80 avvocati arrestati

In Turchia la polizia ha arrestato l’11 giugno un’ottantina di avvocati che manifestavano occupando pacificamente il tribunale. Questo è il simbolo del suggello polizia/magistratura bancaria al soldo degli interessi NATO/bancari. Sta emergendo sempre più evidente che il popolo sta protestando in ricordo della laicità e della democrazia di Attaturk, contro un Erdogan che sta imponendo, per sottomissione supina agli USA e relative basi, l’ismalizzazione del paese. Un’islamizzazione in atto da almeno dieci anni.  Del resto che i wahabiti salafiti, islamizzazione e interessi petroldollaristi/NATO siano collegati è oramai evidenziato anche dai finanziamenti e le collusioni tra i terroristi islamici in Siria e i finanziamenti occidentali, e addestramenti CIA vari. E’ successo così alla laica Libia, che dopo la “democratizzazione” per “gentile concessione” di Francia (TotaFinaElf, BNP, Suez Gaz de France), GB (BP), Olanda (Shell), USA (Chevron? Texaco? Exxon?) si è ritrovata con la legge della shariah in casa, così sta succedendo alla Siria e in modo larvato alla Turchia, solo che in Siria vi è un presidente che resiste, Erdogan invece ha già dovuto calare le mutande da anni, essendo il paese una enorme base militare NATO. In questo la sua posizione geostrategica e geopolitica è del tutto simile a quella italiana con la differenza che la Turchia non avendo l’euro è in crescita economica esponenziale e la gente, giustamente, è ancora molto vivace. Erdogan ha già iniziato le privatizzazioni delle aziende di Stato. Un cocktail di ismalizzazione e di privatizzazione potrebbe essere la vera causa del malcontento popolare.

Ricordiamo che la miccia di questa rivolta è stata accesa oltre dieci giorni fa da un progetto di centro commerciale nell’ultimo polmone verde di Istanbul – il Gezi Park – che prevede il taglio di 600 alberi: è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso del malcontento popolare nei confronti di Erdogan. Poi con l’uccisione di tre manifestanti, maltrattamenti brutali ivi compresi stupri da parte della polizia, le proteste sono dilagate in tutte le città turche. Questa protesta vede pacifici manifestanti accampati nel parco dare lezioni di yoga, alternarsi a scontri violenti con la polizia di notte.

Qualche ora fa è spuntato un video del primo giorno di protesta in cui un poliziotto ha sparato in testa a un manifestante di 27 anni che si è accasciato a terra, non si hanno notizie certe del suo stato di salute (morte cerebrale o coma).

Sul sito http://www.informarexresistere.fr/2013/06/11/video-shock-turchia-un-poliziotto-spara-in-testa-a-un-manifestante-e-fugge/ si legge:

La vittima si chiama Ethem Sarısülük, un lavoratore di 27 anni. E’ stato colpito alla testa e si è accasciato a terra. I suoi compagni hanno sventolato bandiere bianche perché fosse soccorso nell’immediato. Fonti turche parlano di morte cerebrale, ma il suo legale ha fin ora smentito. Sarebbe la quinta vittima della repressione — telecomandate dal Primo Ministro Erdogan — che stanno letteralmente insanguinando la protesta in Turchia.
Un pubblico ministero si è già rivolto alle forze di polizia perché fosse fatto il nome dell’uomo che ha aperto il fuoco. Al momento, secondo il Partito Comunista Turco, non è ancora arrivata una risposta. Rimaniamo in attesa di nuovi aggiornamenti, di cui vi informeremo ora per ora.

Dalla Turchia provengono notizie di maltrattamenti brutali ivi compresi sessuali sui manifestanti: sul sito http://www.mattinonline.ch/turchia-sesso-come-punizione-della-polizia/ leggo un articolo tratto da un quotidiano inglese e tradotto sui metodi brutali della polizia su inermi e innocenti passanti e o manifestanti:

Come previsto dunque la tregua tra islamisti e laici non è durata e da ieri a Istanbul sono ripresi, durissimi, gli scontri tra polizia e manifestanti. Scontri che malgrado le ipocrite e svogliate ramanzine della UE sono più volte degenerati nella violenza più bestiale come raccontano molti giornali turchi a partire dalla versione inglese di Hurriyet.

Hurriyet racconta la storia di Erkan Yolalan, uno studente, che spiega: “Mi trovavo alle nove di sera a Besiktas. Non facevo niente, non gridavo slogan, non buttavo pietre. Appena mi hanno visto mi hanno afferrato. E sono scivolato nell’inferno. Ogni poliziotto presente ha iniziato a prendermi a calci e pugni. Per 150 metri, fino al bus della polizia, tutti mi hanno picchiato, maledetto, insultato. Non finivano mai”.

“Dentro il furgone – continua- le luci erano spente. Ho sentita la voce di una ragazza che supplicava: “Non ho fatto nulla, signore”, ma loro la picchiavano e lei pareva soffocare. Poi un agente in borghese le ha detto esattamente questo: “Ti sbatto per terra e ti violento, ora”. La risposta della ragazza, con un filo di voce, ci ha spezzato il cuore: “Sì, signore”.

“Poi ci hanno costretto, con altri  arrestati, a gridare, tra una pioggia di botte: ‘”Amo la polizia! Amo il mio paese!’” Urlavano: “più forte, più forte!’”, ci picchiavano, ci insultavano”.

“Poi è arrivato un altro giovane. Mustafa, dell’Università del Bosforo. Venti agenti lo avevano attaccato. Non stava in piedi. Nel bus lo hanno ancora colpito alla testa con un casco. Non bastava. Gli hanno sbattuto il capo contro il finestrino. Perdeva sangue dalla testa. Era ammanettato. Hanno continuato a picchiarlo”.

Alla fine sono stati portati al commissariato, dove li attendevano gli avvocati mandati dagli altri manifestanti. Come finirà? Lo spiega la giornalista Belgin Akaltan, autrice del pezzo, che dice: “Sapete che cosa succederà ora? Erkan sarà intimidito dalle denunce dei poliziotti, che diranno che lui li ha attaccati. Il procuratore darà la priorità alle loro denunce rispetto alla sua e a quelle degli altri ragazzi e così Erkan e gli altri giovani del bus che oseranno testimoniare saranno dichiarati colpevoli e condannati”.

Poi le ultime notizie di oggi 11 giugno le traggo dalla bacheca di Andrea Mazzone da Smirne: tutte le città turche si stanno infuocando, compresa Izmir

“le persone stanno scendendo nelle piazze per riunirsi e in coro urlare “Her Yer Taksim, Her Yer Direnis”… Persone in pigiama scendono per strada e si mischiano alla folla… Questa sera Taksim è stata invasa e sembra davvero che l’anima di un popolo sia stato ferito” (https://www.facebook.com/andrea.mazzone.1656)

Giungono voci di migliaia di persone per strada in tutta la Turchia…si sono recati centinaia di avvocati in tribunale, per occuparlo pacificamente, poi hanno fatto irruzione i poliziotti e hanno arrestato moltissimi avvocati, al momento si parla di 80 avvocati arrestati.

Intanto in piazza Gezi Park hanno staccato la corrente, per sgomberare i manifestanti accampati li da giorni: la polizia sta sgomberando ogni veicolo e oggetto presenti all’interno dell’area e alcuni alberghi aprono le porte ai manifestanti sgomberati.

Erdogan e la finanza hanno bloccato il net, offrendo di comprare gli account di twitter più in vista:

“Stiamo cercando di comprare gli account Twitter. Il budget adesso é 125 000 lire turche. Gli account che hanno fra 500 000 e 600 000 seguaci, se volessero vendere i loro conti sono pregati di contattarci subito. Non intendiamo comprare quelli sotto i 10 000.
Non abbiamo tempo per trattare, diteci direttamente quanto volete. Se il prezzo non é adatto per noi non tratteremo e non proporremo un prezzo. I prezzi adatti saranno conattati e parleremo su come pagare.
@SosyalMedyaEkip é solo un broker e i conti non saranno comprati da @SosyalMedyaEkip .I nomi di chi compra non saranno nominati. Vi preghiamo di non chiedere informazioni su chi compra. I pagamenti verranno realizzati da noi.

In mezzo a tanta censura, si prega di diffondere le notizie. Qua un altro video delle violenze:

Intanto gli alberghi aprono le porte ai manifestanti sgomberati dalla polizia:

In un’intervista di Andrea Mazzone (cfr. https://www.facebook.com/andrea.mazzone.1656/posts/10151731936645757) per capire il malcontento desumo quindi che, le privatizzazioni sono iniziate, ad esempio l’azienda telefonica è passata sotto il controllo degli arabi (che vi dicevo, i petrodollaristi?) il secondo intervistatore alla domanda di che cosa pensa che succederà, risponde:

“Caos. E poi la guerra. Iraq, Siria, Palestina e ora tocca a noi. Potrebbero richiamarmi da militare. Gli americani hanno un piano per la Turchia secondo me.” E aggiunge: “Gli USA usano Erdogan per un piano. Vogliono mettere la nazione nel caos per poi subentrare e prendersi il petrolio che noi abbiamo ma che non possiamo estrarre”.

Altri pensano che Erdogan abbia vinto con brogli elettorali poiché nel sudest del paese era andata via la corrente durante i ballottaggi, e che Erdogan e il governo usino la religioneper manipolare bene la gente, soprattutto quella ignorante.

Questa protesta ha assunto Mustafa Kemal Ataturk a simbolo:

“Ataturk è il nostro eroe. E’ intoccabile. Ha dato tutto alle persone e siamo debitori a lui per tutto quanto”.

Nicoletta Forcheri

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