In scena la storia su un bimbo che è sia femmina che maschio. La rivolta dei genitori

di

MATTEO RADOGNA

 

Un momento di ‘Fa’ afafine. Mi chiamo Alex  e sono un dinosauro’

Un momento di ‘Fa’ afafine. Mi chiamo Alex e sono un dinosauro’

Castello d’Argile (Bologna), 9 gennaio 2017 – Sembra una storia come tante, c’è un bambino di nome Alex nella sua cameretta simile a quelle di tanti altri adolescenti. Peccato che Alex, in alcuni giorni, calzi le scarpette da calcio perché sente di essere Alexander, altri invece decida di infilarsi l’abito da principessa per tirare fuori l’Alexandra che ha in sé. ‘Fa’ afafine’ è il titolo di questa ‘fiaba’ che il 31 gennaio al teatro di Castello d’Argile, andrà in scena per i ragazzini delle medie. Mancano una ventina di giorni e lo spettacolo sta già sollevando un vespaio di polemiche fra i genitori. Il Comitato ‘Difendiamo i nostri figli’ di Bologna ha scritto all’Ufficio scolastico provinciale e al sindaco di Argile Michele Giovannini: “La narrazione parla di un bambino ‘gender fluid’ e oltre a essere delicata, viene anche affrontata da un punto di vista di parte – spiega il Comitato –. Un punto di vista che potrebbe risultare critico per gli alunni, inconciliabile con la pluralità degli orientamenti educativi delle famiglie e con la funzione pubblica della scuola. L’iniziativa rende indispensabile un’adeguata informazione preventiva dei genitori”. In mancanza del consenso informato, il Comitato chiede che sia possibile esonerare gli alunni dallo spettacolo e prevedere un’attività alternativa”.

Ovunque ha fatto tappa lo spettacolo, pur avendo vinto il premio ‘Scenario infanzia 2014’, ha sollevato aspre critiche. ‘Fa’ afafine’ nella lingua Samoa indica un vero e proprio terzo sesso cui la società non impone una scelta. Lo spettacolo, fra l’altro, è finito sui banchi della Regione: il consigliere Galeazzo Bignami ha presentato un’interrogazione. «Una vergogna si propinino ai bambini spettacoli senza acquisire preventivamente l’assenso dei genitori – sbotta il consigliere –. La circolare ministeriale 4321 del 6 Luglio 2015, inoltre, ribadisce l’importanza della condivisione con le famiglie del Pof, piano dell’offerta formativa che ‘è il documento fondamentale costitutivo dell’identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche che viene elaborato dal collegio dei docenti e approvato dal consiglio di istituto’».

Il sindaco Michele Giovannini sottolinea che la scelta degli spettacoli è appannaggio del corpo docente: “Ogni anno proponiamo alle scuole una serie di spettacoli teatrali di alto livello, nell’ottica di contribuire all’attività didattica. Con questi spettacoli si affrontano molti temi, la disabilità, i rapporti con i genitori e i coetanei, e sono gli insegnanti a scegliere quali spettacoli mandare in scena ben consapevoli del loro contenuto. Se hanno scelto anche questo spettacolo, che tratta della differenza di genere, evidentemente è utile. Gli spettacoli vengono presentati dalla scuola alle famiglie nel Pof”.

Simona Sacca, genitore e componente del consiglio istituto Castello d’Argile e Pieve non era conoscenza dell’iniziativa: “Non siamo stati informati. Forse lo faranno nei prossimi giorni. In ogni caso, visto l’argomento, andava discusso prima la possibilità di inserire lo spettacolo nella programmazione. Ci sarà a breve un consiglio d’istituto e immagino che la cosa verrà fuori”.

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