Su 351 alunni attesi in via della Consolata ne arrivano solo 136. L’Asl: “Invieremo raccomandate a tutti, poi via alle sanzioni”
di
SARA STRIPPOLI
Erano attesi 351 bimbi e ragazzi. Già a metà mattinata, al banchetto dell’accoglienza dove si consegnava il numero e la lettera della sala dove dirigersi, era chiaro che i numeri erano molto inferiori alle aspettative. Il bilancio di fine giornata ha confermato che nel primo giorno della maratona vaccinale che dovrebbe portare a mettere in regola oltre 27mila bambini e ragazzi «inadempienti » residenti a Torino, più del 60 per cento delle famiglie convocate ha scelto di non portare i figli all’Ufficio d’igiene torinese in via della Consolata, per la puntura.
La cifra finale di chi ha risposto all’appello si è fermata a 136 bimbi e ragazzi fino a 16 anni, appena il 38,7 per cento di quanti erano attesi. Il programma del primo giorno prevedeva in realtà 252 sedute, ma alla lista si sono aggiunti cento bimbi programmati più avanti che nei giorni scorsi hanno chiamato per chiedere di anticipare al primo giorno.
Nessuno all’Ufficio d’igiene nega che i numeri siano molto bassi. Già ieri è cominciata l’analisi. È necessario capire dove si sia verificato il corto circuito e perchè la lettera di convocazione non sia riuscita a convincere le famiglie a rispettare la nuova legge sull’obbligo. I dati saranno ancora studiati per capire se il rifiuto abbia coinvolto i più piccini o piuttosto gli adolescenti, se si siano verificati degli errori o se una parte delle lettere non sia arrivata a destinazione perchè i destinatari sono irraggiungibili. In ogni caso, ricorda il responsabile del servizio Giuseppe Salamina, «l’analisi sarà seguita da un seconda raccomandata spedita a tutti quelli che non si sono presentati. Soltanto dopo un ulteriore rifiuto delle famiglie a sottoporre i figli alle vaccinazioni scatteranno le sanzioni previste per legge».
Nei corridoi di via della Consolata non ci sono state proteste, nè tantomeno rifiuti plateali. Nessuno, insomma, si è presentato dichiarandosi “No vax” motivando la scelta con posizioni anti-vaccino. Le lettere da far firmare per certificare il rifiuto sono rimaste nei cassetti. Le attese non sono state lunghe, nei momenti peggiori non più di un’ora. Il servizio non ha registrato intoppi: entrando dal portone di via della Consolata, a sinistra si accede alle sale dove erano in corso le “vaccinazioni ordinarie”; a destra gli spazi riservati agli inadempienti che negli elenchi dell’Asl non erano risultati in regola.
Qualche mamma affannata si è presentata in ritardo ma i figli sono stati vaccinati regolarmente, qualcuno è arrivato per chiedere ancora certificati, altri sono andati nelle sale sbagliate. Il servizio informazioni funzionava, per tutta la mattinata non
ci sono state lamentele. Diciassette infermiere quattro medici sono stati cooptati per snellire le operazioni. Nove sale sono disponibili dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 15,30. «Naturalmente – fa sapere il responsabile Giuseppe Salamina – chi non si è presentato oggi per problemi familiari potrà venire nei prossimi giorni ». Meglio su appuntamento, ma «nessuno – è il messaggio sarà mandato a casa».