Grecia: gli agricoltori continuano la protesta.
Consueta cortina fumogena sui giornali quest’oggi, con ampi stralci della prima pagina dedicati al tema delle violenze sessuali, o meglio, alla strumentalizzazione politica dei recenti fatti di cronaca. Il presidente del consiglio, noto anche come Il Salame, ha lanciato ieri la proposta di aumentare di 10 volte il numero dei militari nelle città. Non si capisce se è una decisione da ignoranti o da criminali.
Probabilmente temono che anche in Italia si accenda la rivolta come in Grecia e sondano il terreno per schierare forze militari sul territorio prima che sia troppo tardi.
Già, perchè in Grecia, anche se i media continuano ad ignorare il fenomeno, siamo ormai all’ottavo giorno di protesta.
Gli agricoltori, che lasciano passare le merci deperibili e le forniture mediche, mantengono il blocco delle principali linee di comunicazione terrestri:
- in Grecia centrale e settentrionale
- ai valichi con la Bulgaria
- ai valichi con la Turchia
- nelle principali linee di comunicazione con la Macedonia
I contadini del Peloponneso minacciano di unirsi alla protesta, bloccando uno dei due principali punti di accesso alla penisola.
Gli agricoltori bulgari hanno proposto fronte comune con gli agricoltori greci per le politiche dell’Unione Europea.
E’ intanto previsto per oggi un nuovo incontro col ministro dell’agricoltura Sotiris Hatzigakis.
Sarebbero riusciti nella protesta se avessero avuto l’esercito dispiegato sul territorio?
Ah già, ma chi è onesto non ha niente da temere.
Già, già.
Felice Capretta