Case occupate, nel decreto "sicurezza" i sindaci e prefetti possono rallentare gli sgomberi

 

Le organizzazioni che da anni manovrano il mercato illecito delle case occupate possono dormire sonni tranquilli, visto che da parte del governo non sembrano arrivare segnali minacciosi per i loro affari. In attesa della nuova direttiva che firmerà il ministro dell’Interno Marco Minniti, da Confedilizia tornano le denunce pubbliche lanciate sin da quando il Viminale aveva trattato il tema delle case occupate nel decreto “sicurezza nelle città” di qualche mese fa.

Stando alle norme già oggi in vigore, chi occupa una casa rischia al massimo che gli venga resa una nuova abitazione, direttamente dal Comune. Al momento la legge non impone di trovare un’alternativa immediata per gli occupanti, però il governo dà mandato a prefetti e sindaci su tempi e modi in cui i legittimi proprietari degli immobili ne possano rientrare in possesso. E le lungaggini burocratiche, come denuncia da mesi il presidente di Confedilizia al Giornale, Giorgio Spaziani Testa, rendo l’operazione sempre più difficile e onerosa.

Ad esempio nel caso in cui un giudice ordini lo sgombero di un immobile occupato abusivamente, dovrà essere il prefetto a renderlo esecutivo, valutando innanzitutto che non ci siano “possibili turbative dell’ordine e la sicurezza”, che renderebbe obbligatorio inviare le forze dell’ordine. Basta così minacciare disordini da parte delle organizzazioni criminali che gestiscono il racket degli affitti abusivi, per rallentare tutto. Anche perché il decreto impone ai sindaci di “tutelare i nuclei familiari in situazioni di disagio economico e sociale”. Certo se il prefetto non fa eseguire l’ordine del giudice, il proprietario dell’immobile può fare ricorso, ma può comunque dire addio a ogni causa civile.

Ai sindaci è poi data facoltà di non applicare il decreto Lupi del 2014, quindi via libera per gli occupanti abusivi a stabilire le utenze di energia, acqua, gas e telefonia. Basterà la presenza di minori o “persone meritevoli di tutela”. Nella casa abusiva gli occupanti possono anche stabilire la residenza o vedersi assegnata una nuova casa, potenzialmente la stessa che abitano se quella è nelle disponibilità del Comune come alloggio popolare.

La linea del Viminale emersa dopo gli scontri per gli sgomberi in piazza Indipendenza a Roma va in una direzione ancora più morbida verso chi occupa abusivamente. L’idea sarebbe di procedere agli sgomberi solo in presenza di alloggi alternativi. Una svolta che secondo il segretario generale del Sap, Gianni Tonelli: “Sarebbe un errore grave, perché una norma del genere – ha detto al Giorno – legittima tutti ad andare a occupare non solo per garantirsi nell’immediato, ma anche per poi acquisire un diritto. Questa di fatto – dice Tonelli – è istigazione a delinquere. Si garantisce chi non rispetta le leggi della convivenza civile. Qui siamo alla follia”. 

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