DI
GEORGIOS
Ieri la gente e’ scesa in strada a migliaia a piazza Syntagma, davanti al parlamento. Stessa storia anche in altre città del paese. Non c’è stato nessun tipo di organizzazione e nessun canale televisivo greco ha coperto l’evento. L’organizzazione e’ stata spontanea coi social media ed alcune radio sparse per il paese non in mano ai privati (residui dopo la chiusura della ERT, la TV pubblica, nella capitale). Avreste dovuto sentire la gente parlare in queste emittenti radio. Da quando si e’ saputo il ricatto di Draghi una corrente elettrica ad altissimo voltaggio ha fatto insorgere e fumare dalla rabbia tutto e tutti. Che sono molto incazzati.
Lo slogan principale e’ stato:
“Non siamo ricattabili, non soccomberemo, non abbiamo paura, non facciamo un passo indietro, vinceremo”.
Nei social media si legge: “Ieri sera il capo-banchiere Draghi ha deciso di fare il gioco della Merkel e di ricattare ancora una volta il popolo greco ed il suo nuovo governo. Non soccomberemo a questo nuovo ricatto. La democrazia ha parlato e tutti la devono sentire. L’era della Grecia in ginocchio e dei governi ubbidienti e’ finita”.
E’ vero: Il gioco in Grecia si e’ fatto cosi complesso per loro che rischiano di perdere il controllo. Ci stanno tutti dietro: La UE, gli americani, i vecchi politici e i loro partiti, perfino certi dirigenti di alcune correnti di SYRIZA, i banchieri, gli avvoltoi, i quisling che tremano nell’eventualità di un cambiamento fuori controllo, ma fatto sta che non hanno in mano la situazione come prima. In fisica si chiama equilibrio instabile. Da quale parte cadrà il pallino?
Ed e’ allora che il gioco per la gente diventa semplice. Io ne sono convinto: anche facile.
A Berlino, fuori dal ministero della finanza, un po’ prima dell’incontro tra Schaeuble e Varoufakis c’erano dei cartelli con su scritto: “Cominciamo dalla Grecia, cambiamo l’Europa”.
Il clima che si respira ti fa ubriacare. Arriva l’ora. O e’ già arrivata?
Certo, negli uffici del potere hanno altri progetti. Il punto però e’ riuscire a cavalcare il drago. Il che non e’ detto.