Di
Massimo Mazzucco
Domenica prossima Enrico Mentana riceverà dal CICAP l’ambitissimo premio “In difesa della ragione”, nel corso della tre giorni del CICAP-Fest che si terrà nel prossimo week-end a Cesena.
Ormai passato definitivamente dalla parte dei debunkers, Mentana viene premiato proprio dai bugiardi di professione che lui stesso ha aiutato ad acquisire credibilità davanti al pubblico televisivo negli anni passati.
Con le sue trasmissioni fintamente “equilibrate”, dove apparentemente metteva a confronto tesi e controtesi, ma in realtà si preoccupava di lasciare sempre l’ultima parola ai debunkers, Mentana ha finito per distruggere l’unica possibilità che restava al giornalismo televisivo di proporre agli spettatori un punto di vista veramente neutrale.
Divorato dall’ansia di piacere ai potenti, Mentana ha finito per allinearsi ufficialmente al pensiero mainstream su tutti gli argomenti più importanti degli ultimi anni:
Prende in giro apertamente chi denuncia le scie chimiche, ignorando (volutamente?) che lo stesso presidente Napolitano ha riconosciuto l’esistenza del problema. Si è schierato apertamente a favore delle vaccinazioni obbligatorie, ignorando (volutamente?) la marea di documentazione scientifica che attesta invece alla loro pericolosità. Si è schierato apertamente a favore della versione ufficiale dell’11 settembre, ignorando volutamente (e qui non c’è bisogno del punto interrogativo, lo sappiamo con certezza) tutti gli argomenti scientifici di Architects&Engineers che dimostrano la demolizione controllata delle Torri Gemelle.
Evidentemente a Mentana interessa molto di più piacere ai potenti che non fare veramente il suo lavoro di giornalista. Forse gli è rimasta adosso la nostalgia di quando conduceva un telegiornale importante in Italia, e cerca in tutti i modi di recuperare l’audience perduta compiacendo in ogni modo possibile i poteri forti.
Ma non si rende conto che la vera opportunità di lavorare a LA7 era proprio quella di presentare al pubblico italiano qualcosa di diverso, e non semplicemente una versione impoverita del pensiero mainstream.
Mentana avrebbe potuto trasformare il canale LA7 nel primo degli ultimi, invece ha finito tristemente per accontentarsi di essere l’ultimo dei primi.
E lo ha fatto nel modo peggiore per un giornalista: allinearsi diligentemente al pensiero maistream, rinunciando alle sue capacità analitiche e alle sue qualità investigative.
Ma in questo modo Mentana continua soltanto a perdere audience, e la recente “ribellione” contro di lui verificatasi in rete, per non aver nemmeno degnato di una risposta il mio video sulle bugie di Attivissimo, lo conferma in pieno.
Con uno share che arranca faticosamente intorno al 5%, ormai Mentana riesce ad influenzare l’opinione pubblica quanto un predicatore muto che parli in aramaico fra le mura di casa sua. E presto rischia di fare la fine di Enrico Deaglio, l’altro famoso giornalista “indipendente” che finì per perdere quel poco di credibilità che gli restava proprio quando sposò – in modo palesemente acritico – la versione ufficiale dell’11 settembre.
Peccato, c’era una volta Enrico Mentana.