Il bazooka di Mario Draghi scaccia tutti i cattivi pensieri? Non proprio. Già, perché la più grande minaccia per il sistema finanziario europeo (e dunque italiano) sta covando proprio in questi giorni. Qualcosa che potrebbe avere conseguenze ben peggiori rispetto a quelle della grande crisi da cui ancora non siamo usciti. L’affare in questione è già stato ribattezzato il “primo caso Lehman della storia del Nord Europa”, con un chiaro riferimento al crac della Lehman broterhs dal quale, dopo il quale, a cascata sono stati travolti gli Stati Uniti e il mondo intero.
Spina staccata – Il “problema”, come sottolinea Wall Street Italia, è un buco da 7,6 miliardi di euro scoperto nella bad bank di Hypo Alpe Adria,la Heta Asset Resolution. Si parla del caso austriaco del fallimento di una banca, di cui vi abbiamo dato conto, e per il quale hanno dovuto pagare i creditori al fine di evitare che lo Stato e i contribuenti si accollassero il peso delle perdite. In buon sostanza, i bond di Heta sono rimasti orfani della garanzia dello Stato. Il punto, però, è che come rivela Bloomberg il panico è solo all’inizio: la decisione dell’Austria di “staccare la spina” alla bad bank sta avendo un effetto domino su tutto il sistema finanziario, provocando revisioni al ribasso di rating in Austria e perdite di banche in Germania.
Un debito enorme – Ancor più tranchant e drammatica l’analisi del Telegrpah inglese: “I bond Heta sono nozionalmente garantiti dallo stato (…). E’ un eco del caos che colpì l’Irlanda all’apice della crisi bancaria, quando tentò scioccamente di frenare il panico sottoscrivendo tutte le passività bancarie irlandesi”. E ancora: “Essenzialmente, quello che il governo austriaco sta facendo è dare il benservito a una intera regione (…) è una mini-Grecia che sta esplodendo nel cuore dell’Europa”. Il debito infatti è enorme. La regione della Carinzia aveva garantito un debito di Heta per 10,2 miliardi di euro nel 2014, ma le entrate previste per il 2015 sono appena 2,36 miliardi. Lo stato austriaco, dunque, come spiega il governatore Peter Kaiser, non riuscirebbe mai a garantire il rimborso. Dovrebbe dunque intervenire l’Austria. Peccato però che il ministro delle Finanze, Hans Joerg Schelling, abbia rifiutato di provvedere all’ammanco.
E il rating… – Questo caso ha avuto durissime ripercussioni sul debito della Carinzia: Moody’s ha tagliato il rating sullo stato di quattro livelli in un sol colpo, da A2 a Baa3, cambiando l’outlook da stabile a negativo. Moody’s infatti mette in evidenza come il buco possa essere maggiore del previsto. E tra i debiti di Heta, per 1,24, c’è anche l’istituto Pfandbriefbank Oesterrich AG, che emette bond per conto delle banche provinciali austriache. Anche quest’ultimo istituto è finito nel mirino di Moody’s, così come sono nel mirino due banche delle province austriache del Tirolo e di Vorarlberg.
Effetto domino – E al termine della descrizione del problema tutto austriaco, si arriva al problema tedesco. Tra le banche esposte ad Heta ci sono anche Dexia Kommunalbank Deutschland, divisione tedesca di Dexia, che detiene Bond per 395 milioni di euro. Anche Deutsche Pfandbriefbank detiene bond Heta per 395 milioni di euro, e soffrirà una svalutazione da 120 milioni. Le cifre dell’esposizione degli istituti tedeschi non sono iperboliche, ma arrivano al cuore del problema. Dopo la Grecia,nel cuore pulsante dell’Europa, c’è una regione che sta per collassare: la Carinzia. E la Carinzia potrebbe trascinare negli abissi l’Austria intera. E quindi la Germania. E quindi l’Europa, in una perfetta riedizione dell’effetto domino innescato da Lehman Brothers. La Lehman europea, appunto…
Fonte: liberoquotidiano.it