DI
EUGENE ZAGEBNOV
La modernizzazione su larga scala dell’armata della Repubblica popolare cinese deriva dalla crescita economica del paese, questo è il pensiero della comunità degli esperti. Questo punto di vista è però lontano dall’essere unanime.
Secondo i media americani, Pechino si preparerebbe ad un conflitto militare in Asia. All’inizio di febbraio, in un’intervista rilasciata al sito d’inchiesta conservatore The Washington Free Beacon, il capo delle informazioni della flotta del Pacifico degli Stati Uniti, il capitano della Marina americana James E. Farnell indicava che il partito comunista cinese ha iniziato un ringiovanimento dei suoi effettivi non solamente per assicurare la stabilità all’interno del paese ma anche per poter utilizzare la sua forza militare.
“Non bisogna prendersi in giro” ha messo in guardia Farnell nel suo ultimo discorso prima della pensione. “Abbiamo potuto rilevare, nel corso di questi ultimi quindici anni, delle prove del fatto che Pechino si sta preparando ad utilizzare le sue forze armate”.
Il funzionario militare si è detto inoltre convinto che la Cina stia valutando la possibilità di infrangere la stabilità nella regione, specialmente in seguito alle tensioni attorno alle isole Diaoyu (Senkaku) nel mare della Cina orientale. Farnell ha chiamato i servizi d’informazione a fornire delle notizie “oggettive” sulla crescita della potenza militare della Cina affinché i paesi della regione possano prepararsi al meglio.
Le sue dichiarazioni, secondo un grande numero di esperti, hanno suscitato un certo scetticismo.
“La dottrina militare della Cina risponde alle minacce ma non incita all’attacco” , ricorda in un’intervista rilasciata a Sputnik Andreï Ostrovski, il vice direttore dell’Istituto dell’Estremo Oriente sotto l’egida dell’accademia russa delle Scienze.“Questa cosa è contraria alla politica della RPC che è riaffermata ogni anno durante il Congresso del Partito Comunista cinese. La Cina modernizza il suo armamento per meglio rispondere alle minacce potenziali”.
Triplo obbiettivo di di modernizzazione per l’armata cinese
In un discorso pronunciato lo scorso dicembre alla conferenza dell’Armata popolare di liberazione, il capo di stato cinese Xi Jinping ha sottolineato che una modernizzazione dell’esercito è necessaria affinché le forze militare siano in grado di fronteggiare le minacce esterne.
Per questo motivo, nel 2014, il capo di stato ha ordinato un aumento delle spese per gli armamenti del 12,2% fino a 808,2 miliardi di yuan ( all’incirca 131,3 miliardi di dollari).
Quest’ammodernamento persegue un triplice obiettivo. In primo luogo la Cina vuole preservare così la sua integrità territoriale. A tal fine è necessario sviluppare delle forme di protezione in grado d’intervenire in caso di dichiarazione d’indipendenza delle regioni periferiche (Tibet, Xinjiang o Taiwan considerata da Pechino “una provincia dell’RPC”) e permetterebbero di contenere l’“accerchiamento” americano. Secondariamente un esercito più moderno permetterebbe alla Cina di assicurare la stabilità regionale, preservare i suoi confini e mettere in sicurezza gli approvvigionamenti energetici. Infine, un esercito moderno potrebbe permettere alla Cina di garantire la sua sicurezza economica.
Questo è il parere di Pierre Picquart, esperto della Cina ed autore del libro “La Cina: una minaccia militare ?”, pubblicato nel 2013. Secondo l’esperto, assumendo il suo ruolo di grande potenza, La RPC non ha più paura d’imporsi. “La Cina difende i suoi interessi ricordando che non ha mai né fatto guerra né stretto alleanze con l’Occidente”, spiegava l’anno scorso Picquart in occasione di una conferenza sulla potenza militare cinese.
In un articolo pubblicato alla fine di gennaio dal magazine giapponese The Diplomat, Wang Zheng, direttore del centro di ricerca sui conflitti all’Università Seiton Hall, spiega che il nuovo concetto della “cintura economica della via della seta”, sviluppato dalla Cina, è in effetti una reazione ufficiale di Pechino al riorientamento delle forze militari di Washington sulla regione asiatico-pacifica. Questo concetto, innanzitutto economico, basato sul partenariato della Cina con i paesi dell’Asia centrale e della regione asiatico-pacifica, l’aiuta ad affrontare meglio l’influenza degli Stati Uniti e ad esprimere più chiaramente il suo punto di vista sulle questioni geopolitiche e di diplomazia globale.
Fonte: fr.sputniknews.com
Tradotto per www.comedonchisciotte.org a cura di IKATE