Di

Michael Hudson

Questo autunno potrebbe accadere di vedere in Portogallo, Spagna e Italia un aumento di potere delle coalizioni anti-austerità, mentre in Francia il Fronte Nazionale di Marine le Pen spinge per la totale uscita dall’eurozona. Questi paesi devono affrontare un problema comune: come resistere alla devastazione economica che la BCE, il Consiglio Europeo e il FMI (la “troika”) hanno inflitto alla Grecia e che adesso intendono estendere all’Europa meridionale.

Per resistere alla depressione, l’indebitamento e all’inflazione che la troika intende aggravare, bisogna tenere a mente le dinamiche che rendono il FMI non suscettibile di riforma. Il ruolo distruttivo che ha giocato in Grecia costituisce una chiara lezione per i paesi dell’Europa meridionale relativa a come essi debbano rifuggire dal FMI e dalla sua orda di ideologi. Esattamente allo stesso modo in cui i paesi del terzo mondo hanno imparato ad evitarlo nel maggio 2013, l’anno in cui la Turchia ha dato il tocco finale alla liberazione del mondo dai “consigli” del FMI.

Già nel 2008 il Primo Ministro turco Recep Tayyip Erdogan aveva annunciato: “Non possiamo oscurare il nostro futuro inchinandoci ai desideri del FMI” [1]. Gli elettori greci hanno adesso espresso lo stesso pensiero.

Per attenuare la resistenza alle richieste di austerità del FMI, è in corso uno sforzo nel settore delle pubbliche relazioni volto alla riabilitazione del mito che il Fondo possa agire da onesto intermediario tra ministri delle finanze antisindacali e i PIIGS – Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna. Venerdì 28 agosto tre giornalisti Reuters hanno pubblicato un lungo report mirato a dimostrare che all’interno del FMI è in corso un cambiamento e che il suo capo, Christine Lagarde, è stata illuminata e intende promuovere una reale opera di ristrutturazione dei debiti [2].

Il tempismo di questo report è significativo. Il FMI ha ripreso la propria attività (è “tornato in affari”) nel 2010 quando il suo capo, Dominique Strauss-Kahn, si è imposto sul parere contrario del suo staff e di molti dei membri del consiglio con la decisione di unirsi alla troika e spostare i debiti della Grecia dai banchieri francesi e tedeschi sulla testa dei cittadini greci. Questa è la storia che racconto in “Killing the Host”, pubblicato da CounterPunch in versione elettronica la scorsa settimana. (Le versioni Kindle e copertina rigida sono ora disponibili su Amazon).

Il Presidente Obama e il Segretario del Tesoro Tim Geithner hanno insistito che Angela Merkel e il Presidente francese Sarkozy facessero pressione sul FMI affinché andasse contro l’opposizione interna e si unisse alla linea dura della BCE nei confronti della Grecia. Geithner e Obama segnalarono che se gli obbligazionisti greci non fossero stati pagati in toto, alcune grandi banche americane avrebbero subito pesanti perdite in relazione ai derivati e ai contratti di assicurazione dal default, e le loro perdite avrebbero potuto diffondere il “contagio” in Europa.

E’ stato a questo meeting del G8 nel 2011 che la Merkel disse al Primo Ministro greco George Papandreou di cancellare il proposto referendum sull’austerità. Come osservato a quel tempo dal defunto editore di Frankfurt Allgemeine Zeitung, Frank Schirrmacher, da tutto ciò non poteva desumersi altro se non che: “la democrazia è spazzatura”.

L’accondiscendenza di Papandreou fece sì che il suo PASOK venisse del tutto spazzato via, avendo perso qualsiasi credibilità – la stessa credibilità che il FMI ha perso. Papandreou venne sostituito da una marionetta pro-istituti bancari. Il Primo Ministro italiano subì la medesima sorte quella stessa settimana, in una crisi che colpì l’intero continente facendo diventare l’eurozona una zona morta economicamente.

Sono stati necessari quattro anni affinché i cittadini greci potessero esprimere la loro opinione in un referendum, avvenuto lo scorso luglio. E proprio come temuto da Merkel, Sarkozy e Obama, uno schiacciante 61% dei votanti ha espresso col proprio voto il rifiuto dell’austerità.

Il report della Reuters cita le stesse lamentele da parte di insider del FMI che il mio libro menziona – come se fossero informazioni appena venute alla luce durante l’esame di “minute del consiglio del FMI precedentemente non segnalate”. In realtà, quelle informazioni erano già disponibili da un anno. Dunque resta da chiedersi perché queste informazioni ci vengono propinate adesso come se fossero nuove?

Lo scopo sembra essere quello di distrarre l’attenzione dalle dinamiche politiche e dai conflitti di interesse che erano in realtà in corso – e che lo sono ancora. In aggiunta al mio libro pubblicato la settimana scorsa, l’ex ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis ha dato alle stampe la sua triste esperienza relativa alla richiesta da parte di Lagarde e della BCE di ulteriore austerità e privatizzazioni di massa [3]. “Se ci fosse stata una mosca sulla parete ad osservare i nostri negoziati,” lui dice, “avrebbe visto, come ho visto io, che la signora Lagarde, il signor Draghi, il signor Juncker e certamente il Dr Schäuble, erano interessati a una sola cosa: dettarci le condizioni di resa. Quelle condizioni che hanno messo fine alla primavera ateniese”.

A paragone, l’insabbiamento operato dalla Reuters distorce la storia, semplificando e censurando il ruolo svolto da Obama e Geithner, mentre allo stesso tempo cerca di dipingere Christine Lagarde come la promotrice di un alleviamento del debito greco e dell’austerità.

Il mondo deve sapere tutta la storia, perché essa rende palese il grado in cui il FMI è sotto il controllo di Wall Street e delle banche europee, nonché dei leader politici americani che supportano la linea dura dei creditori. Tutto ciò a sua volta dimostra l’impossibilità di riformare e correggere il FMI (o la Banca Mondiale, i cui presidenti sono tradizionalmente tratti dal Dipartimento della Difesa statunitense o dai simpatizzanti della Guerra Fredda).

“Killing the Host” rende pubbliche le lamentele che sono state fatte trapelare da ufficiali del FMI arrabbiati, i quali hanno pubblicato le loro lamentele presso il prestigioso centro canadese Center for International Governance Innovation(CIGI). Queste stesse citazioni sono state incluse nel report della Reuters, che però ha omesso di includere il punto cruciale del discorso fatto dagli economisti ex-FMI.

Lagarde continua a insistere che i debiti greci possono essere pagati tramite la strategia dell’ “extend and pretend” (estendere e far finta che il debito non sia insostenibile), abbassando il tasso di interesse ed estendendo la scadenza. Questa è la sua definizione di ristrutturazione del debito greco. Per la maggior parte delle persone significherebbe invece svalutare il debito principale. Leggendo le citazioni parziali incluse nel report della Reuters, si ha la sensazione che questo report apparentemente così dettagliato sia stato scritto per controbattere ai punti politici che Varoufakis, io ed altri abbiamo sollevato.

Ciò che la Reuters ha omesso dal suo report fornisce la chiave per sbloccare quello che è estremamente imbarazzante dal punto di vista politico: il comportamento di Obama e Geithner nel proteggere le scommesse da casinò di Wall Street sul fatto che la Grecia avrebbe potuto essere costretta a pagare. Dominique Strauss-Kahn si trovava al centro di due conflitti di interesse: voleva candidarsi alla presidenza francese e offrendo protezione alla banche francesi ottenerne il favore; e voleva reinserire il FMI nel business del counselling sull’austerità, entrando a far parte della troika. Quando Christine Lagarde ha iniziato a ripetere il rifiuto (già espresso da Strauss-Kahn) di appoggiare il recente report dello staff del FMI a favore della ristrutturazione del debito greco, lo staff lo ha fatto trapelare come fuga di notizie questa primavera, con conseguente grande imbarazzo della stessa Lagarde quando il FMI ha poi appoggiato un programma della troika che non prevedeva alcuna effettiva ristrutturazione del debito [4].

Il report della Reuters ci getta negli occhi una nube di disinformazione facendo credere che Lagarde appoggi la cancellazione del debito come se questo coincidesse con il sostegno alla ristrutturazione dell’elevato e difficilmente ripagabile debito greco. Al contrario, Lagarde ha detto ripetutamente che la sua idea di cancellazione del debito consiste semplicemente nell’ extend and pretend – estendendo la scadenza del debito greco e abbassando il tasso di interesse applicato.

La storia vera non consiste solo nelle segnalazioni effettuate da parte dello staff del FMI e dei membri del consiglio che la Grecia non era in grado di ripagare il debito e che tentare di farlo avrebbe portato alla depressione – che la Reuters ha pubblicato così a rotto di collo. La storia vera è perché Strauss-Kahn ha ignorato queste segnalazioni nel 2010. Gli ufficiali del FMI che si sono dimessi attribuiscono le azioni di Strauss-Kahn alle sue ambizioni politiche e al suo opportunismo, indirizzati a voler da un lato candidarsi alla presidenza francese e dall’altro lato a voler assicurare il ritorno in affari del FMI, piuttosto che lasciare che fosse escluso dalla BCE per non essere sufficientemente a favore dei creditori. Per ignorare il fatto che il FMI stava violando le sue stesse direttive, il Fondo introdusse una clausola di salvaguardia per “contagio” che rende nulla la condizione che il Fondo non appoggi prestiti che non possono essere ripagati.

Lagarde si attiene ancora alla richiesta che la Grecia debba ripagare tutto il debito principale, incluso quello che i membri del FMI avevano insistito venisse condonato quattro anni fa. Allo stesso modo di Strauss-Kahn, lei stava per ignorare i suoi stessi collaboratori quando essi avevano fatto trapelare il report sulla incapacità della Grecia di pagare. Un’indicazione della sua posizione è l’affermazione del maggio 2012 a un meeting del FMI a Riga, dove erano andati a celebrare il modello punitivo dell’austerità lettone che poteva essere esportato per “servire da ispirazione ai leader europei alle prese con la crisi economica”.

Il fatto che il capo del FMI deve essere un ideologo francese a favore delle banche e dell’austerità che prende ordini da ufficiali di Washington i quali esercitano poteri di veto per conto dei banchieri e obbligazionisti di Wall Street, rende il FMI irrimediabilmente compromesso. La ciliegina sulla torta è il recente prestito all’Ucraina, denaro che il Presidente ucraino Poroshenko ha detto verrà speso per condurre una guerra contro le minoranze russofone nell’Ucraina orientale, dove hanno sede la maggior parte delle industrie esportatrici.

Non c’è volo di immaginazione che basti per poter arrivare a pensare che l’Ucraina possa ripagare il debito. E’ stata già negoziata una svalutazione del 20% del debito verso gli obbligazionisti privati, e sia Poroshenko che Yatsenyuk dicono che saranno inadempienti dei $3 miliardi al fondo sovrano della Russia con scadenza il prossimo dicembre. Anche solo questo fatto implica che il FMI si dovrà ritirare poiché il suo regolamento impedisce che possa prestare soldi a paesi che unilateralmente siano inadempienti su debiti verso istituzioni officiali. (La ratio originaria di questa clausola aveva in mente gli Stati Uniti, non la Russia o la Cina).

Eppure il FMI non ha ancora avvertito l’Ucraina che se non paga diventerà un paria economico come la Grecia. Il Fondo è stato tirato dentro questa Nuova Guerra Fredda in aggiunta alla guerra finanziaria già in corso contro le organizzazioni sindacali e contro la capacità dei governi di resistere all’austerità.

Passati report della Reuters (e quelli del New York Times e di altra stampa neoliberale) hanno reso popolare l’idea – banale – che la ragione per cui Cina, Russia e altri paesi BRIC hanno creato i propri istituti finanziari alternativi di sviluppo e proprie istituzioni monetarie internazionali è solamente perché non hanno voti sufficienti all’interno del FMI. (Il Congresso ha bloccato i nuovi contributi statunitensi al FMI prevenendo così la rinegoziazione delle quote).

Questo non corrisponde a quanto dicono i paesi BRICS. Essi sono in disaccordo con la filosofia dello sviluppo del FMI e della Banca Mondiale, consistente nella promozione dell’austerità per pagare gli obbligazionisti e svendere le proprietà pubbliche agli USA e ad altri investitori finanziari stranieri. Non importa quanto sia ampia la quota straniera, il governo USA detiene il potere di veto necessario a implementare le regole dettate dagli stessi Stati Uniti. I paesi BRIC vogliono una differente filosofia dello sviluppo, un’alternativa all’economia dell’austerità e ai “piani di stabilizzazione” del FMI il cui effetto è di destabilizzare i paesi che si sottomettono all’austerità.

La tragica esperienza greca dovrebbe servire da monito della necessità di sottrarsi a regole che hanno fatto diventare l’eurozona una terra economicamente morta, e hanno trasformato il FMI e la Troika in agenti di recupero crediti privi di scrupoli per le banche e gli obbligazionisti europei, americani e britannici. Questa non è una storia che la stampa ufficiale vuole divulgare. E per quanto riguarda gli accademici economisti tirati in ballo quali teste parlanti, ancora non l’hanno capito.

 

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Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di HAIZE78

NOTE

[1] Delphine Strauss, “Turkish politicians argue over need for IMF help as crunch bites,” Financial Times, October 28, 2008.

[2]Lesley Wroughton, Howard Schneider and Dina Kyriakidou, “How the IMF’s misadventure in Greece is changing the fund,” Reuters, Aug. 28, 2015, http://www.reuters.com/investigates/special-report/imf-greece/

[3] Introduction: Our Athens Spring, https://varoufakis.files.wordpress.com/2015/08/frangy-2-23-aug-2015.pdf

[4] Jack Ewing, “I.M.F. Report Shines Uncomfortable Light on Greece’s Financing Gap,” The New York Times, July 15, 2015, and Peter Spiegel and Shawn Donnan, “IMF raises doubts over its bailout role,” Financial Times, July 15, 2015.