Giuseppe De Lorenzo
L’incontro annuale al via il 7 giugno a Torino. Ancora sconosciuto il luogo dell’incontro. La curiosità: parteciperà anche il segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin
Come ogni anno, arriva puntuale. Il Club Bilderberg, il gruppo più chiacchierato del mondo e fonte di legittime domande inevase sulla segretezza dei suoi incontri, si riunirà ancora.
Questa volta nessun hotel all’estero, ma una location (ancora segreta) nella città di Torino. Qui 128 invitati al club esclusivo parleranno di populismo, Russia, post verità e libero commercio.
C’è pure un cardinale
Nel sito ufficiale del Bilderberg sono stati pubblicati oggi tutti i nomi degli “eletti” (leggi qui l’elenco completo) e i temi della varie discussioni. Blindati all’interno di chissà quale albergo, ci saranno 8 italiani. Due di loro saranno lì di diritto: si tratta di John Elkan e Lilli Gruber, entrambi membri del “comitato direttivo” della Fondazione. Insieme a loro, a discutere di “disuguaglianza”, “futuro del lavoro”, “intelligenza artificiale” ed elezioni Usa, ci saranno Lucio Caracciolo (Direttore di Limes), Alberto Alesino (economista) Elena Cattaneo (senatore a vita), Vittorio Colao (Ceo di Vodafone), Marianna Mazzucato (professore di economia all’University College di Londra) e Salvatore Rossi (direttore generale della Banca d’Italia). La vera sorpresa però arriva dal Vaticano. Insieme al gotha della finanza e delle banche mondiali, infatti, siederà anche Pietro Parolin, saggio segretario di Stato del Vaticano. E allora viene da chiedersi: perché il membro del consiglio dei Cardinali di Francesco ha accettato di partecipare a un meeting famoso per tanta riservatezza? Mistero. Peraltro, alcuni già fanno notare una curiosità: la 66esima edizione parte il sesto mese dell’anno (6-6-6) nella “città del diavolo”.
La segretezza del luogo
Ad oggi non è ancora stato comunicato ufficialmente il luogo preciso dell’incontro (probabilmente, scrive Repubblica, dovrebbe essere il Lingotto). Alla nostra richiesta via mail, l’ufficio stampa del Bilderberg ha “risposto senza rispondere” e si è limitato a ricordarci che si terrà a Torino (sic!), senza però aggiungere altro (siamo in attesa di dettagli dopo aver spedito una seconda mail nella speranza di ottenere l’indirizzo esatto). In tanti si chiedono per quale motivo i membri del Bilderberg siano chiamati a tanta segretezza e perché l’area della riunione sia off limits per i cronisti. “Il meeting – si legge nelle faq del sito – non è aperto ai giornalisti (se non invitati, ndr) per favorire il più alto livello di apertura e dialogo“. Tradotto: i grandi del mondo potranno parlare liberamente, senza timore di dover rispondere pubblicamente delle loro teorie. Non solo. “Gli incontri – spiega il sito ufficiale – si svolgono secondo la Chatham House Rule, che stabilisce che i partecipanti sono liberi di utilizzare le informazioni ricevute, ma né l’identità né l’affiliazione degli oratori o di altri partecipanti possono essere rivelate“. Tutto mantenuto nel massimo riserbo.
Normale, poi, che nascano sul Bilderberg le più disparate teorie su cosa si decida (davvero) all’interno di quelle riunioni segrete. In fondo, per quattro giorni (dal 7 al 10 giugno) vivranno a braccetto ministri, industriali, amministratori delegati di multinazionali e i vertici di numerose banche. Tra loro l’ex primo ministro francese Bernard Cazeneuve, Henry Kissinger (braccio destro di Nixon e molto vicino a Napolitano), José M. Barroso (di Goldman Sachs ed ex presidente della Commissione Ue) e Jens Stoltenberg (segretario generale della Nato). Per l’Italia in passato hanno partecipato personalità ai massimi livelli della cosa pubblica. Qualche esempio? Mario Monti, Romano Prodi, Umberto Agnelli e Franco Bernabè.
Chi paga le riunioni di club Bilderberg?
Fondato nel 1954 da David Rockefeller, il Bilderberg si tiene secondo regole precise: due terzi dei partecipanti arrivano dall’Ue, il resto dall’America del Nord. Gli inviti vengono proposti e decisi dal “comitato direttivo” e sono strettamente personali. Qualche anno fa le telecamere di La7 guidate da Gianluigi Paragone provarono ad avvicinarsi all’hotel dove si teneva la conferenza. Tentativo vano: il muro di sicurezza era impenetrabile. Resta da capire allora chi paghi le spese per l’organizzazione dell’evento. Nel sito ufficiale si legge che “i costi del meeting annuale sono responsabilità dei membri del comitato direttivo del Paese ospitante”. Quest’anno, dunque, tocca agli italiani.
Tratto da IL Giornale