In Siria i russi sventano un attacco con droni molto sofisticati. Chi arma in tal modo il terrorismo jihadista? Nessuna considerazione sulle possibili conseguenze?

 

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NOTA PRELIMINARE DI MASSIMO RAGNEDDA

A inizio gennaio i russi hanno sventato un massiccio attacco con 13 droni armati contro la base navale russa a Tartus e contro la base aerea di Hmeymim (in Siria). Sei di questi droni sono stati fermati “elettronicamente” interagendo con il sistema di navigazione del drone (UAVs’ navigation systems) e facendoli atterrare. Gli altri 7 sono stati abbattuti con il Pantsir-S1 (sistema antiaereo con missili e artiglieria). Questi droni sono dotati di sistemi di GPS di ultimissima generazione, bombe e possono colpire sino a 100 km di distanza. 

I droni erano stati assemblati da professionisti che hanno avuto il sostegno di paesi con alte competenze tecnologiche di navigazione satellitare e militare. 

Chi credete possa aver fornito queste sofisticate armi ai terroristi dell’ISIS? Credete siano state acquistate su Amazon? I terroristi dell’ISIS si limiteranno ad usare queste armi contro i militari e i civili in Siria o le useranno anche in Europa e in altre parti del mondo? Quanto è folle questa strategia americana/israeliana/saudita che pur di combattere i russi/iraniani/siriani stanno da anni finanziando, armando e proteggendo i terroristi dell’ISIS?

La versione russa dell’accaduto

L’attacco con i droni contro le basi militari russe in Siria a Tartus e Hmeymim è una nuova pagina nella storia del terrorismo internazionale che dimostra le nuove possibilità tecnologiche dei terroristi, ha dichiarato a Sputnik l’esperto militare russo Igor Korotchenko.

Secondo il ministero della Difesa russo, l’attacco è stato compiuto nella notte del 6 gennaio: 13 “piccoli bersagli aerei” sono stati abbattuti.

I militari russi hanno osservato che le soluzioni ingegneristiche utilizzate durante l’attacco “potevano essere ottenute solo da un Paese in possesso di elevate capacità tecnologiche”.

“Si può dire che questa è una nuova pagina nella storia del terrorismo internazionale. Vale la pena notare che i droni sono partiti da lontano. Si tratta di una vera e propria minaccia che non devono sottovalutare tutte le agenzie di intelligence mondiali, è una nuova sfida che il terrorismo internazionale ha lanciato contro tutti i Paesi”, — ha detto Korotchenko.

L’esperto ha rilevato che questo tipo di attacchi terroristici potrebbero verificarsi in qualsiasi Paese, sia in Europa, sia in Medio Oriente o in Asia. Secondo Korotchenko, gli obiettivi possono essere non solo militari, ma anche obiettivi civili, residenze dei capi di Stato, così come impianti industriali, depositi di combustibile, stazioni di pompaggio di gas ed altre strutture civili di importanza strategica.

Allo stesso tempo Korotchenko ha espresso dubbi sul fatto che i terroristi possano padroneggiare in modo indipendente la tecnologia di produzione e di utilizzo dei droni.

“Oggi decine di Paesi producono i droni. E’ del tutto evidente che da soli e senza assistenza è improbabile che i terroristi abbiano potuto organizzare un massiccio bombardamento con droni dotati di esplosivi artigianali, il meccanismo di sgancio di queste mini-bombe non si può improvvisare,” — è convinto Korotchenko.

FONTE

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