Imposimato, un uomo che ha fatto della difesa della Costituzione il suo programma politico, umano, di magistrato. Ha servito il popolo, senza tatticismi, senza tornaconto personale.

Ferdinando Imposimato

                                                      Ferdinando Imposimato

È stato giudice istruttore dei più importanti casi di terrorismo, tra cui il rapimento di Aldo Moro del 1978, l’attentato a papa Giovanni Paolo II del 1981, l’omicidio del vicepresidente del Csm Vittorio Bachelet e dei giudici Riccardo Palma e Girolamo Tartaglione.
Grand’ufficiale dell’ordine al merito della Repubblica italiana, ha ricevuto diverse onorificenze in patria e all’estero per il suo impegno civile. È stato autore di numerosi saggi, tra cui “Vaticano. Un affare di Stato” e “La Repubblica delle stragi impunite”.
Attualmente si occupava della difesa dei diritti umani, ed era impegnato nel sociale. È stato inoltre scelto per il riconoscimento di “simbolo della giustizia” dall’Onu in occasione dell’Anno della Gioventù.

 

di

Giulietto Chiesa.

Il 2 gennaio scorso è morto Ferdinando Imposimato (aveva 81 anni), un uomo che ha fatto della difesa della Costituzione il suo programma politico, umano, di magistrato.

Ha servito il popolo, senza tatticismi, senza esitazioni, senza tornaconto personale.

Ha combattuto la mafia e la criminalità organizzata, ha interpretato i sentimenti profondi della parte pulita dell’Italia.

Il nostro Paese ha bisogno di gente come lui, con la schiena dritta, onesta, competente, coraggiosa.

Mancherà a tutti coloro che vogliono un’Italia neutrale sul piano internazionale, ripulita dalla corruzione sul piano interno, di nuovo capace di camminare a testa alta nel consesso internazionale.

Il presidente onorario della Suprema Corte di Cassazione, da cittadino partecipe, osava sempre prendere posizione su temi scomodi e difficili, con coraggio.

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