obama

DI

ERIC ZUESSE

 

Una nuova analisi del TTIP – il trattato ‘commerciale’proposto da Obama, che gli USA vorrebbero firmare con l’Europa – svela che il documento è stato inventato e plasmato dalle maggiori multinazionali e, anche secondo  l’unica analisi economica indipendente finora fatta sul TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership), sarebbero proprio le multinazionali le uniche a trarre concreti benefici da questo trattato – il tutto a scapito dei servizi pubblici di ognuno dei paesi partecipanti.

Questo nuovo studio si chiama «Servizi Pubblici sotto Attacco», ma tratta di qualcosa che va ben oltre quelle che potrebbero essere le conseguenze dell’impatto sociale del trattato proposto: i «Servizi Pubblici» verrebbero rimpiazzati da  «Servizi Privati».

In Europa lo scorso 12 ottobre è uscito  «Servizi Pubblici sotto attacco del TTIP e del CETA», uno studio in cui  si elencano 15 tra quelli che vengono considerati i punti salienti . Qui di seguito riporteremo in forma più estesa alcuni estratti del rapporto stesso.

Lo studio è stato pubblicato da Association Internationale de Techniciens, Experts et Chercheurs (AITEC), Corporate Europe Observatory (CEO), European Federation of Public Services Unions (EPSU), Instytut Globalnej Odpowiedzialności (IGO), Transnational Institute (TNI), Camera del Lavoro di Vienna (AK Vienna) e War on Want. Quindi: riflette una preoccupazione per i lavoratori e per i poveri, non certo per i proprietari delle imprese – dato che sono proprio questi ultimi ad essere gli esclusivi beneficiari del Trattato proposto.

Questo nuovo studio inizia dando una definizione (pagina 8) di «servizio pubblico»: «I servizi pubblici sono quelli forniti da un governo alla popolazione, di solito in base al consenso sociale per cui certi servizi dovrebbero essere disponibili per tutti indipendentemente dal proprio reddito». Un altro modo di porre il problema è che un “servizio pubblico” è quello fornito ai cittadini come un diritto,  disponibile per tutti allo stesso modo – e non un privilegio – disponibile solo sulla base della capacità-di-pagare. Il  «consenso sociale per cui alcuni servizi dovrebbero essere disponibili per  tutti indipendentemente dal reddito» viene ripudiato nei trattati di questo tipo, perché riflettono invece il punto di vista  «libertarian»  (per usare il termine Stati Uniti) o «liberale» (per usare il termine europeo)  per cui la ricchezza di una persona riflette il contributo che quella persona offre alla società, quindi nessun persona ha un diritto. (Sosteneva questo punto di vista Adam Smith, nelle  sue Lectures on Jurisprudence  del 1762  a Glasgow : «Fino a quando esisterà  la proprietà non potrà esserci nessun governo, perché il fine del governo è proteggere la ricchezza, e difendere i ricchi dai poveri».

Scrisse questo testo  in una società e in un’epoca in cui quasi tutta la ricchezza – ma anche la povertà – veniva ereditata dai genitori, non guadagnata. Ritraeva i poveri come nemici. I diritti non erano altro che la ricchezza, a suo avviso, e mantenne questa visione aristocratica per tutta la vita. Questo punto di vista è spesso definito «conservatorismo», perché conserva la struttura del potere esistente, che prevede che il più ricco (l’aristocrazia) sia il più potente, in futuro come lo è stato in passato. Di conseguenza, almeno nel mondo occidentale, la polarità ideologica è costituita da  «liberalismo» versus «conservatorismo» , ma entrambi sono sostanzialmente la stessa cosa.

Progressismo non ha quasi neppure un nome, finora. (In altre parole: il “dibattito ideologico” è falsato perché si è formato – in entrambi i campi – secondo il modo di pensare dell’aristocrazia.

Pertanto, i sostenitori del trattato “commerciale” di Obama sia che si chiamino  «liberali», «libertari» o «conservatori», cambia solo il nome  perché il modo di guardare alla realtà non cambia.

La stessa sezione dello studio dice: «Con trattati di libero commercio come CETA e TTIP, i governi perderanno spazio politico e organizzeranno i servizi pubblici in base alle preferenze delle società dimenandosi tra liberalizzazione e privatizzazione. Questo solleva grandi dubbi perché che il profitto distorcerà la capacità di gestire questi servizi nel pubblico interesse e non solo, anzi qualsiasi  tentativo dei governi di regolarli, con una apposita normativa, potrebbe essere considerato “ostacolo al commercio” e impedito ».

Basta scorrere l’indice per avere una chiara  sintesi del rapporto:

Sintesi del documento.                                                                                        3

1. Introduzione ..                                                                                                6

2. Relazioni pericolose: commercio, servizi e commercio …                           9

2.1 Una breve storia delle lobby dei servizi:  nascita del GATS e del FSE … 10

2.2 Brothers in Arms: Negoziatori UE sollecitano le lobby aziendali …          10

2.3 Collusione del sistema: le richieste di supporto  delle aziende …            12

3.    L’elenco dei desideri  per i servizi pubblici in Europa …                            14

3.1  Servizi pubblici:! Deve funzionare tutto …                                                 15

3.2  Smantellamento della sanità pubblica …                                                   16

3.3  Le gare pubbliche: gare d’appalto per la salute .. .                                    17

3.4  La  finanza: un giocatore importante nella liberalizzazione dei servizi ..  19

3.5  Appalti: attaccare i servizi pubblici …                                                         20

3.6 Partenariati pubblico-privato: approfittarne dell’ austerità …                    20

3.7 Poste: erodere il  servizio universale …                                                       21

3.8 Hollywood: combattere l’eccezione culturale …                                          22

3.9 Il futuro del TTIP: Il commercio digitale nei servizi pubblici ..                    23

3.10 La chiave delle privatizzazioni …                                                             24

3.11Protezione degli investimenti – un rischio per il benessere                      24

4.   Stendere un tappeto rosso: come l’UE si inchina alle esigenze delle imprese … 26

4.1 Un vittoria del ESF: privatizzare tutto eccetto i rubinetti?                         27

4.2 Una Europe compiacente in affari:    …                                                       30

4.3 Nessun paso indietro sulla liberalizzazione dei servizi postali …               31

4.4 Le utenze dell’ acqua non protette …                                                         32

4.5 I servizi energetici: fermare gli spazi politici …                                         33

4.6 Aumentano i servizi finanziati con fondi privati ​​…                                     33

4.7 Multinazionali e la mercificazione dell’istruzione .. .                                  34

4.8 SSN: la svendita della sanità pubblica …                                                   37

4.9 Servizi audiovisivi: nixing un’esenzione …                                                39

4.10 Incassare: la finanziarizzazione dei servizi sociali …                               40

4.11 ISDS: difendere i privilegi delle multinazionali …                                   42

4.12 Tribunali privati si ​​pronunciano  sui servizi pubblici …                            43

5. Conclusione:  democrazia e  giustizia sociale, non commerci che minaccia i servizi pubblici … 45

Andiamo a vedere meglio cosa c’è scritto.

3.1 Servizi pubblici:  deve funzionare tutto

Per garantire la massima copertura dei servizi da parte del TTIP, si muovono potenti  gruppi che fanno pressioni su entrambi i lati dell’Atlantico, FSE e CSI, hanno raccomandato una particolare strategia di negoziazione nota come “elenco negativo” in base al quale tutti i servizi pubblici sono soggetti alla liberalizzazione, salvo deroga esplicita.

Questo approccio ‘list it or lose it‘ espande notevolmente il campo di applicazione di un accordo commerciale, perché i governi stanno prendendo impegni in settori di cui non  potrebbero nemmeno  essere a conoscenza, come ad esempio sui nuovi servizi che potranno emergere in futuro (vedi riquadro 7 a pagina 28). Questo sistema segna un abbandono delle liste usate fino ad oggi nell’UE che indicavano solamente quei servizi che i governi avevano  accettato di liberalizzare.

Allo stesso tempo, gruppi di pressione transatlantici stanno cercando di evitare che i negoziatori possano  escludere qualche  servizio pubblico dall’abbraccio dell’ accordo commerciale. I loro campanelli di allarme hanno cominciato a suonare a febbraio 2015, quando la commissione del Parlamento europeo per il commercio internazionale (INTA) ha elaborato una risoluzione TTIP  che chiedeva  «una adeguata definizione di alcuni servizi sensibili come i servizi pubblici e di pubblica utilità (includendovi l’acqua, la sanità, i sistemi di sicurezza sociale e l’istruzione) che consentano alle autorità nazionali e locali un sufficiente margine di manovra per legiferare nell’interesse pubblico ».21 …

Poi c’è:

3.2 Smantellamento della sanità pubblica

Il settore della sanità pubblica è uno degli obiettivi principali dei lobbisti delle multinazionali che sostengono il TTIP e che sperano di capitalizzare la crescente spesa sanitaria guidata dall’invecchiamento della popolazione sia in Europa che negli Stati Uniti, mentre i settori della sanità pubblica continuano a soffrire per la pressione fiscale e per le misure di austerità. Ad esempio, la potente Alliance for Healthcare Competitiveness (AHC)  raggruppa società e associazioni che rappresentano i fornitori di servizi, operatori ospedalieri, assicuratori,  produttori di farmaci e di dispositivi medici, oltre che servizi IT e di logistica (tra cui Abbott, Johnson & Johnson, Medtronic, UPS, Intel, United Health Group, CSI, PhRMA, e USCIB) ha l’orgoglio di essere «l’unica coalizione capace di dare sostegno al flusso libero delle merci e dei servizi sanitari a livello di settore sanitario». 26

AHC lamenta che «il mondo dei servizi sanitari di oggi è assai limitato e frammentario», ma un «mondo commerciale aperto per questi servizi potrebbe creare un nuovo grande flusso di entrate negli Stati Uniti [ai dirigenti e ai maggiori azionisti delle società a cui si dovrebbe aprire]». …

Poi c’è:

3.10 La chiave delle privatizzazioni

Oltre che premiare l’apertura dei mercati ai servizi, una delle caratteristiche centrali degli accordi di libero scambio, come TTIP e CETA,  è la loro capacità di incidere efficacemente sulle liberalizzazioni e privatizzazioni, passate e future – indipendentemente da quello che sia l’orientamento del governo votato o quello che sia il mandato o politico ricevuto .

Oltre a clausole che provocano delle irreversibili e vincolanti  «battute di arresto» per le politiche esistenti, i gruppi di affaristi chiedono che venga inserita anche una cosiddetta norma ‘ratchet’ che possa essere la chiave delle future deregolamentazioni. …

Poi c’è:

3.11 Protezione degli investimenti – un rischio per il benessere

Le lobby degli affari sono unite nel loro intento di inserire nel  TTIP un apposito capitolo a protezione dei maggiori investimenti, incluso il tanto controverso meccanismo del  Investor-State Dispute Settlement mechanism (ISDS), che garantisce agli investitori esteri il diritto esclusivo di bypassare i tribunali internazionali. Uno degli scopi delle multinazionali è  impedire ai governi  eventuali modifiche normative che limitino i profitti privati.

Poi c’è:

4.1 Un vittoria del ESF: privatizzare tutto eccetto i rubinetti in cucina ?

A dar retta a quello che chiedono le lobby degli affaristi, i trattati  CETA e TTIP si dovrebbero applicare praticamente a tutti i servizi pubblici … nella migliore delle ipotesi si potrebbero escludere solo alcune funzioni sovrane fondamentali, come le forze dell’ordine, la magistratura o i servizi delle banche centrali  [in parole povere, come l’ha formulata  Grover Norquist, «ridurlo (lo stato) alle dimensioni che mi permettano di trascinarlo in bagno e di farlo annegare dentro la vasca da bagno.»]

Poi, ci sono le sezioni che indicano che servizi postali e  acqua devono essere privatizzati in modo da essere disponibili solo se danno lucro: escludendo quindi quelle regioni – o facendovi pagare prezzi proibitivi – dove non conviene erogare questo tipo di servizi, perché non danno utili.

4.3 Nessun passo indietro dalla liberalizzazione dei servizi postali

4.4 . Nessuna protezione per i servizi idrici

L’Istruzione viene trattata alla stessa maniera. Poi c’è:

4.8 SSN: La svendita della sanità pubblica

TTIP e CETA permetteranno agli investitori domiciliati in Nord America di sfruttare le  liberalizzazioni già intraprese nei settori della sanità pubblica in Europa per  imporre ulteriori aperture del mercato e per mettere mano sulle privatizzazioni passate. Il Servizio sanitario nazionale del Regno Unito (NHS) è un caso importante . …

Poi, ci sono diverse sezioni dedicate a cose di questo genere:

Modifiche normative, come nuove leggi o imposte che provochino  decrescenti profitti privati, che possano essere viste come violazioni delle «legittime aspettative» di un investitore e che giustifichino il pagamento di compensazioni per molti miliardi di euro  [alle aziende a cui venga vietata una certa attività per effetto di una nuova normativa, o anche alle aziende multate perché hanno violato queste nuove normative].

Così, «espropriazione indiretta» si presta ad una gamma estremamente ampia di interpretazioni. Ad esempio, alcuni tribunali hanno già dichiarato molte norme di interesse pubblico come misure «equivalenti» o «uguali» ad un esproprio – e hanno disposto che gli Stati paghino multi-milioni di euro a titolo di compensazione.

I  maggiori difetti di questo studio

Uno dei difetti maggiori di questo studio è che ignora cose come: le conseguenze che questi trattati possono avere su cibo, farmaci, sicurezza automobilistica, e  altre norme esistenti, per cui ad esempio, quando nuovi studi scientifici o nuove tecnologie dimostrano che con un aggiornamento dei regolamenti esistenti si potrebbero salvare delle vite o comunque aiutare la popolazione. Il regolamento del TTIP e quello di altri trattati simili non può essere aggiornato se non dai governi.  (Quindi il regolamento deve essere sottoposto al governo che, prevedibilmente, potrebbe restare bloccato e, un ritardo o una paralisi del governo – che non modifica il regolamento – causerà malattie e morti, anche se  scienza e tecnologia possono evitarle e se continueranno ad andare avanti).

Questo è un sistema feudale. Il fascismo è nell’era industriale quello che il feudalesimo era nell’era agricola; e questo è fascismo, ma si muove in un ambito internazionale o imperiale, forse è addirittura una forma di governo che emerge in un mondo fascista – l’ esatto opposto del motivo per cui sono state fondate le Nazioni Unite.

Il presidente Usa Barack Obama è stato eletto nel 2008 con la promessa e con la pubblica aspettativa che, come democratico, si sarebbe opposto a iniziative anti-democratiche, come questa. Il fatto che lui ora vada anche ben oltre gli estremismi di Ronald Reagan e di Margaret Thatcher è la prova virtuale che gli Stati Uniti non sono più una democrazia. (Almeno quelli erano stati onesti dichiarando espressamente il loro conservatorismo.)

L’UE sarà una democrazia? O accetterà quella mostruosità dell’aristocrazia- globale- di- Obama, e si muoverà a favore dell’aristocrazia contro la popolazione – contro il pubblico – come sta facendo il governo USA ?

E’ tutta una sbalorditiva ipocrisia.

Chi vuol sapere come funzionano i meccanismi con cui i “mega-trattati-commerciali  di Obama – TTIP, TPP (Trans-Pacific Partnership), e Tisa – può trovare  QUI. le istruzioni per l’uso (come asservire il popolo alle  aristocrazie).

Eric Zuesse, storico e ricercatore è l’autore, dell’ultimo  They’re Not Even Close: The Democratic vs. Republican Economic Records, 1910-2010, e di  CHRIST’S VENTRILOQUISTS: The Event that Created Christianity.

Fonte: http://www.strategic-culture.org/

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Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzioneBosque Primario.