DI
MARIA GRAZIA BRUZZONE
Sul Quantitative Easing (QE) all’europea, il bazooka di Mario Draghi, la politica di allentamento monetario o del “denaro facile” che la Bce ha infine varato sulla scia di quella degli USA e più recentemente del Giappone , abbiamo potuto leggere varie cose su come funziona e sui suoi (auspicati) effetti positivi nel combattere la deflazione, rilanciando l’economia, con benefici per tutti i cittadini.
Ma non tutti sono d’accordo che proprio questo sarà l’esito. Anzi.
Capita a proposito un post intitolato “Guardate chi sta tirando giù l’economia globale, ma a nessuno è consentito dirlo”. L’ha scritto Wolf Richter, l’analista-blogger californiano di business e finanza che abbiamo già incontrato altre volte, non un “alternativo” ma una voce fuori dal coro.
Richter punta il dito proprio sulle politiche monetarie delle banche centrali, a partire dalla Federal Reserve, accusate di favorire solo l’1% della piramide sociale (banche, multinazionali e miliardari vari). I blog alternativi peraltro lo denunciano da anni, Richter spiega perché non lo si può dire apertamente. E racconta perché la Bce, come ha detto una megabanca francese, ‘è prigioniera delle aspettative dei ‘mercati’.
TROPPA DISUGUAGLIANZA E’ NOCIVA E PERICOLOSA, questo sì lo si può dire tranquillamente. “Un po’ di disuguaglianza è una cosa buona, crea incentivi per lavorare di più e stimola l’imprenditorialità. Molta ineguaglianza fa male, ‘disimpegna segmenti della società ed erode il tessuto sociale ’. Ad affermarlo in un’intervista è Mohamed El-Erian, personaggio ben noto del mondo finanziario, già alla testa di PIMCO (lo storico fondo di investimenti, uno dei maggiori, da sempre vicino ai Dem) oggi capo consigliere economista di Allianz, il gigante assicurativo tedesco.
Enrian si unisce alle voci di coloro che considerano la disparità di reddito e di ricchezza un problema economico. Ma nessuna di queste voci arriva a menzionare la causa, anche se la conoscono benissimo – sottolinea Richter. E ora ne abbiamo una conferma numerica.
Negli ultimi due decenni centinaia di milioni di persone sono state tirate fuori dalla povertà, per lo più in Asia. Da questo punto di vista la disuguaglianza si è ridotta. Ma a livello nazionale “il quadro è diverso”, afferma El Enrian.
In USA, in Brasile o in Cina c’è stato un forte aumento sia di ricchezza che di disuguaglianza, e ora questo si traduce in un accesso disuguale alle opportunità. E quando si comincia a parlare di opportunità si affronta un problema ben più grande e più difficile da risolvere.
‘La coesione sociale è a rischio’, sostiene nella stessa intervista il capo economista di Allianz Michael Heise, che vede “un pericolo per i paesi industriali e per quelli in via di sviluppo. In tempi recenti abbiamo assistito a rivolte e conflitti là dove la povertà giocava un ruolo importante”.
SE L’1% POSSIEDE META’ DELLA RICCHEZZA GLOBALE. Coincidenza vuole che Oxfam, un ente no profit che lavora in 90 paesi, abbia appena pubblicato un rapporto secondo il quale l’% più ricco del mondo sta accaparrandosi la maggior parte delle ricchezza globale.
Nel 2008 il 99% ne deteneva ancora il 56% – secondo dati del Credit Suisse – mentre l’1% ne possedeva il 44%.
Poi c’è stata la Crisi Finanziaria, che ha impattato i due gruppi in proporzioni simili e nel 2009 non ci sono stati cambiamenti.
Il punto di svolta è stato il 2010: l’1% ha iniziato ad accaparrarsi una quota sempre maggiore di ricchezza mentre il 99% perdeva terreno.
Nel 2014 il 99% è sceso al 52% della ricchezza globale e l’80% della piramide detiene appena un misero 5,5%, mentre l’1% al vertice è volato al 48%.
Se questa tendenza continua – si legge nel rapporto – nel 2016 l’1% possiederà una quota di ricchezza maggiore di tutto il resto della popolazione del mondo.
Non solo. Nel 2009 gli 80 individui ritenuti i più ricchi del mondo (classifica di Forbes) avevano meno di $ 1 trilione (1000 miliardi) di ricchezza netta. Nel 2014 la loro fortuna complessiva è raddoppiatatoccando $1,9 trilioni (1900 miliardi).
Nello stesso periodo il gruzzolo del 50% degli individui al fondo della piramide è sceso lasciando loro in mano meno della metà della ricchezza globale.
Insomma : gli 80 individui più ricchi possiedono più beni dell’insieme dei 3.5 miliardi più poveri, 1 miliardo dei quali – detto per inciso – vive con meno di $1,25 al giorno.
NEL 2009 E’ SUCCESSO QUALCOSA, scrive Richter. Le Banche Centrali in giro per il mondo hanno cominciato a creare furiosamente denaro dal nulla e a comprare asset finanziari (azioni, obbligazioni e simili) per gonfiarne i prezzi. Hanno imposto politiche a tasso zero che hanno offerto alle banche e ad altre istituti finanziari capitali gratis o quasi, mentre sacrificavano i risparmiatori privandoli degli interessi sui loro risparmi. Se volete interessi, comprate asset a rischio, è stato detto loro. Etutto è cominciato a salire: petrolio, azioni, obbligazioni, obbligazioni-spazzatura, prestiti a leva, case, opere d’arte, terreni agricoli.
“Dal 2008 le Banche Centrali hanno stampato $10.7 trilioni, 10.700 miliardi di dollari, ha precisato Bank of America/Merril Linch. Alcune banche centrali sono arrivate a imporre tassi negativi. Lo ZIRP – la politica degli interessi a zero – è ora così diffuso che copre l’83% della capitalizzazione del mercato azionario flottante globale. Di questi tempi il 52% di tutti i tassi obbligazionari sono inferiori all’1%. Nell’Eurozona in Svizzera e in Giappone ci sono $7,3 trilioni di Treasury Bonds(Buoni del Tesoro e affini, titoli pubblici) con interessi negativi”.
CHI HA BENEFICIATO DA QUESTE POLITICHE MONETARIE? Una correlazione non è una causa, mette le mani avanti Richter. Se due eventi capitano insieme, non vuol necessariamente dire che uno ha causato l’altro. Ma in questo caso la Fed ha segnalato le sue intenzioni già nel 2008 e nel 2009: voleva gonfiare i prezzi degli asset (azioni ecc) e creare l’ ‘ effetto ricchezza’ di cui aveva già parlato Greenspan (il governatore dell’epoca).
“Per chi avesse dubbi, il successivo governatore della Fed Bernanke ha spiegato questo ‘effetto ricchezza’ in un editoriale del 2010. Le misure ‘forti e creative’ della Fed – così chiamava QE e ZIRP – dovrebbero spingere in alto i prezzi delle azioni, scriveva. E questi faranno aumentare la ricchezza dei consumatori e ne aumenteranno la fiducia, che li spingerà a spendere. Maggiori consumi produrranno più alti introiti e profitti, in un circolo virtuoso che sosterrà l’espansione economica”.
Aveva ragione, e ora è ufficiale: un “effetto ricchezza” c’è stato, il punto è che a beneficiarne è stato l’1%.
Gli asset (azioni, obbligazioni e quant’altro) di quell’1% sono stati salvati dalle banche centrali. La loro fiducia è cresciuta e hanno aumentato i loro investimenti a leva, prendendo a prestito denaro a un costo vicino allo zero per comprare altri asset, sicuri che il loro prezzo avrebbe continuato a crescere perché le banche centrali avrebbero continuato a stampare denaro e a mantenere uno ZIRP che avrebbe incoraggiato più leva e più acquisti. E così hanno fatto, provocando una ulteriore ascesa dei prezzi, il che li ha fatti sentire ancora più fiduciosi. Hanno continuato a spendere, sempre di più, producendo quel ‘circolo virtuoso’ dove l’1% diventa sempre più ricco e gli 80 miliardari del mondo ne hanno profittato alla grande.
Peccato non ce ne siano a sufficienza per produrre un vero impatto sull’economia degli USA e su quella globale. Di qui i problemi e la depressione del restante 99% globale.
(Anche negli USA. Per quanto i media negli ultimi tempi si sforzino di ripetere che siano in grande ripresa e tutti ne beneficino, la realtà secondo molti osservatori è diversa. Ad es. un post recentissimo di HuffingtonPost Usa parla della middle class indebitata e sottopagata, il ‘ nuovo proletariato americano‘, col 62% della popolazione che non ha sufficienti risparmi per pagare la riparazione di un’auto o una spesa medica da $500. E i salari che scendono, e l’export a picco. ZeroHedge ha spiegato il boom degli acquisti di automobili con la novità dei pagamenti a rate fino 7-10 anni concessi anche a chi è insolvente: un prossimo scandalo subprime che sta già crescendo? Se ne è occupato anche Richter, qui).
POLITICAMENTE SCORRETTO. “Oxfam propone un piano in 7 punti per far diminuire le disuguaglianze, ma né il rapporto, né l’intervista ai big di Allianz El-Erian e Heise – beneficiari del QE – menzionano la prima causa dell’ampliarsi delle disparità: le politiche monetarie, QE e ZIRP”, scrive Richter.
Per il quale la soluzione è che tutte le banche centrali la smettano con le loro macchinazioni (vedi l’ultima della SNB, la banca centrale svizzera) e comincino a fare marcia indietro dal mese prossimo.
L’analista blogger osserva che, mentre è molto in voga di questi tempi considerare l’ineguaglianza un problema, sarebbe politicamente molto scorretto per un ente no-profit come Oxfam che dipende da elargizioni delle corporations parlare dell’indicibile. Mentre potrebbe chiudere la carriera di un alto dirigente di uno dei maggiori istituti finanziari del mondo smentire il dogma secondo il quale QE, ZIRP e l’’effetto ricchezza’ che ne risulta servono al bene comune.
E né la Casa Bianca che di questi tempi parla molto di ineguaglianze, né i Repubblicani nel Congresso hanno le palle per puntare il dito nella direzione giusta, verso la Fed e le altre banche centrali.
LA BCE PRIGIONIERA DEI MERCATI. Ora è toccato alla Bce. “ I grandi protagonisti della finanza reclamano che la Bce avvii un grande QE ora che la Fed ha stoppato il suo. E la Bce ‘è prigioniera delle aspettative dei mercati’, ha puntualizzato una megabanca Francese “. Così Richter concludeva il suo post del 20/1, rinviando a un altro suo post sul tema del 15/1, entrambi prima del QE di Draghi.
(E già. Dopo la crisi del 2008, col pretesto di salvare l’economia, la politica monetaria del mondo occidentale è stata presa in carico dalle banche centrali – egemonizzate dalla Fed i cui azionisti peraltro sono un pugno di megabanche americane. E le banche centrali non possono sottrarsi alle aspettative dei ‘mercati’, dominati dalle stesse megabanche e dalle loro appendici. E quando la Fed ha deciso – visti i suoi bilanci – di smettere di pompare denaro nel sistema a botte di $85 miliardi al mese, il testimone è passato al Giappone, e adesso alla Bce che immetterà €50 miliardi al mese per due anni, totale €1 trilione.
“Abbastanza da soddisfare i mercati “, hanno osservato i media , che infatti hanno subito festeggiato, a cominciare da Londra.
Richter va più a fondo e smonta il pretesto addotto dalla Bce per lanciare il suo QE: combattere la deflazione. Sintetizziamo.
L’Eurozona dal 2011 aveva un surplus commerciale a dispetto dei debiti pubblici e dell’euro forte. I tassi a 10 anni erano già bassissimi, Francia, Spagna e Italia prendevano a prestito denaro praticamente a costo zero.
Il QE rischia di minare l’unità della UE, dal momento che potrebbe finire davanti alla Corte Costituzionale tedesca, come già l’OMT, l’altro marchingegno escogitato dalla Bce. E la Germania potrebbe persino essere costretta a uscire dall’euro.
Ma è stata buttata sul tavolo la parola DEFLAZIONE per descrivere la diminuzione dell’inflazione dovuta al ribasso del petrolio – una parola che secondo il capo economista dell’istituto tedesco Ifo è solo un pretesto per il QE.
“A reclamare il QE sono state le potenti centrali finanziarie europee (leggi britanniche) e americane,specie dopo che la Fed ha smesso di fornire loro denaro gratis. Ne vogliono ancora e tanto”. Richter fa l’esempio della Royal Bank of Scotland, l’ultimo istituto a uscirsene pubblicamente. Prevedendo’ l’arrivo di un QE su larga scala il 22 gennaio: ‘aspettare marzo non sarebbe stato fattibile’. Messaggio implicito: i prezzi di azioni etc saliranno ancora, comprate, comprate, comprate”.
‘Il QE spingerà gli asset finanziari a prezzi assurdi’, è intervenuta Naxitis, la divisione investimenti del gruppo BPCE, la seconda banca francese. Le aspettative sono cominciate l’estate scorsa, di qui la svalutazione dell’euro, il precipitare ulteriore dei tassi e l’evaporazione dei premium al rischio .
Queste aspettative dei mercati propagate dai maggiori players finanziari, come la RBS, agiscono come una pistola puntata alla testa della Bce.
Se la Bce non agisse i mercati finanziari europei collasserebbero, i tassi salirebbero, crollerebbero le Borse, si allargherebbero gli spreads. Dunque la Bce non può esimersi, non può certo volere un collasso finanziario, ragiona Richter sulla scia di Naxitis.
La Bce è prigioniera delle aspettative dei mercati (chiamarlo ricatto è troppo? in realtà tutto si tiene, nel sistema finanziario pilotato dalle megabanche)
Invece di stimolare l’economia il QE produrrà una sorta di monetizzazione dei debiti pubblici ‘per migliorare la solvibilità fiscale dei governi’(anche se l’80% dei rischi resta a carico dei governi, per venire incontro alla Germania), il che equivale a una parziale cancellazione del debito.
Ma nessuna banca centrale, se pure lo volesse, può opporsi a ciò che i grandi protagonisti della finanza reclamano, senza riguardi per l’economia e la società nel suo insieme.
Almeno si capisce un po’ meglio come funzionano le cose e di chi siamo “ostaggio”. Quando si dice che la politica è ormai del tutto in mano alla finanza.
Alla fine da Davos è arrivata la dichiarazione di George Soros, il finanziere, speculatore, finanziatore di opere ‘benefiche’ e di rivoluzioni colorate. “Il denaro facile peggiora le disuguaglianze”, ha detto.
Non sappiamo dove volesse andare a parare. In ogni caso un uomo da $19 miliardi, il 30° uomo più ricco del pianeta, può permettersi di essere politicamente scorretto.
Fonte: http://www.lastampa.it