DI
PEPE ESCOBAR
asiatimes.com
Lunedì 10 dicembre ad Oslo, l’Unione Europea ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace per la promozione della pace, della riconciliazione, della democrazia e dei diritti umani.
Che emozione. Diamo un’occhiata al cast scelto per ritirare questo premio: l’incredibilmente inutile Herman van Rompuy (Presidente del Consiglio Europeo); l’incredibilmente mediocre Jose Manuel Barroso (Presidente della Commissione Europea); e l’incredibilmente inconsistente Martin Schulz, presidente del Parlamento Europeo. I Rolling Stones saranno anche decrepiti, ma almeno sanno ancora come conquistare una folla.
Barroso doveva aver mandato giù un po’ troppo vino Douro: ha detto che l’Unione Europea “è una potente ispirazione per molti nel mondo”. Bé, la passione delle masse Cinesi per Audi e Prada non è esattamente frutto di un’ispirazione dell’Unione Europea. Ha anche detto che l’U.E. rappresenta “ il libero consenso a condividere la sovranità”. Bé, gli inglesi vanno così pazzi per questa cosa che la stragrande maggioranza di loro ne vuole uscire.
Barroso avrà sicuramente voluto dire qualcosa quando ha difeso l’Euro con ” Lo sosterremo”.
In sostanza, quello che hanno fatto i Norvegesi – che, furbi loro, non fanno parte dell’Unione Europea – è di aver dato il Premio Nobel al (massacrato e svalutato) Euro. Vediamola come un’abile mossa di PR; d’altra parte non esistono due stati europei capaci di essere d’accordo su tassazione, regolamentazione del capitalismo finanziario selvaggio, su cosa fare per la crisi in Grecia e, presto, in tutto il “Club Med”, e su cosa stiano davvero combinando quei pinguini impettiti della BCE. E’ un dato di fatto che sono in pochi, a parte quella legione di burocrati di Bruxelles dai grassi rimborsi spese, a sapere esattamente a cosa serva l’Unione Europea, oltre che a fare colazioni a Parigi e cene a Parma senza bisogno di passaporto (eh sì, diciamolo, la favolosa cucina europea è la sua vera carta magica, almeno per quelli che se la possono permettere).
L’U.E. esiste essenzialmente per rispettare l’articolo 3 del Trattato di Lisbona; dovrebbe essere “un’economia sociale di mercato altamente competitiva” che tratta in Euro. Sì, avete più che ragione a restare sconcertati – poiché qualsiasi analisi delle recenti testate giornalistiche sta rivelando che questo schema non sta funzionando per niente bene. Questo schema viene gestito da una casta tecnocratica ossessionata dai “ritocchi strutturali”, che condanna decine di milioni di persone alla povertà. E’ come se quei burocrati di Bruxelles dicessero: “ O stai con noi, con l’Euro, o contro di noi” (quindi…guerra). Sì, il fatto e’ questo: la guerra economica contro i cittadini Europei è già in corso.
“IT’S ONLY ROCK’N WAR”…
Anche la politica estera dell’Unione Europea è un gioco, come se ventisette polli senza testa si tirassero dei calci a casaccio tra loro su qualsiasi tema, dalla Palestina all’ammissione della Turchia. Ma c’è una cosa che l’Unione Europea fa bene davvero: produrre, commercializzare e vendere armi a chiunque sia coinvolto in affari bellici.
Asia Times Online ha avuto conferma indipendente da due diplomatici europei che l’U.E. – attraverso il suo braccio militare comandato dagli USA, la Nato – si sta preparando ad una nuova guerra, in Siria. Questo conferma un recente rapporto sullo stesso argomento del quotidiano Tedesco Suddeutsche Zeitung (Moon dall’Alabama ce ne offre un’ottima traduzione qui).
I diplomatici hanno confermato ad ATol che il Segretario Generale della NATO – l’incredibilmente mediocre Anders Fogh Rasmussen – sta scalpitando per una guerra in Siria, camuffando questa sua frenesia con la retorica “La Nato non nasconderà la testa sotto la sabbia”. Citando le sue parole in diretta da Washington, Rasmussen godrebbe dell’appoggio di Turchia, Regno Unito e Francia, con la Germania in una condizione ambivalente, poiché il Ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle aveva precedentemente escluso l’opzione bellica in favore di una soluzione politica.
Scalpitare per la guerra è una cosa, farla davvero è un’altra. Anche una direttiva Nato che dia il via ad azioni belliche in Siria necessita dell’approvazione di tutti e 28 i paesi membri. Comunque, ecco lo scheletro dell’atto finale: Washington continuerà ad ordinare al suo fantoccio danese Rasmussen di preparare le basi per un’azione di guerra, assolutamente necessaria. Benvenuti in Siria, oppure Libia-2 – anche se Washington non potrebbe in alcun modo giustificare di propinare al Consiglio di Sicurezza della Nato un’altra Responsabilità a Proteggere (R2P).
Ebbene sì, Bruxelles, abbiamo un problema. E sta succedendo proprio mentre vengono spiegati sul confine turco i missili Patriot e 400 unità militari tedesche. L’opinione pubblica della Germania è contraria ad un’altra guerra nel mondo musulmano. Nel 2013 in Germania ci saranno le elezioni.. Angela Merkel e Westerwelle non sono esattamente degli spiriti suicidi.
L’accelerazione dei missili Patriot – che “proteggeranno” la Turchia contro qualsiasi attacco missilistico dalla Siria – è una scelta che viene dritta dritta dal Manuale Delle Armi D’ Illusione Di Massa. Frederick Ben Hodges, capo del nuovo Comando Terrestre Alleato di base a Ismir, Turchia, avrebbe dichiarato ad un’agenzia di stampa dell’Anatolia che i Patriot sono lì come deterrente contro i missili chimici siriani. Come se Bashar al-Assad, (come nel caso Frau Merkel), fosse diventato all’improvviso un pazzo suicida. Gli unici che credono davvero alla storiella d’intelligence che Washington sta facendo circolare, che Damasco potrebbe utilizzare le armi chimiche come ultima spiaggia, sono il fedele danese Rasmussen ed il club di mediocrità politica Britannico-Francese-Turco. Le manovre psicologiche della Nato non metteranno di certo paura al Governo Siriano.
Per quanto riguarda poi l’incredibilmente bizzarro Primo Ministro Turco Recep Tayyip Erdogan, si è dimostrato coerente in una cosa soltanto: ha una febbre, e l’unica cura possibile è lo spazio aereo interdetto. Anche se l’opinione pubblica turca non vuole neanch’essa una guerra, Erdogan non è stato in grado di smorzare questa febbre. La macchina US-NATO ha usato ogni mezzo – dal corrompere orde di funzionari a Damasco fino ad imputare ad Assad ogni settimana una serie di mini-olocausti. Non ha funzionato.
I cosiddetti “ribelli” – contagiati dalla Salafi-jihadis – difatti “controllano” soltanto territori secondari a maggioranza Sunnita o sobborghi intorno alle grandi città. Ci saranno quasi 40,000 combattenti nelle periferie di Damasco, ma rischiano di trovarsi vittime di una clamorosa imboscata organizzata dall’Esercito Siriano. Quindi il presunto cambio di scena dovrà sicuramente prevedere la minaccia delle armi chimiche, e quindi – si spera? – al Sacro Graal dello spazio aereo interdetto.
…BUT I LIKE IT.
Non importa a nessuno che l’ultra-gasato Esercito Siriano Libero “pro-democrazia” – un mucchio selvaggio finanziato ed armato dagli USA, dalla NATO e dai quei “fulgidi esempi” di democrazia del Golfo Persico – sia pieno di infiltrati estremisti della Jihad Libici/Siriani/Iracheni, che uccidono civili in modo indiscriminato per conto del Premio Nobel per la Pace Unione Europea, amante dei diritti umani. E continuano, sotto l’occhio guardingo degli Stati Uniti e del Club NATO-GCC (Gulf Cooperation Council): i maggiori esponenti dei ribelli si sono riuniti in Turchia lo scorso Venerdì per eleggere un “Comando Unificato” di trenta membri. E’ prevedibile che questi siano collegati sia alla Fratellanza Musulmana (MB) sia ai Salafiti; dai comandanti Islamisti Jamal Marouf e Ahmad al-Issa all’icona Salafita il Colonnello Abdelbasset al-Tawil. I primi due, di Aleppo, sono – indovinate un pò? – Salafiti. Traduzione: questi sono quelli che il Dipartimento di Stato Americano non ha (ancora) definito “terroristi”.
Tutto questo modus operandi di certo si espanderà ulteriormente: più armi finanziate dagli Europei alle gang criminali Salafiti-Jihad; la Francia sta riversando su di loro euro a profusione attraverso il confine Turco. E il passato mercoledì gi Amici della Siria si sono nuovamente incontrati a Marrakech, in Marocco, chiaramente gasati dal Club NATO-GCC, al grido di “Vogliamo La Guerra!”.
Cari Norvegesi, non avete niente da perdere se non il vostro senso del ridicolo – come se questo non si fosse già perso da tempo; dopo tutto, se un’Europa incasinata, con una valuta incasinata e tutto il resto, può ancora permettersi di intascare il vostro Premio Nobel per la Pace, è ora di dare alla NATO un Premio Nobel per la Guerra. Rasmussen non sarà Mick Jagger, ma scalpita per esserlo: “ It’s only rock’n war, and he likes it”.
Pepe Escobar e’ l’autore di Globalistan: How the Globalized World is Dissolving into Liquid War (Nimble Books, 2007) e di Red Zone Blues: a snapshot of Baghdad during the surge. Il suo libro più recente appena pubblicato è Obama does Globalistan (Nimble Books, 2009). Lo si può contattare a: pepeasia@yahoo.com
Fonte: www.atimes.com
Link: http://www.atimes.com/atimes/Front_Page/NL13Aa01.html
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SKONCERTATA63