di

Franco Iacch

 

“Ringraziamo i nostri fratelli dell’Esercito Siriano Libero per i missili che ci hanno donato la vittoria in innumerevoli battaglie”. Un nuovo video, pubblicato poche ore fa, mostra alcuni comandanti del fronte Al-Nusra (affiliato ad al-Qaeda), ringraziare i corrispettivi dell’ESL per i missili TOW “donati”. Il punto è che proprio questi missili sono stati forniti dagli americani. Il video ha suscitato particolare clamore in Iran ed in Russia (proprio Mosca ha una presenza corazzata pesante in Siria).

Alleati dallo scorso marzo, l’Esercito Siriano Libero ed il fronte l’Al-Nusra, hanno dato vita al Jaish al-Fatah (esercito di conquista), con lo scopo di combattere contro le forze lealiste di Assad. Dallo scorso marzo, le due fazioni hanno combattuto insieme in quasi ogni singola battaglia: da Aleppo a Lattakia da Hama a Idlib. Grazie a questa alleanza diversi gruppi militanti, come il Fronte Al-Nusra ed il movimento Ahrar al-Sham (gruppo islamista salafita) hanno avuto accesso all’equipaggiamento pesante USA, fornito da Stati Uniti, Arabia Saudita e Qatar all’Esercito Siriano Libero.

Secondo l’agenzia iraniana Fars, soltanto lo scorso mese l’Arabia Saudita ha inviato 500 missili TOW al fronte Al-Nusra. Gli Stati Uniti, nonostante i dati ottenuti, continuano a rifornire i cosiddetti gruppi militanti moderati in Siria, alcuni dei quali legati ad al-Qaeda. Questo, secondo il Pentagono, sembra al momento essere il male minore. Sappiamo che i missili TOW (acronimo di Tube-launched Optically-tracked Wire-guided), sono forniti dagli Stati Uniti e dai suoi alleati all’Esercito Siriano Libero ed ai gruppi che combattono contro il governo di Bashar al-Assad. Ad un costo di 12/15 mila dollari ad esemplare, appare evidente quanto, questo equipaggiamento anticarro, faccia parte della dotazione standard americana in sostegno alle truppe ribelli.

Il primo (massiccio) impiego dei TOW risale alla prima settimana dello scorso ottobre, durante la prima offensiva di terra delle truppe governative supportate dai russi. Nonostante il programma di “train and equip” americano sia stato sospeso, la fornitura di equipaggiamento continua. Ed il riferimento a quanto avvenuto negli anni ’80, quando centinaia di missili Stinger americani giunsero in Afghanistan cambiando per sempre le sorti del conflitto contro l’Unione Sovietica, è quantomeno pertinente. A tutti gli effetti, in Siria si sta svolgendo una vera e propria guerra per procura tra Washington e Mosca.

 

Il programma TOW, supervisionato dalla CIA, è totalmente separato da quello miseramente fallito dal Pentagono che, secondo le intenzioni, avrebbe dovuto influenzare il risultato dell’altra guerra condotta in Siria, quella nella parte nord-orientale del paese contro lo Stato islamico. La CIA ha avviato il programma TOW nei primi mesi del 2014, con l’obiettivo di contrastare Damasco fornendo formazione, armi leggere, munizioni e missili anticarro: strumenti che si sarebbero rivelati essenziali per colmare il gap con l’equipaggiamento pesante del governo lealista. I missili giungono in Siria dall’Arabia Saudita, dietro fornitura della CIA. Il piano, così come descritto dal Pentagono, aveva l’obiettivo di esercitare una sufficiente pressione militare contro le forze di Assad e convincerlo ad un compromesso politico. Una sorta di “invito” al tavolo delle trattative, magari evitando quel collasso che avrebbe scatenato il caos nel paese. L’entrata in scena della Russia, invece, ha stravolto l’intera strategia della CIA.

Ad oggi, è impossibile stabilire se i missili guidati via cavo nelle mani dei ribelli, possano davvero cambiare le sorti della guerra così come fecero gli Stinger negli anni ’80 nelle mani dei mujaheddin. Sarebbe opportuno rilevare, però, che proprio in Siria i russi stanno affidando ai caccia i bombardamenti e non agli elicotteri (anche se per la prima volta sono stati avvistati nei pressi di Hama, ma dopo opportuno ammorbidimento). Il programma TOW, nonostante tutto, continua. L’Arabia Saudita ribadisce il proprio sostegno (altri non è che la proiezione speculare degli USA) ai ribelli. Curiosa anche una clausola del programma: i missili sono consegnati in quantità limitata. Per ricevere i rifornimenti, i ribelli devono dimostrare di essere in possesso degli stessi lanciatori consegnati. Una clausola, non sappiamo quanto questa possa davvero funzionare, per evitare che i sistemi possano finire al mercato nero.

Nel 2013, l’Arabia Saudita ha acquistato 13.975 missili anticarro, fornitura interamente consegnata. Per contratto, il governo saudita deve informare gli Stati Uniti della destinazione finale dei missili. L’approvazione degli Stati Uniti è implicita.

 

Fonte: difesaonline.it

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