di
Riccardo Bennati
Breve e seria analisi della cronistoria della Fusione Fredda
1989. Il 23 marzo di quell’anno, uno dei più stimati e rispettati elettrochimici inglesi, Martin Fleischmann, e il collega americano Stanley Pons, convocarono una conferenza stampa presso l’Università di Utah (USA) per comunicare al mondo intero di aver fatto una scoperta che avrebbe cambiato il destino energetico dell’umanità.
I due scienziati, che stavano studiando sistemi di immagazzinamento di Idrogeno in strutture metalliche solide sfruttando le proprietà che hanno alcuni metalli di assorbire tale gas all’interno del proprio reticolo atomico, in quell’occasione annunciarono di essere riusciti a ricavare una anomala e massiccia produzione di energia d’origine nucleare. Essi infatti ipotizzarono di aver scovato un fenomeno naturale in cui una reazione nucleare (fusione tra due atomi di Deuterio a dare l’Elio) riusciva ad avvenire in un ambiente a temperature non enormi, come invece accade nel Sole, pur trattandosi sempre di fusione. Per questo la battezzarono con il nome “Fusione Fredda”.
1989. Nelle cinque settimane successive il mondo scientifico fu in subbuglio. In moltissimi si gettano a capofitto su tale esperimento. Fleishmann & Pons però, non sapendo resistere ad una notizia di cotanta importanza a livello mondiale, avevano commesso un’ingenuità fatale: non tennero conto che mancava la capacità della riproducibilià dell’esperimento presentato. Questo “particolare” fu un ostacolo per chi tentava di riprodurre l’esperimento e divenne immediatamente l’appiglio comodo e sicuro per chi, per invidia, per pigrizia, per anticonvenienza, per paura di perdere potere o altre ragioni, scelse di non approfondire gli studi e gli esperimenti ma di gridare in maniera superficiale alla bufala. Tutto ciò portò comunque, in pochi mesi, a far crescere nell’opinione pubblica la ‘certezza’ che la FF fosse una bufala, una cantonata colossale. Non venne compreso, semplicemente, che il fenomeno richiedeva di superare una certa soglia per avvenire. Se questa non veniva superata (e non era semplice) non accedva un bel nulla!
1991. L’allora Presidente degli USA George Bush, incaricò il MIT di replicare le prove e di compilare un rapporto. Il rapporto finale che arrivò sulla scrivania del Presidente, compilato e firmato del rettore del MIT John Deutch, concludeva “provando” che la reazione nucleare era soltanto una “frode”, screditando i molti scienziati che si erano interessati alle ricerche e sottolineando che “non fu ottenuta assolutamente nessuna reazione”.
Ma Eugene Mallove, con il suo intuito di vecchio volpone del MIT, riuscì ad ottenere una copia degli appunti di laboratorio originali degli esperimenti eseguiti. I dati dimostravanoclicca per ingrandire l’opposto, cioè che la frode era stata compiuta da chi aveva voluto far risultare bufala la FF (Foto a sx):
1- La reazione è ottenuta da un comune componente della normale acqua, molto abbondante e facile da estrarre;
2- La reazione produce Elio in forma gassosa e calore in eccesso;
3- Non viene emessa nessuna radiazione, o scarto tossico e radioattivo per l’ambiente e gli esseri viventi. Una caratteristica che rende istantaneamente obsoleti e inutili le centrali nucleari e tutte le ricerche sulla condotte sulla fissione e sulla fusione calda.
1994. Gli esperimenti condotti dall’MIT dimostravano che la Fusione Fredda era in grado di eliminare il fabbisogno sociale degli idrocarburi per la produzione di energia, ma il professor Deutch dichiarò al Presidente Bush che si trattava soltanto di una semplice frode!
Il maggio successivo, con grande sorpresa, il neo Presidente Clinton nominò il professor John Deutch Direttore della Central Intelligence Agency, la CIA!
1996. Ma nel 1996 una commissione scoprì una realtà tremenda, in seguito ammessa da Deutch: egli si portava a casa un’enormità di materiali sensibili che analizzava con i suoi personal computer connessi con la rete della Citibank di cui era uno dei dirigenti. Il suo comportamento diede origine ad un’azione giudiziaria che avrebbe potuto portare all’incriminazione per alto tradimento, ma… niente paura! Il giorno prima di rimettere il suo mandato il buon Clinton concesse a Deutch e ad altre 99 persone il Perdono Presidenziale. Tutto finito. Tutto Pulito.
1998. All’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, a Frascati, a seguito del lavoro del Prof. Giuliano Preparata viene redatto il “Protocollo innovativo per l’ ipercaricamento di catodi di Palladio con Idrogeno”. Viene cioè compreso che il processo di caricamento del Palladio, che durava settimane, è l’elemento critico, è la soglia da superare. Se il Deuterio, isotopo dell’Idrogeno, non arriva alla corretta concentrazione, il fenomeno di F.F. non può avvenire. Viene steso quindi un protocollo per la fase di caricamento che, attraverso una precisa procedura, ne garantisce il livello ottimale per ottenere la tanto agognata replicabilità del fenomeno FF.
1999. In tutto il decennio ‘89-’99 a livello mondiale la questione Fusione Fredda si insabbia, e viene dimenticata dalla comunità scientifica (almeno quella operante in ambito civile). Chiunque provi a lavorarci su diviene oggetto di un duro scherno e può venire addirittura rilevato dal posto che occupa. John Bockris fu, ad esempio, tra quelli che ‘pagarono’ di più questo spregevole atteggiamento dei colleghi. Un fenomeno psicologico assimilabile alla classica ‘aggressività del branco’ s’innescò tra gli accademici, che continuarono per anni la ‘guerra’ della derisione su chiunque nominasse la parola Fusione Fredda. Tanto fu che, i pochi che scelsero di non uniformarsi al gruppo e che vollero vederci chiaro fino in fondo, furono costretti a cambiare il nome al fenomeno fisico. I documenti scientifici relativi alla FF datati negli anni ‘90 si intitolano tutti più o meno così: “Analisi dell’eccesso di calore nel processo di caricamento del Palladio in elettrolisi di deuterossido di Litio ed acqua deuterata”. In pratica: “Calorimetria della Fusione Fredda”.
2000. Muore Giuliano Preparata, pochi mesi dopo aver scritto la prefazione del libro di Roberto Germano: “Fusione Fredda: moderna storia d’inquisizione e alchimia” – Ed. Bibliopolis. Un testo che ricalca molto bene ed in dettaglio tutti gli avvenimenti che hanno coinvolto la storia della FF.
2001. Il Nobel Carlo Rubbia, allora presidente dell’ENEA, decide di porre fine alla diatriba e commissiona un esperimento ad un gruppo di ricercatori fra cui il Prof. Emilio Del Giudice, un grande amico di Giuliano Preparata, ed altri scienziati come Antonella De Ninno e Antonio Frattolillo, che già lavoravano con Preparata. Questo esperimento, ovvero la rilevazione di produzione di Elio-4 e la successiva correlazione con gli eccessi di calore rilevati, avrebbe definitivamente fugato ogni dubbio in proposito all’origine nucleare della FF. Se si fosse rilevata effettivamente produzione di 4He contestualmente alla produzione di calore in eccesso, essa sarebbe stata l’inconfutabile e definitiva prova che la reazione di fusione avviene realmente.
2002. Alla fine del 2002 il gruppo dell’ENEA arriva a produrre il Rapporto-41. Un documento che effettivamente conferma la reale natura nucleare della FF. Purtroppo, ed inspiegabilmente, Rubbia dapprima convoca gli scienziati per raccoglierne i risultati, anzi, addirittura si prodiga in prima persona per stendere alcuni dettagli del rapporto, ma poi sparisce nel silenzio totale. Anche la stessa direzione dell’ENEA ignora le richieste di contatto dei ricercatori. Sul sito dell’ENEA di Frascati compare la seguente dicitura: “I risultati (positivi) delle attività relative al progetto “Nuova Energia da Idrogeno” , svolte nell’ambito dell’Unità Tecnico Scientifica FUSIONE, sono stati raccolti nel rapporto tecnico ENEA RT2002/41/FUS. Per l’anno 2003 non sono stati assegnati finanziamenti ulteriori per cui non sono previsti ulteriori sviluppi”. Carlo Rubbia non si fa più sentire. Lascerà poi la presidenza dell’ENEA nel 2005.
2003. A questo punto, siamo in piena estate 2003, oltreoceano un evento scientifico cambiò in qualche modo lo scenario di cui parliamo: la “Conferenza internazionale sulla Fusione Fredda” tenutasi a Boston. Qui, Vittorio Violante, membro del gruppo Del Giudice-De Ninno, ed altri ricercatori di istituti che avevano utilizzato i materiali messi a punto dall’Enea presentarono i positivi risultati raggiunti. Questi ed altri risultati, presentati da altri gruppi di prestigio internazionale, convinsero alcuni accademici americani a sottoporre nuovamente la questione al Department of Energy americano (DOE), affinché svolgesse nuove verifiche. Così, insigni esperti del DOE effettuarono un’ampia analisi dei dati disponibili in letteratura, in seguito alla quale proposero un confronto dal vivo con alcuni esperti. In sostanza un vero e proprio ripensamento, nel quale il DOE, per non dover ammettere con evidenza di aver sbagliato in pieno, camuffa come «approvazione di un processo di revisione». Cioè la presa d’atto che la situazione è oggi diversa da quella iniziale del 1989, e che il lavoro fatto nei quindici anni successivi dai vari laboratori di ricerca, come quello dell’ENEA, ha cambiato i termini della questione.
2004. Confronto che si tenne nell’agosto 2004 a Washington, dove 5 scienziati americani e uno solo non americano, Vittorio Violante, discussero davanti ad una commissione di qualificati referee le ricerche effettuate e i risultati ottenuti. Quindi la commissione, dopo aver valutato per alcuni mesi la documentazione raccolta, emise finalmente una “sentenza”, nella quale si asseriva che “circa la metà dei referee riteneva che il fenomeno era da considerarsi un effetto reale, cioè non frutto di fantasia o di cattive misure, e che la materia meritava di essere studiata ne più ne meno che altre materie scientifiche”.
Parallelamente, in Italia, il 20 ottobre del 2004 il Ministero delle Attività Produttive, nella persona del dirigente Salvatore Della Corte, che per caso incappò sul sito dell’ENEA, incuriositosi, lesse il Rapporto41 e volle vederci chiaro. Convocò la Presidenza della divisione Fusione dell’ENEA e la Dott.ssa De Ninno per capire perchè l’ENEA non diede seguito al lavoro iniziato, dato che la rilevanza del risultato era notevole. Ma la direzione ENEA, a fronte di un’offerta di finanziamento, cercò addirittura di convincere il Ministero a finanziare altri settori. Poi, pur di non perdere tutti i soldi, accettò il finanziamento di 800.000€ per proseguire gli studi sulla Fusione Fredda, ma affida il lavoro non più a Del Giudice-De Ninno ma ad un altro gruppo, quello di Vittorio Violante.
2005. Grazie ad organizzazioni come l’International Conference of Condensed Matter Nuclear Science, o ad ISCMNS in cui gli scienziati di tutto il mondo che lavorano attivamente sulla Fusione Fredda si scambiano le informazioni relative al risultato del proprio lavoro, emerge una realtà impensata. Si sviluppano innumerevoli ‘variazioni sul tema’, e si scopre che il fenomeno della F.F. è ottenibile con diverse metodologie. Dal bombardamento diretto del Palladio per sputtering di ioni Deuterio o di neutroni, al processo di Gas-Loading (in cui il Deuterio è immesso in una camera contenente nanosfere di Palladio), al processo di stimolazione esterna tramite Laser Triggering (Violante), eccetera. Insomma, si apre una nuova scienza. Così come accadde agli inizi del 1900 quando Irwing Langmuir scoprì la ’surface chemistry’, la chimica delle superfici, che ha portato oggi, per esempio, a capire l’importanza dei catalizzatori nelle reazioni chimiche.
2006. Gli ultimi sviluppi del gruppo di Vittorio Violante hanno dimostrato che si è raggiunto un buon controllo, in laboratorio, del fenomeno.
Incomincia anche ad emergere una realtà nascosta: già da qualche anno, alcuni grandi gruppi industriali, oltre che Università ed Enti di ricerca pubblici in tutto il mondo, si stanno dedicando al fenomeno:ST Microelectronics, Pirelli Labs, EDF Electricitè de France, Energetics Inc., ENEL, ENEA, IFNF, Mitsubishi Heavy Industries, eccetera. I paesi più attivi, che fino all’anno scorso erano Italia e Giappone, stanno rischiando di vedersi rubare il know-how accumulato con tanto coraggio e determinazione in questi 20 anni di fatiche ‘contro corrente’ da paesi come la Cina, che prevede ingenti stanziamenti nel settore energetico o, ironia della sorte, dagli USA, primi e pesanti fautori della tesi della bufala.
Oggi la verità, lentamente, sembra venire a galla e anche i media incominciano ad interessarsi alla questione. Di Ottobre 2006 è un servizio di Rainews24, ad opera del giornalista Angelo Soso. Il video è scaricabile anche online, sia pure a bassa qualità.
Fonte: http://www.stampalibera.com/