DI
ROSANNA SPADINI
La globalizzazione della miseria ha sete di sangue e di verità, esige la morte dell’informazione e la sua trasformazione in propaganda, reclama l’incredulità nelle metanarrazioni per fondare giustizia sociale, e come ci ha spiegato Noam Chomsky, la democrazia stessa è morta quando l’informazione viene piegata al voler dei sovrani post-modeni. È fondamentale capire che i più grandi mezzi di comunicazione sono nelle mani dei grandi potentati economico-finanziari, interessati a filtrare solo determinati messaggi, che possano mistificare la realtà nel miglior modo possibile. Chomsky individua alcune regole fondamentali del gioco falso e ipocrita messo in atto dai network asserviti al potere:
1) La strategia della distrazione è fondamentale per le grandi lobby di potere, al fine di mantenere l’attenzione del pubblico concentrata su argomenti poco importanti, così da portare il comune cittadino ad interessarsi a fatti in realtà insignificanti. Per esempio, l’esasperata concentrazione su alcuni fatti di cronaca (Vespa, Formigli, Floris, Gruber, Mentana, Paragone …)
2) Rivolgersi al pubblico come se si parlasse ad un bambino. Più si cerca di ingannare lo spettatore, più si tende ad usare un tono infantile, come fanno diversi programmi delle trasmissioni generaliste. Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni, in base alla suggestionabilità, lei tenderà ad una risposta probabilmente sprovvista di senso critico, come un bambino di 12 anni appunto.
3) Puntare sull’aspetto emotivo molto più che sulla riflessione. L’emozione, infatti, spesso manda in tilt la parte razionale dell’individuo, rendendolo più facilmente influenzabile.
4) Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità. Pochi, per esempio, conoscono cosa sia il gruppo Bilderberg e la Commissione Trilaterale. E molti continueranno ad ignorarlo, a meno che non si rivolgano direttamente ad Internet.
5) L’autocolpevolizzazione. Si tende, in pratica, a far credere all’individuo che egli stesso sia l’unica causa dei propri insuccessi e della propria disgrazia. Così invece di suscitare la ribellione contro un sistema economico che l’ha ridotto ai margini, l’individuo si sottostima, si svaluta e addirittura, si autoflagella. I giovani, per esempio, che non trovano lavoro sono stati definiti di volta in volta, “sfigati”, choosy”, bamboccioni”. In pratica, é colpa loro se non trovano lavoro, non del sistema.
Anche l’Italia comunque si è adeguata e nelle grandi manovre per “piddinizzare” la Rai, è stata nominata nuova presidentessa Monica Maggioni, già “direttora di RaiNews24, bella presenza, appena cinquantenne e soprattutto donna” (Travaglio). Quando esordì in video con la conduzione di «Unomattina» nel 1998, Marcello Sorgi, direttore del Tg1, scelse quella sconosciuta neoassunta dopo anni di precariato per «gettare un sasso nello stagno», e il comitato di redazione del Tg1 si dimise per reazione. Ma ancora prima nel 1992, il master in telegiornalismo alla neonata scuola di Perugia, due anni di lavoro a Euronews, poi i primi contratti a Rai Uno (TvSette). Comunque lei dice: “Io ho sempre lavorato come un mulo!!”
Monica Maggioni, dipinta come la timoniera tutta d’un pezzo di Rai News, si è distinta però sostanzialmente per il rapporto privilegiato con il direttore generale dell’azienda, Luigi Gubitosi, e in virtù di questa sintonia d’intenti la direttora si è mossa con particolare decisionismo, mentre il capo dell’azienda ha reso evidente l’armonia dirigenziale, assegnando a Rai News una dotazione economica ben superiore a tutte le altre testate.
Lo scorso febbraio, la ex direttrice di Rainews spiegò in diretta agli spettatori la scelta editoriale di non pubblicare più i video delle esecuzioni degli ostaggi prodotti dall’Isis. «Noi non vogliamo diventare parte della loro propaganda», affermò la Maggioni «una decisione presa dopo mesi di discussione in Redazione, perché è difficile gestire una cosa tanto complessa, fino a dove poteva spingersi la decisione di far vedere l’orrore e la crudeltà di questi terroristi, dunque si fermerà la macchina della propaganda, ormai l’Isis si è trasformato in una sorta di Hollywood del terrore, i loro filmati sono studiati, ogni comunicato viene fatto con una regia sapiente, poi non vogliamo diventare parte della loro propaganda, anche perché ci chiediamo dove arriveranno? Quindi abbiamo deciso che noi d’ora in avanti faremo da filtro tra la propaganda dell’Isis e voi … cioè faremo quello che deve fare il giornalista, fare da interprete dei fatti e degli eventi che accadono»
E chi glielo spiega alla “rossa all news”, che il vero giornalista deve mettere in evidenza soprattutto i fatti, non tanto le opinioni, che servono appunto per filtrare ideologicamente i fatti, per deformare spudoratamente la verità? (M.Travaglio, La scomparsa dei fatti). Ovviamente anche la fantomatica “meritocrazia”, che avrebbe dovuto favorire lo share del canale all news della Rai, in realtà lo ha rovinato gravemente, lo share giù a picco, e per di più, con lo sbarco di SkyTg24 sul digitale terrestre, Rai News è sceso spesso sotto lo 0,4% di media quotidiana. Nonostante viale Mazzini abbia concesso alla Maggioni tutti i mezzi necessari, sia per le dirette in esterna sia per il budget, che le ha garantito una redazione che supera le 190 unità fra redattori, capi redattori e vice direttori, a cui si aggiungono circa 120 impiegati. E poi le numerose trasferte contestate, insomma melius abundare per la “rossa all news”, nonostante la politica dei tagli brutali praticata dal Dg Luigi Gubitosi.
«Una sorta di doctor Jeckyll e mister Hyde, molto intriso di romanità» è stato definito Gubitosi, che ha gestito 2,3 miliardi di euro (tra canone e pubblicità), ed ora il suo nome viene individuato per l’approdo a società terremotate ai vertici: dalle Ferrovie dello Stato a Telecom Italia. Gubitosi, infatti sembra avere un’indole camaleontica, ora schivo, ora mondano organizzatore di grandi eventi, o frequentatore del bel mondo al Circolo Aniene di Roma. Uomo tout court del taglio della spesa, molto meticoloso nella gestione dei bilanci aziendali, grande amico di Massimo Caputi come di Luigi Abete, dell’imprenditore Paolo Astaldi come di Lupo Rattazzi (il figlio di Susanna Agnelli), frequentatore di Capalbio come di Cortina. Insomma particolarmente perspicacioso verso le relazioni pubbliche, a partire da casa Fiat, a Torino, dove ha vissuto i 20 anni iniziali della carriera diventando il giovane più brillante alla corte dell’allora direttore finanziario di Fiat, Francesco Paolo Mattioli, il principale collaboratore dell’amministratore delegato Cesare Romiti.
Intanto il presidente della Commissione di Vigilanza Roberto Fico rincara su Facebook: “Governo e maggioranza hanno nominato i nuovi vertici della Rai con la legge Gasparri. Dopo aver dichiarato di volerla cambiare, dopo aver messo il Parlamento nella condizione di non poter approvare in tempo utile una buona riforma (il governo infatti ha paralizzato le commissioni imponendo di attendere il suo ddl, quando sia alla Camera sia al Senato tutte le forze politiche avevano già depositato delle proposte di legge), dopo non essere stati neanche in grado di presentare un testo accettabile, ci fanno ritornare al punto di partenza … Dimenticate le belle parole di Renzi sul futuro della tv pubblica – l’obiettivo è uno solo: spartire e occupare il ‘territorio’ Rai. Lottizzare, in una parola”.
E nel giugno del 2014, sempre Fico presentava un’interrogazione alla Rai, sulla partecipazione della direttrice di Rai News 24 all’ultimo meeting del Club Bilderberg che si era svolto a Copenaghen dal 29 maggio al 1 giugno: “Monica Maggioni figura tra gli invitati alla riunione a cui annualmente prendono parte circa 150 tra le personalità più influenti del pianeta: politici, banchieri, vertici di multinazionali, imprenditori. Le riunioni del Bilderberg sono chiuse al pubblico e alla stampa. Non è possibile conoscere contenuto e finalità degli incontri ad eccezione di un sintetica lista di argomenti pubblicata sul sito dopo la chiusura della conferenza. La partecipazione della direttrice di Rai News a un meeting con queste caratteristiche è suscettibile di condizionare l’esercizio libero e critico dell’attività giornalistica e di minare il rapporto di fiducia che si instaura tra il responsabile di uno dei canali di informazione della tv pubblica e i cittadini.”
E come rispose la presidente Tarantola? “Un motivo di prestigio per l’azienda” …
Ma controlliamo i fatti, quelli non mentono e non sono opinioni, notate lo share di RaiNews24, da quando è direttore la Maggioni è diminuito di anno in anno e il 2015, in particolare, presenta dati terrificanti da vero flop, nonostante i significativi investimenti:
share medio 2013 0,68%
share medio 2014 0,57%
share medio 2015 0,52% (primi 6 mesi)
Sempre per motivi “meritocratici”, invece del licenziamento, arriva la promozione di una giornalista che bazzica gli ambienti antidemocratici ed elitari della Commissione Trilaterale e del Bilderberg.
Dice il Travaglio nazionale: ” La Maggioni piace a tutti, da Renzi a B. al montiano Gubitosi, ma conterà poco o nulla. Il vero potere sarà nelle mani di Antonio Campo Dall’Orto, ex berlusconiano poi lettiano ora renziano, ma soprattutto grande esperto di superstipendi, buchi di bilancio e ascolti da prefisso telefonico nell’unica esperienza televisiva degna di nota, quella a La7 nell’era Tronchetti Provera. Sono trascorsi 11 anni, ma la Gasparri è sempre viva e lotta insieme a noi, utilissima a tutti i governi – Renzi compreso – per papparsi pure gli ossicini del cavallo di Viale Mazzini. Ma nessuno s’è mai preso la briga di leggerla. A parte forse i 5Stelle che hanno eletto Freccero, unico consigliere dalla notte dei tempi che assommi sia la competenza sia l’indipendenza.”
Ma nella triste e solita consuetudine, almeno una novità c’è, ed è l’elezione del forse vero e unico esperto di Tv generalista, Carlo Freccero, il quale risponde all’elezione in questo modo:
“C’è infine un motivo per cui ritengo un dovere da parte mia accettare l’incarico. In un momento di drammatico decadimento del paese sia sul piano economico che culturale ognuno di noi è chiamato a fare la sua parte per il bene comune. E l’intervento più efficace si ottiene nel campo in cui si hanno più competenze. Faccio televisione da tantissimi anni (ho girato a Roberto Fico il mio CV), ho lavorato sul prodotto e sulla teoria. Penso che la Rai debba ritornare ad un ruolo di servizio pubblico ma debba farlo con una visione completamente nuova.
Con le espansioni delle reti a pagamento e il contemporaneo scadimento della televisione generalista, rischiamo di creare un pubblico a due velocità: un pubblico dotato di capitale economico e culturale e un pubblico privo di entrambi. Un pubblico che, già discriminato dalla scuola a pagamento, finisce anche nel tempo libero nel ghetto di un consumo televisivo sempre più basso. Oggi la scuola è declassata da strumento di formazione ad avviamento al lavoro. Bisogna ricostruire un pensiero critico nel Paese. Caro Beppe, con ironia, con allegria, da parte mia farò tutto il possibile. Ciao a tutti, e criticatemi criticatemi criticatemi.” Carlo Freccero
Sarà dunque possibile che la presenza di Freccero rappresenti una discontinuità nel meccanismo di dominio delle élite al potere? Basterà un solo uomo all’interno del Cda a rompere l’automatismo di un’informazione servile e ipocrita? La politica non è stata capace di inventare un nuovo discorso, si è adeguata al pensiero dominante, con l’intento di trarne il maggior reddito possibile. E mentre i prezzolati operatori della falsa informazione continuano imperterriti nel loro infame compito di distrarre gli spettatori e dirottarli verso un consumismo sempre più indotto e obbligato, essenza ontologica della società dello spettacolo, credo sia impossibile arginare il procedere micidiale della macchina mistificante di una tv pubblica che si è ormai trasformata in un ordigno di guerra del potere contro l’identità del cittadino, ormai dissoltasi completamente tra lo spot di un Dash e quello dei Galletti del Mulino bianco, ed anche contro la sua vita stessa. Intanto quanti suicidi ci sono stati in Italia da quando è iniziata la crisi?
Rai, di tutto di più … oscurare, tacitare, distrarre …
Fonte: www.comdedonchisciotte.org