Grafici dagoofynomics e infodata
1) In Grecia si va in pensione troppo presto FALSO
Il grafico mostra in blu l’età pensionabile media a lungo termine (2060) prima delle riforme delle pensioni, e in rosso dopo le riforme.
La Grecia pre-austerità (indicata con la sigla EL) aveva un’età media delle pensioni fissata a 61,9 anni per i maschi, sostanzialmente in pari con il resto d’Europa. Dopo le riforme i greci andranno in pensione gradualmente più tardi degli italiani e di tutti gli altri europei, esclusi ciprioti, danesi e olandesi.
Se ci sono alcuni settori marginali privilegiati con baby-pensioni questo vale per tutti i Paesi occidentali, e non certo per la sola Grecia.
2) In Grecia ci sono troppi dipendenti pubblici FALSO
Il Grafico mostra il rapporto tra dipendenti pubblici e occupati totali nell’economia in media tra 1999 e 2007. In Grecia i dipendenti pubblici rappresentano meno dell’8% della forza lavoro occupata. In Germania l’8%!! La Grecia è in media con l’eurozona (barra a sinistra di quella greca: EZ). Per non dire della Francia, che sfiora il 10%.
Non solo. Con l’austerità nessun Paese europeo ha diminuito il numero di dipendenti pubblici come la Grecia. Nel 2009 i dipendenti pubblici greci erano 907.351 unità. Nel 2014 erano 651.717. Vale a dire 255.634 in meno, che equivalgono al 25%! La Grecia post-austerità si trova quindi all’estrema destra del grafico sopra.
3) La spesa pubblica greca è troppo alta FALSO
Nel grafico si vede una media della spesa pubblica rispetto al Pil fra 1999 e 2007. L’Italia, in media con l’eurozona avanzata, è in rosso. La Grecia è sotto la media dell’eurozona avanzata ed è molto distante dal 50% della spesa pubblica rispetto al Pil. Il dato è peraltro sceso dal 47% del 2000 al 43% del 2006.
4) La Grecia non ha fatto le riforme strutturali FALSO
Come visto, i tagli al settore pubblico e al sistema pensionistico sono stati drammatici. Si aggiunga che durante l’austerità la contrattazione collettiva è stata eliminata (Tsipras vorrebbe ripristinarla). Ma non basta. La Grecia nel 2010 si trovava al 109° posto nella classifica dei Paesi dove è più conveniente aprire un’impresa e fare affari. Nella stessa classifica del 2015 la Grecia è al 61° posto, e ha scalato decine di posizioni avvicinandosi all’Italia e agli Paesi avanzati. Ammesso che flessibilizzare selvaggiamente il mercato del lavoro sia la soluzione (e non lo è, perché bisognerebbe rifiutare la competizione globale al ribasso su salari e diritti e riprendersi la sovranità economia e una politica industriale) la Grecia in questo senso ha fatto più passi avanti di chiunque altro.
Questo è il grafico che mostra la posizione della Grecia (61°), ormai vicinissima all’Italia.
5) I greci lavorano poco FALSO
Non c’è nessuno, nel mondo occidentale, che lavora più dei greci durante la settimana. La Germania, come è ovvio, essendo un Paese più sviluppato e quindi meno dipendente dal lavoro umano, vede i suoi lavoratori impegnarsi in media per 35 ore a settimana, sette in meno del greco medio.
6) La Grecia è in crisi per il suo debito pubblico troppo elevato dovuto alla corruzione FALSO
Nel grafico la dinamica del debito pubblico e di quello privato in Grecia dal 1993 allo scoppio della crisi mondiale. Il debito pubblico greco rimane costante durante l’intero periodo (intorno al 115%), più basso di quello italiano. A esplodere è il debito privato a partire dal cambio fisso e poi dall’entrata nell’euro. Questo perché la Grecia diventa appetibile per i creditori esteri (banche soprattutto francesi e tedesche) in quanto i tassi di interesse con l’euro si abbassano e la Grecia non può più svalutare la sua moneta (dracma) per equilibrare la bilancia commerciale. Non bastando le esportazioni, deve quindi finanziare le importazioni con crediti allo Stato e ai privati provenienti dall’estero. Allo scoppiare della crisi americana nel 2008 si interrompe il flusso di crediti esteri all’improvviso, e la Grecia è costretta all’austerità per ripagare i suoi debiti. È una crisi da debito privato (favorita dall’euro) e non da debito pubblico. Se esplode anche il rapporto debito pubblico/Pil (dal 125% del 2010 al 180% di oggi) è perché l’austerità fa esplodere la disoccupazione (dal 7% al 25%) e fa calare le entrate fiscali dello Stato, insieme al Pil (-25%).
7) La Grecia merita l’austerità perché non restituisce i debiti che ha contratto FALSO
Come detto, c’è un problema di indebitamento privato con le banche estere, soprattutto tedesche e francesi. Queste inondano di credito famiglie, imprese e banche greche dall’entrata nell’euro della Grecia al 2007, perché la Grecia non può più svalutare la moneta (e insieme ad essa i suoi debiti) e vede i suoi tassi di interesse diminuire a causa dell’euro (e quindi le risulta più conveniente chiedere prestiti all’estero). Con la crisi americana del 2008, che contagia l’Europa, le banche tedesche e francesi stoppano all’improvviso i finanziamenti ai greci e pretendono indietro i loro crediti. L’austerità e i “salvataggi” attraverso i fondi Salva-Stati servono a far rientrare queste banche dai loro crediti, non ad aiutare il popolo greco a rialzarsi. Ecco la dimostrazione:
I prestiti dei fondi Salva-Stati alla Grecia finiscono per il 90% alle banche tedesche e francesi, salvandole. In parallelo aumentano i debiti pubblici dei Paesi che hanno partecipato al finto “salvataggio” greco (l’Italia con 40 miliardi) e il debito pubblico greco (240 miliardi di “salvataggi“). Ma è un debito illegittimo, scaricato sulle spalle dei cittadini greci ed europei per salvare le banche private che grazie all’euro hanno potuto prestare senza alcuna attenzione ai fondamentali delle economie finanziate.
Ecco un’altra conferma:
Dal 2010 l’esposizione della banche francesi, tedesche e olandesi verso la Grecia crollano. Le banche sono state salvate. Ora la Grecia potrebbe anche uscire dall’euro, ma la Troika tema l’effetto emulazione degli altri Paesi massacrati dall’austerità.
8) La Grecia ha truccato i conti pubblici VERO, ma…
…con l’aiuto di Goldman Sachs e la supervisione della UE, e attraverso governi amici della Troika (a guida Neo Demokratia e Pasok). Questo perché la Grecia dentro l’euro era utile all’Europa tedesca per abbassare il valore dell’euro rispetto al marco. Tutti gli analisti sapevano dei trucchi contabili greci/Goldman Sachs.
Una cosa simile è stata fatta con l’Italia, che non rispettava il parametro del debito/Pil dettato da Maastricht (60%) ma è stata comunque accolta nell’euro.
Da notare che le stesse Germania e Francia hanno sforato il parametro del 3% deficit/Pil nei primi anni 2000, ma non sono state sanzionate.
Conclusione: i media sono asserviti ai poteri finanziari, non è una novità, ma adesso la situazione è diventata asfissiante.
OXI- OXI- OXI
Tratto da “Come ti smonto i luoghi comuni sulla Grecia” – LINK