Una misteriose nube radioattiva ha attraversato i cieli di gran parte dell’Europa nei giorni a cavallo tra gennaio e febbraio. Conteneva concentrazioni al di sopra della norma di Iodio-131, un isotopo radioattivo che solitamente viene rilasciato da installazioni energetiche o militari. La sua presenza in forma anomala è stata registrata anche dalle centraline dell’Arpa Lombardia, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente. Ma le concentrazioni maggiori sono state osservate in Scandinavia, Germania, Olanda, Gran Bretagna, Belgio, Francia e Spagna.
La Usaf, l’aeronautica militare statunitense , ha anche fatto levare in volo uno speciale aereo, un WC-135, in grado di compiere monitoraggi dell’aria su aree molto vaste e a quote le più disparate. La presenza dell’isotopo non sarebbe stata comunque in concentrazioni tali da essere nocive per la salute. Due le ipotesi: la più inquietante, rilanciata da alcuni media, è quella secondo cui la Russia di Putin abbia testato sistemi d’arma nucleari in Novaja Zemlja, una remota regione vicina all’artico dalla quale sembrerebbe provenire la nube, che si è poi mossa verso su-ovest per la ventilazione. L’altra, assai più innocua, potrebbe riguardare le condizioni climatiche di gennaio. Mese nel quale il forte abbassamento termico che si è verificato alle basse quote potrebbe non aver favorito la dispersione di sostanze rilasciate nell’aria, come lo iodio-131. d esempio si sono riscontrate maggiori concentrazioni di quegli elementi che si trovano ai bassi livelli dell’atmosfera, come il piombo
210 e altri inquinanti”. Stessa cosa potrebbe essere accaduta per l’isotopo in questione, secondo Matteocci: “Lo iodio 131 è presente nelle formule di scarico delle centrali nucleari.