Secondo le prime stime riportate dall’ufficio di statistica ungherese, nell’ultimo trimestre del 2013 il prodotto interno lordo è cresciuto del 2,7% rispetto allo stesso trimestre del 2012 e dello 0,6% se rapportato al terzo trimestre 2013.
Alla crescita hanno contribuito la produzione agricola, il settore manifatturiero e le costruzioni. I dati finali saranno pubblicati il prossimo 5 marzo. Complessivamente, nel 2013 la crescita è stata dell’1,1%. L’indice dei prezzi al consumo calcolato dall’Ufficio Centrale di Statistica (KSH), registra a gennaio un dato invariato su base annua. Rispetto a dicembre tuttavia l’inflazione risulta in leggera ripresa dello 0,3% a gennaio.
Positivo anche l’andamento del commercio estero. A dicembre la bilancia commerciale ungherese ha segnato un nuovo saldo in attivo a 150 milioni di euro con le esportazioni ungheresi e le importazioni cresciute rispettivamente del 9,5% e del 6,9% rispetto allo stesso mese del 2012.
Le prime stime indicano che tra gennaio e dicembre 2013 il volume delle esportazioni ungheresi è ammontato a 24.303 miliardi di fiorini (81,9 miliardi di euro), quello delle importazioni a 22.135 milioni di fiorini (74,6 miliardi di euro). Solo a dicembre il surplus della bilancia commerciale ha segnato la cifra di 87 miliardi di fiorini (circa 290 milioni di euro).
Fonte notizia: Il Sole 24 Ore – pubblicata anche da itlgroup.eu/magazine/
Nota.
L’Ungheria, prima , prima di cacciare l’FMI, l’Unione Europea e la BCE fuori dai propri confini con una decisione senza precedenti, era semplicemente in ginocchio. Ora, grazie alla propria monetae al controllo della Banca di Stato a cui fa capo la valuta nazionale, a una politica economica accorta, e alla riduzione drastica dei costi interni (energia) e all’aumento delle pensioni e degli stipendi, sta vivendo uno sviluppo e una crescita che hanno pochi rivali in Europa. Certamente nessuno di questi: Francia, Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Irlanda, Olanda, Belgio. Tutte nazioni devastate dall’euro e incatenate alla UE con politiche recessive folli.
Fonte Ilnord.it