È partita in Svezia una sperimentazione con i chip biometrici sottopelle come alternativa ai biglietti del treno. Secondo l’azienda è una risposta alla richiesta dei clienti.
di
Elena Garbagnati
SJ, una società ferroviaria svedese, ha iniziato una sperimentazione con i microchip biometrici impiantati ai passeggeri: i controllori non spuntano il biglietto, fanno
la scansione del chip. Da noi i tempi del biglietto da vidimare non sono ancora superati e si guarda all’e-ticket come punta di diamante; in Svezia siamo già ai chip sottopelle, impiantati nella mano.
Per ora si tratta solo di una sperimentazione, ma è indicativa perché dà una visione credibile di quello che potrebbe essere un futuro nemmeno troppo lontano. I passeggeri in sostanza possono decidere di farsi impiantare sottopelle un minuscolo chip che ha la stessa tecnologia delle carte di credito contactless con tecnologia NFC (Near Field Communication) o delle smartcard Oyster.
A livello nazionale finora hanno scelto di farlo circa 2.000 svedesi, per lo più impiegati nel settore hi-tech, e l’azienda statale SJ si aspetta l’adesione alla sperimentazione di circa 200 passeggeri. Il funzionamento è semplice: si acquista il biglietto normalmente, ossia via web o app mobile, e il codice di riferimento che si ottiene è legato al proprio chip. Il controllore con un apposito scanner verifica la corrispondenza del numero.
La sperimentazione è iniziata la scorsa settimana e ci sono ancora alcuni elementi da mettere a punto, fra cui la disponibilità degli scanner a tutti i controllori, ma un portavoce di SJ precisa che “è solo una questione di giorni prima che tutti lo abbiano a disposizione”.
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Interessante rilevare quali sono state le reazioni dei passeggeri. Sempre secondo il portavoce di SJ per lo più l’idea è stata accolta positivamente, anche se non sono mancati coloro che hanno sollevato problemi di sicurezza. “Alcune persone si preoccupano della privacy e prendiamo molto sul serio la questione […] Alcune persone pensano di poter essere monitorate tramite il microchip – ma dovrebbero essere più preoccupate dell’uso che fanno del telefono e della carta di credito”.
Resta il fatto che secondo SJ l’offerta è una risposta alla domanda dei clienti, che hanno ritenuto questa opzione più pratica. C’è da dire che il contesto di cui stiamo parlando è molto differente da quello italiano: SJ non è l’unica società svedese a sfruttare le possibilità offerte dai chip biometrici: per esempio l’azienda Epicenter dà ai dipendenti la possibilità di impiantarsi un chip per accedere agli uffici, e una catena di palestre permette già ai clienti di utilizzare il chip al posto della tessera di accesso. La compagnia aerea Finnair poi sta utilizzando il riconoscimento facciale al check-in.
Del resto è anche noto che in termini di pagamenti digitali la Svezia è uno dei paesi più avanzati al mondo: solo il 2% di tutte le transazioni avviene con denaro contante, il resto è affidato a carte di credito e sistemi elettronici mobili.
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La questione etica comunque è legittima e in passato è già stata sollevata, per esempio in un approfondito articolo del Wall Street Journal in cui si esponevano sia i grandi benefici dei chip biometrici sia i possibili effetti collaterali.
Voi cosa ne pensate, vi fareste impiantare un chip sottopelle per non avere i biglietti in tasca?