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di

ROSSLAND

Ventaccio bastardo stamattina a nord-est.
E’ marzo, mi si dirà, è normale.
Vi dico che sarebbe la sola cosa “normale” di queste ore, e che quindi perfino il vento inizia a sembrarmi sospetto.
Da nord, infatti, scende e impazza la fuffa a reti europee unificate.
Fuffa prontamente diramata ai quattro venti e ora per ora anche dal mainstream nazionale, che qui siamo nell’Unione Europea e ci mancherebbe che non si fosse tutti uniti nel cordoglio per le vittime che deve far da collante unico ai popoli europei tutti (qualcuno impazza sulla “minaccia alle istituzioni europee” non vedendo che l’obiettivo raggiunto non sono le “istituzioni” ma chi ci lavorava, cioè persone provenienti da molti paesi europei, così che il cordoglio sia “europeo e condiviso).

I morti sono sempre veri, ed è impossibile non piangerli in quanto vittime innocenti della follia criminale che imperversa scendendo da nord e diramandosi fino alle coste a sud del Mediterraneo.
I come, i perché, i chi, sono invece al vaglio della commissione fuffulogica ufficiale dell’Unione, la quale provvederà nel giro di qualche giorno a ritoccare, aggiustare e rettificare il quadro generale fino a fornirci un quadro completo anche se raffazzonato e da ingerire a freddo.
E’ un work-in-progress: partendo da un canovaccio tirato su alla meglio fin dai primi minuti post tragedia, si vanno via via definendo meglio i contorni che sbavano, i tasselli che mal s’incastrano e i personaggi che mal si adattano al puzzle in costruzione.
Il format pare avere ormai figure fisse.
Vi troviamo infatti puntuali due fratelli nel ruolo di kamikaze uno puntualmente muore, l’altro è puntualmente in fuga): 

– a Boston 15 aprile 2013, Maratona, i fratelli Tsarnaev
– a Parigi 7 gennaio 2015, Charlie Hebdo, i fratelli Kouachi;
– a Parigi 13 novembre 2015, Bataclan, i fratelli Abdeslam;
– a Bruxelles ieri, i fratelli El Bakraoui.

Tutte le coppie di fratelli paiono avere un puntuale background da delinquentelli standard redenti: precedenti penali di vario genere ma a piede libero, conosciuti dalle forze dell’ordine per precedenti per uso di droga, spesso di spaccio e per qualche furto di galline; tutti pare non disdegnino l’alcool; qualcuno (Salah Abdeslam) pare frequentasse pure locali per gay.

E già sarebbero dettagli che cozzano contro l’idea che uno ha di un islamico integralista pronto a farsi saltare con una cintura imbottita per andare a raggiungere le Vergini promesse dal Profeta (anche un gay? che se ne fa? si “converte” etero dopo morto?).
Fino a ieri, un altro classico del format era il puntuale ritrovamento di un documento accanto al luogo dell’attentato (carte d’identità lasciate sul sedile dell’auto, ritrovate indenni a terra  sul luogo dell’esplosione, ecc., vedi dall’11/9 in poi; aerei e sale da concerto carbonizzati, ma documenti ritrovati semi integri…).

Da ieri c’è un ritocco alla sceneggiatura di questo dettaglio, forse perché quella dei documenti ritrovati iniziava a puzzare anche alle menti meno perverse della mia.

Entra in scena infatti la figura del tassista-chiave: dopo aver riconosciuto gli attentatori dalle foto pubblicate dalle riprese delle telecamere dell’aeroporto, dove si vedono i due fratelli spingere un normale carrello bagagli, questi si presenta spontaneamente alla polizia e conduce quindi le forze dell’ordine all’indirizzo dove ha prelevato i due terroristi al mattino. 

Qui la prova regina sulla natura terrorista dei due: non gli hanno consentito di toccare i bagagli per caricarli nel taxi.
Bagagli che, a detta del nostro 007 preferito perché pare, purtroppo per lui, l’unico autentico 007, i bagagli “erano così tanti che non hanno potuto caricarli tutti in macchina perché non ci stavano, così alcuni hanno dovuto lasciarli giù…“.

Capite che perfino il vento ti diventa sospetto nel suo fischiarti nelle orecchie canzoni che non si possono sentire?

Cioè, uno che sta per andarsi a far saltare in nome di Allah chiama un taxi per andare all’aeroporto e si porta dietro mezza casa come se stesse traslocando armi e bagagli direttamente nel Paradiso delle Vergini promesso dal Profeta?
Delle due l’una: o non ha sufficiente fiducia nella immensità di mezzi di cui dispone mediamente un qualunque Paradiso, o ha deciso di fare un falò della tua masserizia portandola con sé in Paradiso per non lasciare mutande sporche in un tugurio terreno che sta lasciando per sempre.

Ma anche qui, c’é il dettaglio che vorrebbe a posteriori ritoccare il canovaccio finendo invece per fare il classico pèzo taccòn del buso: quando, portate dal tassista, le “teste di cuoio” setacciano l’abitazione da cui sono partiti i due fratelli terroristi, trovano di tutto, tranne un normale paio di mutande (che i terroristi hanno pensato bene di portarsi nel Paradiso delle Vergini): “una bomba con chiodi, prodotti chimici e, udite udite, una bandiera dello Stato Islamico” + “15 chili di esplosivo, acetone, un detonatore e una valigia piena di materiale destinato a confezionare un esplosivo“.

Che si tratti della Santa Barbara portatile che non ci stava nel bagagliao e che il taxista non poteva toccare?

Altro dettaglio rattoppato delle ultime ore che fa a pugni con l’immagine dei due che si spostano in Paradiso portandosi dietro mezza casa: viene trovato un pc in un cestino per l’immondizia

Nel pc, fin da subito, si trovano messaggi legati all’Isis (ettèpareva…).
Indagini più approfondite (durate forse la mezz’oretta fra la notizia del ritrovamento pc e quella sul suo contenuto), si scopre che il pc è proprio proprio (ma guarda che culo!), di uno dei due fratelli. Il quale, anima tenera, ci lascia lì in bella vista il proprio testamento, scritto poco prima di andare a farsi saltare per aria per trasferirsi in Paradiso.
Cioè, scusate: si porta dietro mezza casa e butta il pc con il suo testamento da martire di Allah in un cestino per le immondizie? Ma non aveva neanche un parente o un caro amico cui consegnarlo in eredità?
No. 

Come una vecchia carta d’identità viene buttato proprio lì, in un cestino dove possa essere trovato così che poi noi, umani dell’Unione Fuffologica Europea, si possa avere la certezza della sua identità di terrorista islamico che minaccia il nostro stile di vita (come se non ci minacciasse già quotidianamente lo stile di vita l’Unione Europea a forza di cetrioli e zucchine con la curvatura standard…).
Poi ci sono auto (3) che portano i terroristi sul luogo di lavoro; oppure quella dei terroristi già noti per essere anche quelli che avevano affittato un appartamento per l’attentato del Bataclan (ma Salah, non si era detto che aveva pernottato in un albergo facendosi di droga come un riccio fino a poco prima di andare sul lavoro per farsi saltare prima di poi scappare cambiando idea?)

Come dicevo all’inizio (e tempo fa per altra analoga fuffa), l’unica cosa vera di queste tragedie che ci riguardano più di quanto sembri e meno di quanto vogliano farci credere, sono sempre e solo i morti.
Quelli innocenti, per cui ci piange il cuore.
E quelli colpevoli, che in quanto morti non parlano.

* Alcuni virgolettati fanno riferimento a quanto riportato sulle maggiori testate nazionali online di queste ore.

Fonte: http://rossland.blogspot.it

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