumevano un multivitaminico.(26)
Inoltre, diversi studi hanno dimostrato i benefici notevoli associati con l’integrazione. Un piccolo campione del vasto numero di solidi studi che sostengono l’integrazione di vitamine e minerali è fornito di seguito.
Uno studio del 2013 che riguardava 88.045 donne in postmenopausa ha riferito che l’assunzione di vitamina B6 e riboflavina dalla dieta e dagli integratori riduce il rischio di cancro colonrettale10 e uno studio del 2007 con 81.184 soggetti ha trovato che bassi livelli di vitamina B6 sono associati ad un aumento del rischio di cancro colonrettale. (29)
Un altro studio del 2013 che ha esaminato 77.446 uomini e donne di età compresa tra 50 e 76 anni ha trovato una relazione inversa tra il selenio nella dieta e il rischio di cancro pancreatico. (30) Nel 2012, i ricercatori europei hanno pubblicato i risultati di un ampio studio su 23.943 soggetti che hanno assunto integratori vitaminici antiossidanti per una media di 11 anni. Gli individui che hanno utilizzato multivitaminici antiossidanti avevano il 48% in meno di probabilità di morire di cancro e il 42% in meno di probabilità di morire per qualsiasi causa rispetto a coloro che non assumevano vitamine antiossidanti. (31)
Conclusione
Sulla base di una analisi di questi studi e delle ricerche esistenti, Life Extension continua a raccomandare ai soci di integrare con un multivitaminico di alta qualità contenente dosi fisiologiche di una vasta gamma di vitamine e minerali, assieme ad alte dosi di omega-3, vitamina D, curcumina, coenzima Q10, PQQ, carnosina, acido lipoico, altri nutrienti e ormoni che giocano un ruolo cruciale nel mantenere una salute ottimale.
Blake Gossard, Kira Schmid, ND, Luke Huber, ND, MBA, Steven V. Joyal, MD
Fonte: www.lef.org
Link: www.lef.org/featured-articles/Flawed-Research-Used-to-Attack-Multivitamin-Supplements.htm
Scelto e tradotto www.comedonchisciotte.org da STEFANO PRAVATO
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