DI

RITA PANI (APOLIDE)
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L’aereo atterra a Ciampino in diretta TV, e l’unica differenza tra questi eroi e gli altri che ci hanno abituato a vedere, è solo il fatto che loro scendono dall’aereo sulle loro gambe; gli altri, in genere, dentro una scatola di legno avvolta dal tricolore.
No, non è vero. È diverso anche il fatto che a differenza degli eroi morti, questi hanno un palco sul quale salire, per ringraziare, per dirsi emozionati e grati per l’impegno dello stato che ha dato loro la possibilità di “respirare aria di casa”, di “avere questo permesso per passare il Natale a casa”.
I due marò ringraziano il popolo italiano. A me no La cronista ce li racconta, e sottolinea l’emozione dei marinai accolti in pompa magna dal capo della marina, dal ministro in persona. Loro possono fare quel che nessun altro eroe, tornato a casa morto per una guerra insulsa, che si ostinano a chiamare  guerra di pace, può fare: ringraziare tutto il popolo italiano.
E io mi disgusto. Io non voglio far parte di questo popolo italiano, io non voglio i vostri ringraziamenti, io non voglio essere complice di un abominevole assassinio. So che è solo una formula, una sorta di litania, quella cortese forma da protocollo che gronda emozione e gratitudine, ma io i vostri ringraziamenti non li voglio nemmeno pro forma.
Fortemente rifiuto.
Avevo già scritto ieri, di questo vortice contrario che ci inghiotte tutti quanti, di questo paese ormai servo, ed oggi – qualora ce ne fosse stato bisogno – ne abbiamo avuto una dimostrazione in più. Tollero poco e male quei figli di famiglia che tornano morti dalla guerra, perché l’Italia la guerra la ripudiava, e una guerra non si può chiamare pace, soprattutto quando si combatte in un paese illegalmente invaso al solo scopo di conquistarne il petrolio, o gli accessi al mare per gli oleodotti, ma almeno la farsa patriottica un senso l’avrebbe, se non altro per quei genitori che i figli non li abbracceranno più. Il tricolore potrebbe essere l’unico loro conforto, le autorità un modo per far sentire riconoscenza. Ma oggi?
Due marinai assoldati per scortare una petroliera privata … due marinai che devono essere processati per omicidio. Quale sarebbe l’eroismo? Cosa differenzia un assassino da un altro?
Due assassini son tornati a casa dopo aver ucciso dei pescatori, che faticando in mezzo al mare campavano le famiglie. Non dico che lo stato italiano avrebbe dovuto dimenticarseli in un Resort in India, ma avrebbe dovuto risparmiare a tanta gente che di ingiustizia soffre e muore, la farsa della vittoria delle diplomazie, lo spettacolo indegno di uno stato che sembra davvero aver scordato qualunque fondamento di civiltà. Lo stato italiano ha pagato in danaro, poteva farli arrivare in silenzio, magari facendo finta di avere almeno rispetto per le famiglie dei pescatori che i loro cari non li vedranno più.
Ma ormai non c’è più nemmeno la decenza.

Rita Pani (APOLIDE)
Fonte: http://r-esistenza-settimanale.blogspot.it/