DI
NICK DEARDEN
independent.co.uk
La Grecia sta per essere completamente dismessa a favore delle società avide di profitto. L’ultimo piano di salvataggio non ha nulla a che fare con il debito, ma è un esperimento di capitalismo così estremo che nessun altro Stato UE avrebbe avuto il coraggio di provare.
La Grecia si sta dirigendo verso il suo terzo “salvataggio”, questa volta sono sul tavolo 86Mld di Euro, che verranno confezionati dai prestatori internazionali con una serie di misure di austerità, solo per poi tornare nuovamente a quegli stessi istituti di credito nel prossimo futuro. Sappiamo tutti che la spirale del debito non può essere e non sarà rimborsata. Sappiamo tutti che l’austerità a cui è legata farà peggiorare la depressione della Grecia. Eppure si continua così.
Se guardiamo più a fondo, però, scopriamo che l’Europa non è guidata da terminali confusi. Prendendo quei leader in parola, non comprendiamo quello che sta realmente accadendo in Europa. In poche parole, la Grecia è in vendita, e i suoi lavoratori, gli agricoltori e le piccole imprese dovranno essere tolti di mezzo.
Nell’ambito del programma di vastissima privatizzazione, si prevede che la Grecia consegni 50Mld di euro dei suoi “beni pubblici di valore” ad un organismo indipendente sotto il controllo delle istituzioni europee, che procederà a venderli. Aeroporti, porti, società pubbliche dell’energia, terreni e proprietà – tutto deve andare ai privati. Vendi i tuoi beni, così funziona la loro tesi artificiosa, e sarete in grado di ripagare il debito.
Ma anche nei termini ristretti del dibattito, svendendo attività redditizie o potenzialmente redditizie si lascia un paese meno capace di ripagare i propri debiti. Non sorprende che le attività più redditizie sono sotto il martello già da ora. La lotteria nazionale del paese è già stato comprata. Aeroporti che servono le isole delle vacanze in Grecia hanno la prospettiva di essere venduti in leasing a lungo termine ad una società aeroportuale tedesca.
Il porto del Pireo sembra destinato a essere venduto a una compagnia di navigazione cinese. Nel frattempo, 490.000 metri quadrati di fronte alla spiaggia di Corfù sono state prese di mira dai un fondo di private equity statunitense. Con un contratto di locazione di 99 anni per il prezzo speciale di € 23 Milioni. Secondo i giornalisti, il fondo di privatizzazione sta esaminando altri 40 isole disabitate, nonché un imponente progetto di Rodi, che comprende un campo da golf obbligatorio.
Affiancato alla privatizzazione c’è poi un ampio programma di deregolamentazione, che dichiara guerra ai lavoratori, gli agricoltori e le piccole imprese. Molte leggi della Grecia che proteggono le piccole imprese come le farmacie, panifici, e librerie dalla concorrenza con i supermercati e le grandi imprese devono essere spazzati via. Queste riforme sono così specifiche che l’UE sta scrivendo leggi in materia di misure del pane e le date di scadenza del latte. Incredibilmente, ai negozi greci è anche stato imposta un’apertura nei festivi più liberale che in Germania.
E’ stato autenticamente messo in atto un esperimento estremo di libero mercato.
Sul lavoro, le pensioni dovranno subire tagli rapidi, i salari minimi devono essere ridotti e la contrattazione collettiva deve essere drasticamente ridotta, mentre deve diventare più facile licenziare personale. Tutto questo è molto più estremo di quello che in molti dei paesi “creditori” della Grecia è stato attuato. Modifiche alle imposte includono un aumento enorme di natura regressiva nei casi quali l’IVA, su una vasta gamma di prodotti.
Certo, le riforme in alcuni settori dell’economia della Grecia potrebbe essere una buona idea, e in effetti Syriza è salito al potere promettendo di fare riforme serie, ad esempio, sulla tassazione e le pensioni. Ma ciò che viene imposto dalle istituti di credito non è una serie di “riforme” sensibili, ma la creazione e la microgestione di un’economia di ‘libero mercato’.
Il ricco giacimento delle privatizzazioni e delle deregolamentazioni apre nuovi e vasti strati della società greca alle aree in cui le grandi imprese non erano mai state in grado di mettere piede prima. La speranza è che questo genererà grandi profitti per mantenere grande business in crescita, oltre a fornire un modello estremo di quello che potrebbe essere possibile in tutta l’Europa. Anche se ciò che è ancora più sgradevole dell’ipocrisia dei leader europei costringendo politiche sulla Grecia che essi stessi non hanno avuto il coraggio di argomentare nei loro paesi, è il cinismo di quegli stessi leader che impongono le politiche di cui beneficeranno le aziende del proprio paese.
L’intensità del programma di ristrutturazione attualmente in fase di concordato per la Grecia dovrebbe dissipare ogni nozione persistente che si tratti di un tentativo di buone intenzioni, ma errato, per affrontare una crisi del debito. Si tratta di un cinico tentativo di creare un paradiso per le grandi aziende nel Mediterraneo, e a questo si deve resistere a tutti i costi.
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Fonte: www.independent.co.uk
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