di
Marco Pizzuti
La mattina del 20 giugno, Donato Valz gen, il direttore generale di Banca Sella è “precipitato” dal settimo piano della sua abitazione. Secondo gli inquirenti, o è “caduto da solo” (forse stava provando un salto di batman?), oppure si è suicidato. Il caso quindi è già chiuso e forse è meglio non parlarne troppo.
Donato Valz Gen, Banca Sella
Nessuno sembra essersene accorto, ma pare che quasi tutti i dirigenti di banca scomodi abbiano un debole per il suicidio in caduta libera. Con i tempi che corrono è difficile credere che si tratti solo di coincidenze e in genere le crisi depressive colpiscono chi perde il lavoro e non certo i colletti bianchi più facoltosi. Di sicuro sappiamo solo che a volte le persone troppo ben informate sui dati sensibili delle banche diventano scomode e quando il loro suicidio è palesemente “strano” (senza un chiaro movente), è legittimo pensare a un omicidio o a un vero suicidio ottenuto con il ricatto di ripercussioni peggiori su tutta la famiglia. In questi suicidi infatti, le stranezze sono molte, anzi a dire il vero, troppe. Il 19 febbraio del 2013 ad esempio, il volo d’angelo è toccato anche a David Rossi, un dirigente di Monte Paschi di Siena che ha lasciato i suoi cari con un tuffo fatale nel vuoto.
David Rossi, Monte Paschi di Siena
La J.P. Morgan non fa eccezione perchè in questa nota banca d’affari la via del “trapasso volante” sembra addirittura diventata di gran moda con ben tre suicidi a volo d’angelo solo nel 2014. Dennis Li Junjie si è lanciato dal tetto del suo ufficio di Hong Kong e la stessa sorte è toccata a pochi giorni uno dall’altro ai suoi colleghi Ryan Henry Crane e Gabriel Magee.
Sempre nel 2014 sono morti suicidi nello stesso modo anche Mike Dueker (Russel Investiment), Kennet Bellando (Levy Capital) e Autumn Radtke (First Meta). Ai suicidi dei dirigenti bancari sono ammesse piccole varianti come l’impiccagione in casa di William Broeksmit (Deutsche Bank) o il lancio “sotto al treno” scelto ad esempio da Edmund Reilly (trader di Vertical Group). Il volo d’angelo però resta il preferito come vuole tradizione bancaria. A volte lo stesso irrefrenabile impulso contagia anche le segretarie dei dirigenti. Era infatti il lontano 17 giugno 1982 quando Graziella Corrocher, la segretaria del banchiere Roberto Calvi (poi trovato impiccato sotto un ponte di Londra), “si lasciò andare dalla finestra”. Il 2 ottobre del 1982 spiccò il suo ultimo volo anche il banchiere Giuseppe Dellacha. “L’egocentrico” collega Michele Sindona, volle invece distinguersi dagli altri con l’ autoavvelenamento” in carcere. Insomma, questa storia dei suicidi sembra essere da monito a tutti i dirigenti di banca. Chi sa troppo deve tacere o finirà per ammalarsi di depressione fino a commettere un suicidio che molto probabilmente avverrà con il lancio da una finestra…