di Piero Cammerinesi (corrispondente dagli USA di Altrainformazione)
Sono tristemente note le strategia che i media usano nel diffondere e difendere la menzogna ad oltranza.
Sbattere il mostro in prima pagina con titoli a 6 colonne e poi, magari a distanza di mesi, quando – nonostante e a dispetto di tutto – la verità viene a galla, ecco una minuscola, invisibile rettifica in corpo 6 a pagina 99.
Oppure strillare subito la notizia falsa prima che chiunque l’abbia potuta verificare, in modo da condizionare pesantemente l’opinione pubblica.
“Beh se lo dice la CNN o la BBC o lo scrive Repubblica deve essere vero…hanno fior di giornalisti…”
E invece no, amici cari, proprio per quello – per gli ottimi giornalisti che ci tengono molto al proprio ottimo posto di lavoro – oggi, nella maggior parte dei casi, le notizie che provengono dai grandi media sono false o falsificate.
Poi c’è la strategia dell’oblio, quella che seppellisce i fatti sotto una spessa coltre di silenzio; prendiamo il caso del volo Malaysia MH17 abbattuto nei cieli ucraini il 17 luglio scorso.
Avete notato che i giornali e le televisioni non ne parlano più?
Ci si è affrettati a incolpare la Russia ancor prima che le vittime fossero fredde, non si sono portate prove credibili, non si è data nessuna risonanza alle prove fornite dal Ministro della difesa russo[1] e poi…il silenzio.
Evidentemente ciò cui doveva servire quell’incidente è stato raggiunto: le sanzioni alla Russia e una nuova ferita, un nuovo nucleo di angoscia e paura da immettere in un’area particolarmente instabile del mondo.
La stessa area dove – esattamente cento anni fa – è scoccata la scintilla che ha portato alla prima guerra mondiale.
Il silenzio assordante dei media è un sistema ormai brevettato: tanto poi la gente dimentica, il tempo passa e sempre nuovi orrori saturano gli animi. Dopo qualche mese chi mai si ricorda di quelle 298 vittime innocenti di un gioco molto più grande di loro, che si sono trovate nel posto sbagliato nel momento sbagliato?
Chi continua a informarsi, a indagare, ad approfondire, chi ne ha i mezzi e il tempo?
Forse i parenti delle vittime e qualche giornalista coraggioso – sì, alcuni esemplari di questa specie in via di estinzione sono sopravvissuti – ma quanto contano? La loro voce si ode in giro come quella di un uomo che parla a bassa voce mentre un oratore sul palco strilla attraverso un megafono.
E intanto il tempo passa e cosa rimane nella mente della gente? Di quelli che poi decidono – ocredono di decidere – il proprio futuro andando a votare?
Rimane che quell’aereo civile è stato abbattuto dai ribelli filo-russi armati da Putin.
Punto.
Indipendentemente dalle prove fornite, il megafono della verità ufficiale continua a ripetere il mantra voluto da chi ha verosimilmente provocato e certamente utilizzato quel disastro.
Ma se il gregge non si volesse accontentare delle verità di seconda mano che vengono propinate dai pastori che lo tosano e poi lo macellano, qualche ricerca potrebbe offrire qualche sorpresa.
Ad esempio quella rappresentata dall’articolo di giovedì 7 Agosto comparso sul New Straits Times, fiore all’occhiello della stampa malese in lingua inglese.
Ebbene in questo articolo[2] si fa riferimento a fonti di intelligence americana che addebiterebbero l’abbattimento dell’aereo civile non a un missile Buk sparato dai ribelli filo-russi, bensì ad un aereo ucraino.
Ora, bisogna considerare il fatto che la stampa malese non è una stampa ‘libera’ – stavo per scrivere “come da noi” poi mi sono bruscamente risvegliato – ma strettamente controllata dal regime e questo spinge a pensare che tale ipotesi sia in qualche modo – anche se non si ha l’ardire di sostenere apertamente una tesi così ‘controcorrente’ – condivisa dal Governo malese.
La relazione che viene portata a sostegno di questa tesi è estremamente accurata, ma i media a stelle e strisce e quelli dei loro servi europei la hanno immediatamente seppellito sotto un muro di silenzio, visto che essa che confuta, con dati alla mano, le accuse strumentali dell’amministrazione USA.
Ma entriamo nel merito.
L’articolo del New Straits Times sostiene testualmente che “gli analisti americani concludono che il volo MH17 è stato abbattuto da un aereo” esibendo le prove che un caccia ucraino ha attaccato l’aereo di linea prima con un missile, poi con un cannoncino da 30 millimetri da entrambi i lati dell’aereo civile.
L’esercito russo ha già presentato dettagliate registrazioni e dati satellitari[3] che mostrano un jet da combattimento ucraino Sukhoi-25 che stava seguendo l’MH17 poco prima che l’aereo di linea si schiantasse. Naturalmente il regime di Kiev ha negato che vi fossero suoi aerei da combattimento in volo in quella zona.
Dunque secondo il giornale malese, “fonti di intelligence statunitensi hanno concluso che il volo MH17 è stato abbattuto da un missile aria-aria e che il Governo ucraino ha qualcosa a che fare con questo abbattimento”.
Ciò conferma una teoria che si sta facendo strada – formulata da investigatori locali – secondo la quale il Boeing 777-200 sarebbe stato colpito da un missile aria-aria e poi abbattuto con cannoni da parte di un jet che lo ha seguito fino al suo precipitare a terra.
Il giornale cita esperti che hanno affermato che i segni sulla fusoliera indicano due forme distinte – la classica sagoma dell’entrata di un missile e quelle di fori rotondi, coerenti con dei colpi di cannone.
Il New Straits Times cita diverse fonti a sostegno della propria posizione, tra le quali quella di un osservatore dell’organizzazione per sicurezza e cooperazione in Europa (OSCE), Michael Bociurkiw, uno dei primi a arrivare sul luogo dello schianto.
Bociurkiw ha testualmente affermato: “Ci sono due o tre pezzi di fusoliera che sono stati davvero crivellati con qualcosa che assomiglia molto a fuoco di mitragliatrice; un fuoco di mitragliatrice molto, molto forte[4]”.
Un’altra fonte che il giornale malese cita è quella di un articolo, di Robert Parry , ex-giornalista della Associated Press, il quale ha affermato che, vista la totale assenza di prove fornite dall’amministrazione americana, secondo la quale sarebbero stati i ribelli filo-russi a causare l’abbattimento dell’aereo civile, “alcuni analisti di intelligence USA hanno concluso che con tutta probabilità non vi è responsabilità da parte né dei ribelli né della Russia, mentre – secondo una fonte informata su questi fatti sembra che la colpa vada attribuita alle forze armate del governo ucraino[5]”.
Tali fonti dei servizi americani avrebbero apertamente affermato che quanto sostenuto da Washington e, in particolare, dal Segretario di stato, John Kerry, è totalmente privo di fondamento.
Il giornale riporta infine la testimonianza di un ex-pilota della Lufthansa, Peter Haisenko, il quale, sulla base di fotografie dei rottami del volo MH17, ha mostrato come i pannelli del cockpit siano stati crivellati da colpi di mitragliatrice pesante da entrambi i lati[6].
Nessuno, prima di Haisenko, aveva notato che i proiettili avevano perforato il pannello sia dal lato sinistro che da quello destro. Ciò esclude qualsiasi missile sparato da terra, conclude Parry.
Ora, al di là delle opposte teorie, quello che va sottolineato è il fatto che questo articolo uscito sulla stampa malese è particolarmente significativo in quanto non viene dalla stampa di un Paese avversario degli USA sulla scacchiera geopolitica internazionale, dunque non lo si può aprioristicamente tacciare di parzialità.
In altri termini, la Malesia – a differenza della Russia – non ha motivi politici per sostenere che la responsabilità dell’abbattimento del volo civile vada attribuita a Kiev e non ai ribelli filo-russi.
Non è il caso in questa sede di approfondire altre autorevoli fonti che indicano con dovizia di prove la veridicità di questa interpretazione dei fatti. Basti solo – a livello esemplificativo – citare un’altra fonte di intelligence degli Stati Uniti che, perplessa per la totale assenza di prove nella costruzione accusatoria nei confronti di Putin e temendo una catastrofica escalation militare, ha criticato aspramente la gestione della crisi da parte di Washington[7].
A questo punto domandiamoci a chi sia stato veramente utile questo orribile episodio della nostra recente storia e soprattutto come si sia mossa la stampa internazionale – al soldo di Washington e dei suoi lacchè europei – per ingannare, mentire, depistare e silenziare.
I media occidentali, infatti, hanno completamente oscurato, immediatamente dopo l’incidente, ogni indagine indipendente sull’abbattimento del MH17.
Se così non fosse, avreste già letto queste informazioni sulla stampa italiana, ma così non è stato.
E ad oggi funzionari di Kiev stanno continuando ad ostacolare l’inchiesta, rifiutando le richieste di informazioni sul volo MH17 da parte dei malesi, come ad esempio le registrazioni delle comunicazioni tra l’aereo ed i controllori del traffico aereo di Kiev.
Ebbene, per onorare e ricordare quelle 298 vittime – tra le quali poteva esserci chiunque di noi – dovremmo forse non seppellirle sotto una spessa coltre di oblio, sempre sospinti da nuove notizie e ondate di sentimenti, ma ricordarle, onorandone il sacrificio con la ricerca e la volontà di verità.
L’unica che ci renderà liberi. Un giorno.
[1] https://www.youtube.com/watch?v=4bNPInuSqfs
[2] http://www.nst.com.my/node/20925
[3] http://www.wsws.org/en/articles/2014/07/22/russ-j22.html
[4] https://www.youtube.com/watch?v=7ze9BNGDyk4
[5] http://consortiumnews.com/2014/08/03/flight-17-shoot-down-scenario-shifts/
[6] http://www.anderweltonline.com/wissenschaft-und-technik/luftfahrt-2014/shocking-analysis-of-the-shooting-down-of-malaysian-mh17/
[7] http://www.wsws.org/en/articles/2014/07/31/side-j31.html