di

Valentina Bennati
comedonchisciotte.org

Paolo Schicchi è uno di quei medici che non si è voluto piegare all’obbligo vaccinale. Si è fatto sospendere per 15 mesi e ha iniziato a intavolare un confronto serrato con il proprio Presidente, quello dell’Ordine dei Medici di Brescia.
Nei giorni scorsi, proprio di fronte all’assemblea riunita, è salito sul palco e ha fatto un intervento di una decina di minuti parlando della propria esperienza, di vaccini Covid e anche di morti in eccesso. “Sono sotto gli occhi di tutti” – ha detto – “non possiamo negare la realtà, non possiamo negare che ci sia un esubero di morti improvvise, parliamo di cifre mostruose, lo vediamo tutti i giorni, è inutile che ci voltiamo dall’altra parte”.

Qualcuno dalla platea, fischiando, a questo punto tenta di farlo smettere di parlare, ma il Presidente dell’Ordine interviene per farlo continuare. E così il dottor Schicchi prosegue ricordando uno dei periodi più bui della storia della medicina, snocciolando i dati del database di eventi avversi dei vaccini in America, il famoso VAERS, e azzardando il calcolo dell’esorbitante costo della campagna vaccinale COVID, “circa dieci miliardi di euro che potevano essere stati destinati in tutt’altra maniera, visto che ci lamentiamo che la sanità pubblica non funziona”.

Un telefonino, dalla platea, riprende tutto. Dopodiché il video inizia a circolare, diventando virale. Seguono, trascritti, i passaggi più significativi e, alla fine la registrazione integrale per chi desidera vederla e ascoltarla.

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Brescia, Assemblea dell’Ordine dei Medici

“Una buona giornata a tutti. Farò una comunicazione assolutamente polemica, lo dico subito, molti non saranno ovviamente d’accordo con me, però ritengo opportuno puntualizzare delle cose molto gravi che sono successe.

Abbiamo attraversato uno dei periodi più bui della storia della medicina e, mi spiace dirlo, gli Ordini hanno avuto un ruolo assolutamente negativo nella gestione della pandemia, questo è inequivocabile, facendo delle pressioni.

Ho letto lo slogan che c’era all’inizio, ma la libertà di esercitare c’è stata negata di fatto, si è aderito totalmente a quelli che erano i diktat politici dimenticando quella che è l’arte medica da decenni e culminando nella follia vaccinale, nel vaccinare le donne in gravidanza, nel vaccinare i bambini, nel vaccinarci, come l’obbligo che, purtroppo, ci ha investito come categoria per primi. Se fossimo stati noi un pochino più energici nel dire no, probabilmente le cose sarebbero andate diversamente”.

“Ai giovani colleghi voglio dire una cosa: forse loro non se lo ricordano, magari non erano neanche nati, riguardo un farmaco, la Talidomide. È stato un farmaco che si può definire, a tutt’oggi, il più grande dramma nella storia della medicina. Veniva consegnato alle donne in gravidanza per i soliti problemi, cefalea, nausea, cose che si verificano quasi costantemente. Bene questo farmaco, che è stato lanciato sul mercato negli anni Sessanta, ha causato delle deformazioni gravissime. Si è visto poi ovviamente nel tempo, perché c’era il tempo della gestazione, e poi tutti quelli che sono stati gli studi, le contraddizioni, ovviamente con la pressione delle case farmaceutiche si era negato il nesso di causalità tra la deformazione dei nati e l’assunzione del farmaco. Fortunatamente un ginecologo tedesco molto puntuale nell’assegnare tutte le terapie, vide che c’era questa associazione tra l’assunzione di questo farmaco e la nascita di bambini che avevano molto spesso una focomelia degli arti superiori.
Fino a 20.000 bambini nel mondo sono nati con le deformazioni degli arti, prima che venisse stoppata la vendita di questo farmaco. È inutile dire che l’ultima Nazione in Europa ad evitarne la vendita è stata l’Italia. La FDA statunitense, come spesso succede in contraddizione con le agenzie delle varie nazioni europee, non aveva dall’inizio approvato questo farmaco; quindi, purtroppo questi dati riguardano solo i bambini europei”.

“Adesso vi voglio dire del VAERS che, come sapete, è il registro che usano gli statunitensi, sicuramente molto più affidabile del nostro, e abbiamo visto le falsità ormai riconosciute, smascherate, dei vari organi di controllo, Ema, Aifa, Istituto Superiore di Sanità, sono sotto gli occhi di tutti. Non possiamo negare la realtà, non possiamo negare che ci sia un esubero di morti improvvise e soprattutto nelle fasce di età …”

A questo punto il dottor Schicchi viene interrotto dai fischi. Qualcuno nella platea evidentemente si irrita per ciò che sta dichiarando. Al che il medico risponde:

“Fammi parlare, abbi pazienza se mi devi dire qualcosa me lo dici fuori, mi fai parlare, sto dicendo delle cose che sono validate”.

Poi interviene il Presidente dell’Ordine che riconosce al dottor Paolo Schicchi il diritto di parlare invitando il pubblico ad ascoltare. Parte anche un timido applauso e così il medico prosegue:

“Negli Stati Uniti le morti sicuramente accertate, in cui c’è stato un nesso di causalità tra inoculazione del farmaco – non lo chiamo vaccino, non è un vaccino perché si discosta totalmente dai vaccini adoperati fino adesso – sono 37.100, poi ci sono tutti gli effetti collaterali, 21.000 infarti, 214.000 patologie gravi, 242.000 ricoveri ospedalieri.
Sono delle cifre veramente drammatiche, però non è successo niente, anzi ancora qui in Europa andiamo avanti con la vaccinazione e migliaia, milioni di dosi, vengono buttate, viene buttato del denaro pubblico, denaro nostro.

Non ci sono soldi in Sanità? Ma iniziamo a spendere bene quei soldi che ci sono.

Sapete quanto è costata in Italia, così a occhio e croce, perché non c’è nessun dato che lo dica, questa folle campagna vaccinale? Dieci miliardi di euro, almeno si stima, questo perché in Germania hanno pubblicato i dati e, facendo la proporzione tra la popolazione nostra e la loro, viene fuori una cifra del genere. Quindi dieci miliardi di euro che potevano essere destinati in tutt’altra maniera.

Ci lamentiamo che la sanità pubblica non funziona? Iniziamo a spendere bene i soldi che ci sono, poi forse qualcosa potrebbe cambiare”.

Successivamente il dottor Schicchi racconta la propria vicenda personale, di essere stato sospeso con la procedura di urgenza dal 3 di agosto del 2021 all’ottobre del 2022, quando è rientrato “grazie ai due mesi di sconto pena che ci aveva offerto il governo Meloni appena insidiato” e di aver pagato la propria scelta con 15 mesi di sospensione “un danno professionale, economico, morale”.

Riferisce anche del suo nutrito scambio epistolare con il presidente dell’Ordine e poi si rivolge con forza ai colleghi:

“In Germania la mortalità è aumentata nella fascia 14-44 anni del 1900 percento. Parliamo di cifre mostruose. Lo vediamo tutti i giorni, è inutile che ci voltiamo dall’altra parte. E adesso l’OMS vuole assumere un controllo totale nella dichiarazione delle pandemie, avere un valore sovranazionale nelle misure da adottare.

Stiamo andando verso la deriva dittatoriale e nessuno di noi dice niente. Alziamo la testa, per cortesia!”