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‘Esiste una cupola dei vaccini’: la procura di Roma conferma le rivelazioni de ‘l’Espresso’
“Esiste una cupola dei vaccini, che ha trasformato in business la lotta a virus pericolosi, garantendo l’arricchimento e la carriera di funzionari pubblici”. La procura di Roma, che ha chiuso l’istruttoria durata otto anni, conferma l’inchiesta pubblicata da “l’Espresso” nello scorso aprile su un traffico illegale di virus scambiati da ricercatori e dirigenti di industrie farmaceutiche al fine di fare della paura delle epidemie un profittevole business.
Come spiega “L’Espresso”, i pm romani hanno diviso il procedimento in due filoni. Il primo riguarda i provvedimenti per combattere l’aviaria, mentre il secondo è relativo alla lingua blu, malattia che colpisce soprattutto gli ovini e che ha decimato gli allevamenti in Sardegna.
Per quanto riguarda l’emergenza “blue tongue” l’ipotesi è che i vaccini, invece di debellare la malattia, in realtà ne abbiano favorito la diffusione negli allevamenti. Tra gli indagati Romano Marabelli, direttore generale del dipartimento Alimenti e Sanità veterinaria del ministero della Salute, e Vincenzo Caporale, direttore dell’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Abruzzo e del Molise, hanno infatti disposto, per la campagna contro la blue-tongue del 2003-2004, l’impiego di un vaccino prodotto nella Repubblica del Sud Africa, senza una sperimentazione che ne valutasse gli effetti indesiderati sugli animali.
“L’Espresso” definisce “inquietante” anche il capitolo sull’aviaria, che vede sotto accusa anche la nota virologa Ilaria Capua e l’attività dell’Istituto zooprofilattico delle Venezie di Padova.
I magistrati ritengono che ci fosse un’associazione per delinquere finalizzata all’uso di “virus altamente patogeni dell’influenza aviaria del tipo H9 e H7N3, di provenienza illecita, al fine di produrre in forma clandestina, senza la prescritta autorizzazione ministeriale, specialità medicinali ad uso veterinario procedendo successivamente, sempre in forma illecita, alla loro commercializzazione e somministrazione ad animali avicoli di allevamenti intensivi”.
Fonte: L’Espresso