Qualche giorno fa mi ha scritto uno studente universitario di cui pubblico la seguente lettera in forma anonima. Ritengo infatti, che si tratti di un’interessante testimonianza su come molti docenti universitari di oggi non discutano più sul merito delle questioni ma per etichette. In pratica, gli basta inserire un argomento scomodo tra le voci “cospirazioniste” per cestinare a monte la discussione:
Buongiorno,
le scrivo perché vorrei raccontarle quello che mi è capitato recentemente.
Piccola premessa: Ho 22 anni e sono uno studente universitario che attualmente frequenta il corso di XXXXXX all’università di XXXXX. Ho scelto l’ambito umanistico, specialmente Filosofia, perché secondo me sarebbe stata una buona occasione per aprire ulteriormente i miei orizzonti conoscitivi e cercare di capire più a fondo le dinamiche e le problematiche che tormentano il mondo di oggi.
Come penso ben saprà, in ogni corso seguito, il professore raccomanda uno o più libri da leggere. Per l’esame bisogna portare sia il programma svolto a lezione sia il libro raccomandato dal professore. Uno degli ultimi libri raccomandati/consigliati che ho letto si chiama “ XXXXXX” scritto da XXXXXX. Verso la fine sono rimasto abbastanza stupito leggendo le seguenti righe : << Per trasformare il mondo, infine, si tratta si superare, insieme al significato pentecostale, l’intenzionalismo e tutte le sue versioni (ad esempio, l’idea della azione perversa del capitale o le teorie del complotto). Sono forme di essenzialismo in ultima istanza di animismo che soddisfano il nostro gusto farisaico dell’attribuire ad altri, e in preferenza agli Dei e ai loro successori, i mali di cui noi per primi siamo responsabili >>.
Quando ho letto queste righe sono rimasto molto deluso perché nel giro di neanche un minuto questo Signor XXXXX ha disintegrato anni e anni di lavoro di gente onesta disinteressata e volenterosa dicendo semplicemente che bisogna superare tali teorie perché alla fin fine siamo noi i colpevoli….
Il signor XXXXX è molto influente nella filosofia contemporanea, infatti tiene conferenze in tutto il mondo, ha collaborato con testate giornalistiche, alcune volte relatore del Caffè Filosofico, ed è anche protagonista di dibattiti filosofici a puntate mandati in onda dalla RAI.
Un po’ di tempo dopo aver letto questo libro ho deciso di provare a frequentare qualche lezione di Filosofia della Scienza.
Nella seconda/terza lezione già era venuto fuori l’argomento ETERE. Il professore, ovviamente molto frettolosamente, ha cercato di spiegare l’importanza dell’etere alla classe ma si vedeva benissimo che nessuno degli allievi aveva mai sentito parlare di tale argomento (Etere, questo sconosciuto!), visto che mentre lo spiegava accennava al fatto che da un certo momento in poi la scienza ha potuto benissimo farne a meno.
Appena ho sentito queste parole ho deciso subito di rompere il ghiaccio facendo una domanda al professore chiedendogli quanto segue:<< C’è stato un grande scienziato un tempo, che aveva ipotizzato l’esistenza dell’etere, e quello fu Nikola Tesla. Che importanza avrebbe oggi per noi l’etere e quali sarebbero le ricadute tecnologiche dovute alla sua ipotetica esistenza?>> Il professore purtroppo non è riuscito a rispondermi. Il giorno dopo, a fine lezione, replicò esattamente come farebbe il solito pappagallo ufficialista portandomi come prova l’esperimento di Michelson-Morley e qualche cenno di Teoria della Relatività di Einstein. Non soddisfatto della risposta allora ho iniziato a parlare molto brevemente della vita di Tesla e di alcune delle sue opere e invenzioni. Ora non ricordo le esatte parole, però il professore, in maniera del tutto prevedibile, mi disse così:<< Ma lei sta usando come argomentazioni delle TEORIE COMPLOTTISTE…”
Le vorrei raccontare ora un’altra vicenda. Si è parlato brevemente, a lezione di Storia della Filosofia Antica, di Pitagora, delle scuole misteriche e del ruolo che hanno avuto nella storia. Quindi, nella pausa, la mia curiosità mi ha spinto a fare una domanda che metteva in comparazione le sette segrete di allora con quelle di adesso, perché lo sanno anche i muri che Club esclusivi come il Bilderberg e società segrete come la Skull & Bones Society manipolano gli eventi mondiali. La professoressa XXXXX, non ricordo le esatte parole, ha risposto tergiversando in questo modo:<<Le sette misteriche dell’epoca sono un po’ diverse da quelle odierne, infatti non si possono proprio mettere a confronto. Sono sicura che adesso si siano evolute e hanno in qualche modo trasformato il loro operato, infatti alcune di esse hanno interessi economici e finanziari>>. Ora, abbiamo capito che i professori conoscono abbastanza bene queste tematiche, però si guardano bene dal dire determinate cose a lezione, davanti a tutti gli alunni. Questo piacevole e paradisiaco ambiente universitario funziona finché non ci si allontana dalla versione ufficiale dei fatti e finché non si mette in dubbio ciò che dice il professore.
Un altro episodio che mi piacerebbe raccontarle è questo. Nel primo anno di XXXX, sempre in maniera frettolosa (comportamento tipico dei professori che ho incontrato), il docente, durante la lezione di chimica, disse che il primo a lavorare con i raggi X fu Rontgen. Per dimostrare ciò, ci fece vedere la famosa diapositiva della radiografia eseguita da Rontgen della mano della moglie di Albert von Kolliker. In quel momento mi trovavo in un aula di 500 persone e nessuno si sarebbe mai azzardato a dire diversamente. Sapevo bene però che il primo scienziato che iniziò a lavorare sui raggi X non fu Rontgen ma Tesla.
Prendiamo per buono quello che ci dice Wikipedia (altro Media di Regime) :
Nell’aprile 1887, Nikola Tesla iniziò a studiare i raggi X usando sia i propri apparecchi che i tubi di Crookes. Dai suoi resoconti tecnici, si vede che inventò e realizzò uno speciale tubo a raggi X con un singolo elettrodo. I tubi di Tesla differivano dagli altri per non avere un elettrodo bersaglio. Spiegò tutto questo nella sua lezione sui raggi X del 1897, all’Accademia delle Scienze di New York. Il termine moderno per questo processo è “bremsstrahlung“, dove un’emissione secondaria di raggi X energetici viene prodotta quando particelle cariche (per esempio elettroni) passano attraverso la materia. Nel 1892 Tesla aveva compiuto numerosi esperimenti in tal senso, ma non rese pubblici i suoi risultati. I suoi esperimenti successivi lo portarono ad avvertire la comunità scientifica per primo dei rischi biologici connessi all’esposizione dei raggi X.
L’8 novembre 1895 Wilhelm Röntgen, uno scienziato tedesco, iniziò a osservare raggi X mentre sperimentava con i tubi a vuoto, uno dei quali era il modello avanzato costruito in precedenza da Lenard[3]. Röntgen scrisse il 28 dicembre 1895 un rapporto preliminare “Su un nuovo tipo di raggi: una comunicazione preliminare”. Lo spedì alla rivista della Physikalisch-Medizinische Gesellschaft di Würzburg. Fu il primo annuncio formale e pubblico dei raggi X. Röntgen chiamò la radiazione “X”, per indicare che era ancora di tipo sconosciuto. Il nome rimase, anche se molti dei suoi colleghi suggerirono di chiamarli “raggi di Röntgen” (Röntgen stesso si oppose a questa denominazione). In alcune nazioni, quest’ultimo nome è ancora usato. Röntgen ricevette, nel 1901, il primo Premio Nobel per la fisica grazie a questa scoperta. Alcuni colleghi, tra i quali Lenard, contestarono questo riconoscimento, affermando di aver scoperto prima di Röntgen i raggi X.
E ci risiamo, la storia non fa altro che ripetersi, un altro scienziato che prende il Nobel al posto di Tesla.
Finché ci sarà una sola persona su quaranta che conosce l’argomento ETERE, nel caso dell’aula scolastica in cui ero presente, la situazione non potrà cambiare. Se però si prova a discuterne, si viene inevitabilmente bollati come complottisti/cospiratori e disinformatori.
Il primo passo, che si deve fare, per risolvere un problema è quello di ammettere l’esistenza del problema.
Se la gente non conosce il problema, inevitabilmente non potrà mai risolverlo, nella maniera più assoluta.
Evidentemente c’è qualcosa che non va, però come dicevo prima, è molto più conveniente continuare a vivere nella negazione perché dà tanta sicurezza e molta stabilità. Poi penso che tanti non abbiano nemmeno il tempo per occuparsi di queste faccende e altri sono semplicemente così distratti dalla partita di calcio o dall’ultima foto di Belen (che forse non va neanche più tanto di moda) che non si preoccupano minimamente della situazione in cui vivono e delle dinamiche del loro paese.
L’azione combinata di Cover-Up e Propaganda inizia quando si è troppo piccoli per capire, gli anni passano e la situazione si compromette e si aggrava sempre più, e i bambini dell’asilo diventano professori universitari che non fanno altro che ripetere cose trite e ritrite in un ciclo destinato a non finire mai.
In attesa di un suo riscontro.
Distinti Saluti,
XXXXX