Di Solange Manfredi
A chi serve la Costituzione?
La domanda può sembrare banale e forse lo è, ma la risposta è poi così scontata? Io credo di no.
Mi spiego. Credo che la maggior parte dei cittadini abbia dimenticato che la costituzione, nonché le leggi, servono a tutelare il popolo. I potenti non ne hanno bisogno, anzi, per i potenti leggi e costituzione sono un inutile fastidio perché pongono, o dovrebbero porre, dei limiti che loro mal tollerano.
Cosa comporta tutto ciò? Che i potenti cercano di fare di tutto per aggirare, cambiare o violare la costituzione e le leggi. I cittadini, dal canto loro, dovrebbero fare di tutto per difendere la costituzione e le leggi, loro unico strumento di difesa contro l’arroganza dei potenti.
Questo purtroppo non è accaduto ed oggi non ci siamo neanche resi conto di come la nostra inerzia ci abbia privati di tutti i nostri diritti, anche quelli fondamentali. Non ci credete?
Vediamo.
Perdita della sovranità.
L’art. 1 della Costituzione recita: “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.
Ma il popolo italiano ha perso da tempo la sovranità sull’Italia.
Siamo stati sostanzialmente attaccati, conquistati ed infine venduti senza neanche accorgercene.
Ecco come.
Banca d’Italia
Negli anni ’90, con la privatizzazione degli istituti bancari, abbiamo ceduto la nostra sovranità monetaria alle banche private, che sono diventate proprietarie al 95% di Banca D’Italia. (Probabilmente per rendere più facile ad agevole questo passaggio e permetterne il consolidamento l’elenco degli azionisti di Banca D’Italia è stato coperto da segreto di Stato. Solo settembre 2005 l’elenco è stato reso pubblico).
Così lo Stato, delegato dal popolo ad esercitare la funzione sovrana di politica monetaria, l’ha ceduta a soggetto diverso dallo Stato: la Banca D’Italia, proprietà al 95% di privati.
La Banca d’Italia, inoltre, organo di controllo, è di proprietà degli istituti su cui dovrebbe vigilare.Il “leggerissimo” conflitto di interessi è probabilmente la causa delle “sviste” (ovvero mancato controllo) avute in questi anni da Banca d’Italia che ha portato ai noti scandali (bond argentini, parmalat, cirio, swap, ecc…).
Queste “sviste” hanno privato migliaia di cittadini dei risparmi di una vita. (con buona pace anche dell’art. 47 della Costituzione: La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme)
BCE
Successivamente lo Stato ha ceduto la nostra sovranità alla BCE, soggetto privato, soprannazionale ed extraterritoriale così violando anche l’art. 11 della Costituzione che recita: “L’Italia….consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad uno ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.
L’art. 11 della costituzione, dunque, consente limitazioni (non già cessioni) della sovranità nazionale solo:
– in favore di altri Stati. Ma la BCE non è uno Stato, né organo di altri Stati.
– a condizioni di parità con altri Stati. Ma le quote di partecipazione alla BCE non sono paritarie. Inoltre vi fanno parte anche Banche di Paesi (vedi l’Inghilterra) che non fanno parte dell’area euro, però, partecipano alle decisioni di politica monetaria del nostro Stato.
– al fine di assicurare “la pace e la giustizia tra le Nazioni”. Ma i fini della BCE non sono quelli di assicurare pace e giustizia fra le nazioni, bensì quello di stabilire una politica monetaria (per un approfondimento vedi articolo su altalex “violazioni costituzionali nell’esercizio della politica monetaria”: http://www.altalex.com/index.php?idnot=37819 ) .
Trattato di Lisbona
In ultimo il parlamento ha ratificato il Trattato di Lisbona. Una legge assurda, che non conosce nessuno, ma che tutti i politici hanno votato in massa, lasciando all’oscuro la gente sulla sua reale portata e sul suo contenuto.
Il Trattato di Lisbona prevede i seguenti punti essenziali:
1) l’aumento dei poteri del consiglio; un consiglio che nessuno conosce. Se provate a chiedere a qualcuno i nomi dei consiglieri europei, vedrete che avrete un cento per cento di risposte negative. Nessun italiano, e nessun cittadino europeo in genere, conosce i componenti del Consiglio. Figuriamoci se gli chiedete cosa fanno e quali provvedimento prendono.
2) La diminuzione dei poteri del Parlamento europeo.
3) L’ulteriore perdita di sovranità degli stati centraliPer poter fare tutto questo con maggiore facilità lo Stato ha posto il segreto di stato con il decreto D.M. 13 ottobre 1995, n. 561 così sottraendo ai cittadini, titolari della sovranità, il controllo su quanto accadeva (es. Art. 2. segreto di stato su: c) atti, studi, analisi, proposte e relazioni che riguardano la posizione italiana nell’ambito di accordi internazionali sulla politica monetaria….; d) atti preparatori del Consiglio della Comunità europea; e) atti preparatori dei negoziati della Comunità europea… Art. 3. a) atti relativi a studi, indagini, analisi, relazioni, proposte, programmi, elaborazioni e comunicazioni …..sulla struttura e sull’andamento dei mercati finanziari e valutari….; ecc…)
In altri paesi come Francia (che ha fatto ricorso alla Corte Europea dei Diritti Umani per ottenere l’annullamento del processo di ratificazione del trattato), Germania e Austria, ecc… vi sono state vere e proprie rivolte per evitare o porre rimedio alla ratifica.
In Italia, per evitare problemi, il Parlamento non ci ha spiegato cosa ha ratificato.
Uranio impoverito: strage di Stato.
Noi chiamiamo il nostro invio di militari in zone di guerra missioni di pace (e qui pare vi sia una palese violazione dell’art. 11 della Costituzione che recita: L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali).
Ma, tralasciando le opinioni che ciascuno di noi può avere circa la veridicità di quanto ci viene detto sulle missioni all’estero, vediamo come lo stato italiano tutela i suoi militari. Perché è qui la vergogna.
Tra i militari tornati negli ultimi anni dalle missioni all’estero oggi, più di 2000, sono ammalati di tumore (molti sono già morti).
Si parla di contaminazione da uranio impoverito, una scoria nucleare, ovvero uno scarto delle centrali nucleari che viene utilizzato per rafforzare gli armamenti.
Dal 1977 vi sono documenti ufficiali che avvertono sulla pericolosità dell’uranio impoverito e sulla possibilità, per chi ne viene a contatto, di sviluppare forme tumorali o, in caso di procreazione, di dare alla luce figli deformi.
Per tale motivo la Nato, dal 1984, emana precise norme di protezione per chi opera nelle zone a rischio (ovvero nelle zone dove noi mandiamo i nostri militari in missione di pace).
L’Italia, però, pur a conoscenza delle norme di protezione (facciamo parte della NATO), ha inviato i nostri soldati in missione senza alcuna informazione, nè protezione.
Ad oggi, più di 2000 dei nostri soldati, tornati dalle zone di guerra dove sono state usate armi con uranio impoverito, sono ammalati di tumore (con buona pace dell’art. 32 della Costituzione che recita: La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti).
I militari malati si sono quindi rivolti al Ministero per ottenere un indennizzo (necessario, peraltro, a far fronte alle spese per curarsi).
Ed ecco l’ulteriore beffa: il ministero era disposto a dare un misero indennizzo ai nostri soldati solo se questi sottoscrivevano una dichiarazione con cui affermavano che la malattia :”… può riconoscersi dipendente da fatti di servizio che risultano sussistere nello svolgimento degli incarichi assegnati, nelle condizioni estreme quali elevata tensione emotiva, continua e prolungata ipervigilanza in costante pericolo di vita nell’ambito di missioni svolte in teatro bellico, di assoluta eccezionalità e con altro rischio personale e collettivo”… “Considerato che il cumulo di tali circostanze è idoneo a compromettere le difese immunitarie, il cui deficit può favorire la crescita di una neoplasia allo stadio pre-clinico, è plausibile ritenere che il servizio abbia potuto svolgere un ruolo concausale efficiente e determinante nell’insorgenza e/o slatentizzazione del processo neoplastico”.
In altri termini il militare malato, per ottenere l’indennizzo, doveva gettare nel fango la sua dignità e firmare una dichiarazione in cui affermava di essersi ammalato perché se la faceva sotto dalla paura (in linguaggio casermistico “strizza da servizio”), altrimenti niente indennizzo (per un approfondimento vedi articolo su questo blog: http://paolofranceschetti.blogspot.com/2007/12/vergognamoci-per-loro-3-migliaia-di.html ).
Discarica radioattiva: strage di Stato
Ma anche per chi resta in Italia le cose non vanno meglio.
Infatti il primo maggio 2008 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 16 aprile 2008, numero 90) il governo ha posto il segreto di stato sulle discariche piene di scorie nucleari.
Cosa significa questo?
Significa che se vicino a casa tua c’è una discarica piena di scorie nucleari che contaminano l’aria, l’acqua, il cibo, ecc… nessuno te lo può dire, così che tu possa ammalarti e morire senza protestare e creare problemi alle istituzioni con denunce, associazioni vittime o altro (anche in questo caso con buona pace dell’art. 32 della costituzione ovviamente)
La democrazia senza difesa
Con la legge 24 febbraio 2006 n. 85, pubblicata in G.U. del 13 marzo 2006, n. 60 con il titolo: “Modifiche al codice penale in materia di reati di opinione”, il legislatore ha, nella sostanza privato di qualsiasi effettiva tutela le istituzioni democratiche del paese.
Le modifiche più importanti apportate dalla legge hanno ben poco a che vedere con i reati di opinione, infatti vengono modificati gli artt:
– 241 c.p. (attentati contro l’indipendenza, l’integrità e l’unità dello Stato);
– 283 c.p. (attentato contro la Costituzione dello Stato);
-289 c.p. (attentato contro organi costituzionali e contro le assemblee regionali)ovvero le figure di attentato alle istituzioni democratiche del paese.Con questa modifica, perché sia integrata la fattispecie di reato, gli atti devono essere non solo idonei e diretti, ma anche violenti.
Ma un attentato all’integrità dello Stato, o alla Costituzione, o al funzionamento di organi costituzionali, può venir benissimo perpetrato anche con un abuso di pubblici poteri, senza alcuna violenza (come riteniamo sia già successo visto che il popolo italiano ha sostanzialmente perso la sua sovranità senza che venisse neanche dato uno schiaffo). In questo caso non si commette neanche più reato (per un approfondimento vedi articolo su questo blog: http://paolofranceschetti.blogspot.com/2007/11/attentato-agli-organi-costituzionali.html )
Ma ancora non basta.
Si perché sono state modificate anche le pene.
Oggi attentare agli organi costituzionali con atti idonei, diretti e violenti (la cui previsione di pena massima edittale è 5 anni) viene punito meno gravemente del furto di un valigia in albergo o aeroporto (la cui pena massima è 6 anni).
Dunque se il popolo ruba una valigia va in galera, mentre i potenti, che abusando di pubblici poteri attentano alle istituzioni democratiche del paese, non sono neanche imputabili (per un approfondimento vedi articolo su questo blog: http://paolofranceschetti.blogspot.com/2007/11/attentato-agli-organi-costituzionali.html ).
Come è stato possibile questo? “Perché – come ebbe a dire Alberto Sordi nel film “Il Marchese del Grillo- io so’ io… e voi nun siete un cazzo!
Pubblica ammnistrazione.
Sempre negli anni ’90, compaiono le società di riscossione e un servizio pubblico impositivo viene dato a privati. Risultato? Le c.d. cartelle pazze, ovvero cartelle esattoriali sbagliate.
Negli ultimi anni si calcola siano state notificate circa 37, 7 milioni di cartelle esattoriali sbagliate (per un approfondimento sull’argomento vedi l’articolo su questo blog: http://paolofranceschetti.blogspot.com/2008/04/cartelle-esattoriali-pazze-una.html ).
Errore? Forse.
Però il dubbio che non si sia trattato di errore c’è. Infatti una sentenza della Corte Costituzionale stabiliva che le cartelle esattoriali che arrivavano al contribuente prive dell’indicazione del funzionario responsabile erano nulle.
Finalmente, il contribuente poteva almeno sapere chi era responsabile di quella cartella pazza.
Ma la gioia è durata poco, come la tutela del contribuente.
Immediatamente i nostri politici si sono attivati, con il comma 4 ter dell’articolo 36 delle legge di conversione del Decreto Milleproroghe, per privare il contribuente di un suo diritto costituzionale. Come a dire. Questo è un tuo diritto costituzionale, ribadito (visto che l’abbiamo violato) da una sentenza ma, per ora, non se ne fa nulla. Per ora, anche se la cartella è nulla, non puoi impugnarla, devi pagare.
Visto tale comportamento qualche dubbio che le cartelle pazze non siano tutte un errore viene. Comunque questi “errorini” permettono all’Italia di pagare il barbiere del Parlamento più di quanto gli Stati Uniti paghino il loro vicepresidente.
Privatizzazioni
Sempre agli inizi degli anni ‘90, dopo una decisa speculazione sulla lira, molti privati hanno comprato le aziende pubbliche a prezzi decisamente vantaggiosi.
Il governo ci aveva detto che la privatizzazione sarebbe servita a rendere più efficiente e meno costoso (grazie alla concorrenza e il libero mercato) per il cittadino il sistema dell’energia, il telefono, autostrade, ferrovie, acqua, ecc..
Risultato? Anche in questo caso è sotto gli occhi di tutti.
Truffe a 360° e compagnie, prima sane ed economicamente forti, oggi sostanzialmente fallite.
Schedature illegali.
Nel 2003 la Procura della Repubblica di Milano, scopre che a Roma, in Via Nazionale, il SISMI dispone di un ufficio deputato ai depistaggi, alla creazione di documenti falsi e al condizionamento della stampa.
Vi ritrova un archivio contenente migliaia di note e dossier illegali su politici, magistrati, giornalisti, personaggi del mondo economico- finanziario, ecc.. e delle relazioni da cui si evince l’esistenza di un programma per «neutralizzare» e «disarticolare», anche con «eventi traumatici», persone e gruppi indicati come «nemici» non delle istituzioni, ma del presidente del Consiglio allora in carica.
Su questa vera emergenza democratica il governo che fa? Pone il segreto di Stato (per un approfondimento vedi articolo su questo blog: http://paolofranceschetti.blogspot.com/2008/01/sismi-pollari-ed-il-meccanismo-sempre.html ) .
Oggi l’emergenza democratica per il governo sono i controlli incrociati fatti dalla magistratura sui tabulati telefonici per scoprire gli autori di reati gravissimi.
Magistratura
Nel corso degli articoli del blog abbiamo dato conto di come, e quante volte, la magistratura non sia riuscita a processare il potere.
I meccanismi attuati per impedire il corretto svolgimento delle indagini e del processo sono stati diversi, a volte molto cruenti, ma mai palesemente sfacciati.
Oggi il potere opera in maniera sfacciata, vediamo come e perché.
Iniziamo con il come.
In questo ultimo anno si è verificato, in un excursus imbarazzante, un attacco senza precedenti all’indipendenza della magistratura da parte del potere.
Le vicende Forleo, De Magistris, e Procura di Salerno ne sono la triste testimonianza.
Purtroppo su queste vicende c’è stata così tanta disinformazione che il popolo non ha capito la gravità di quanto accaduto, ed è convinto si sia trattato di una guerra tra Procure. Niente di più falso.
Facciamo un breve riassunto per chiarire il punto.
Catanzaro indaga su ipotesi di reato commessi (a danno dei cittadini visti) da diverse persone, tra cui imprenditori, politici e Ministri.
Le indagini vengono sottratte al Pm incaricato (De Magistris) che, ipotizzando degli illeciti commessi a suo danno da colleghi della Procura di Catanzaro, sporge regolare denuncia alla Procura competente (Salerno).
La Procura di Salerno, ricevuta la notizia di reato, inizia ad indagare (ne ha l’obbligo) e chiede quindi per ben sette volte, alla Procura di Catanzaro, copie degli anni necessari all’indagine.
La Procura di Catanzaro non invia nulla.
La Procura, quindi, emette un decreto di perquisizione e sequestro assolutamente legittimo (per approfondire l’argomento vedi articolo su questo blog: http://paolofranceschetti.blogspot.com/2008/12/la-vicenda-de-magistris.html ).
La Procura di Catanzaro (con buona pace dell’art. 3 della Costituzione) non rispetta il provvedimento e compie un atto assolutamente illegittimo, il controsequestro.
Per far capire la gravità di questo atto illecito riporto un esempio comparso sul blog uguale per tutti ( http://toghe.blogspot.com/, blog straordinario, curato da magistrati e che consiglio a tutti vivamente di leggere): “sarebbe come se un Procuratore della Repubblica destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare, invece che fare ricorso al Tribunale del riesame come ogni cittadino, ne impedisse l’esecuzione disponendo il sequestro dell’auto dei Carabinieri venuta a catturarlo, comprendendo nel sequestro le armi dei militari, così da impedire che essi portino coattivamente ed esecuzione il legittimo ordine del giudice”.
A fronte di tutto ciò cosa fa il CSM? Sanziona i magistrati di Catanzaro che hanno commesso atti assolutamente illegittimi? No, sanziona disciplinarmente i magistrati di Salerno e li trasferisce!
Il Procuratore Apicella, poi, viene addirittura sospeso dalle funzioni e dallo stipendio perché ha firmato il decreto di perquisizione e sequestro.
Ma la cosa più assurda, e che i media non hanno riportato, è che il provvedimento firmato da Apicella è stato confermato e dichiarato legittimo dal Tribunale del riesame.
Abbiamo quindi un provvedimento assolutamente legittimo che viene addotto dal CSM come atto disciplinarmente censurabile e sanzionato addirittura con il trasferimento dei magistrati che lo hanno adottato.
Perché?
Queste attività illecite, perpetrate peraltro nell’assoluto silenzio anche dell’associazione nazionale magistrati, hanno un significato ben più ampio e più pericoloso che non impedire l’indagine in oggetto, sono un atto intimidatorio nei confronti della generalità dei magistrati: colpirne uno per educarne cento.
Una volta chi indagava veniva tolto di mezzo con il tritolo.
Ma questa modalità aveva delle controindicazioni. Il popolo scendeva in piazza e lo Stato era costretto, per calmare gli animi, a varare leggi che scontentavano alcuni criminali (ad esempio come successo dopo le stragi di Falcone e Borsellino).
Così attuando, invece, non si hanno controindicazioni.
Ma non solo.
La cosa più importante è che il cittadino ora sa che, quando i suoi diritti vengono violati anche solo da qualcuno legato al potere, non ha alcuna difesa.
Il potere vuole creare ed alimentare questa consapevolezza e questa frustrazione nel popolo.
Perché un popolo frustrato si autoelimina, non sporge neanche più denuncia, ovvero rinuncia a priori a far valere i suoi diritti, rendendo la vita decisamente più facile al potere che non deve neanche più fare la fatica di far sparire fascicoli, uccidere testimoni, ecc…
La frustrazione è una grande arma, crea schiavi, persone che accettano passivamente la loro condizione e non provano neanche più a ribellarsi.
Noi siamo diventati schiavi.
Oggi il potere ci ha tolto i nostri diritti fondamentali e ci deruba, uccide, inganna, sfrutta a suo piacimento ogni giorno certo dell’impunità con l’arroganza tipica di chi può dire: Perché? Perchè – come dice il Marchiese del Grillo – io so’ io… e voi nun siete un cazzo!