Lettera apparsa sul giornale
Il piccolo , 26 gennaio 2009 – pagina 20, sezione TRIESTE

Sono stato colpito nel 2003 da un melanoma, diagnosticato dal Policlinico di Modena e dall’ospedale di Padova, inoltre l’apposita commissione per l’invalidità civile di Trieste mi aveva dichiarato inabile al 100%. Mi sono rivolto al dottor Nacci il quale, con molta disponibilità e onestà, mi ha sottoposto a una cura naturale fitoterapica con adeguata dieta alimentare. Dopo alcuni anni di detta terapia le mie analisi non hanno più rilevato alcuna traccia di melanoma e la commissione di cui sopra mi ha poi considerato abile al 100%.

Non mi sarà però più possibile proseguire con dette cure in quanto il dottor Nacci è stato sospeso dall’Ordine dei medici che gli contesta i metodi di cura. Questo severo provvedimento fa seguito a una precedente sospensione di due mesi decisa dallo stesso Ordine qualche anno fa, poiché il dottor Nacci non aveva preventivamente chiesto l’autorizzazione a creare un proprio sito Internet.

È molto singolare che ciò che costituisce oggetto di dure critiche da parte dell’Ordine dei medici di Trieste, sia invece considerato d’alto contenuto scientifico da prestigiosi organismi, quali le Università di Graz e di Padova che hanno conferito al dottor Nacci ambiti riconoscimenti. La grave decisione dell’Ordine dei medici toglie la libertà, sancita dall’art. 32 della Costituzione, di poter scegliere la cura che ognuno ritiene più appropriata; infatti, nonostante gli ottimi risultati finora ottenuti, potrei ora essere costretto a ricorrere a delle terapie (chemioterapiche o altro) che non sono certamente esenti da rischi. Tra i tanti amici e conoscenti scomparsi a seguito di cure chemioterapiche, cito soltanto due casi a me vicini. Mia moglie, Marialuisa Bevilacqua, è stata per tanti anni in cura da medici dell’Istituto tumori di Milano però, dopo una chemioterapia da loro consigliata (costataci nel 1989 25 milioni di lire perché eseguita privatamente per motivi di urgenza), è deceduta dopo otto mesi. E ancora mia nipote che, dopo l’operazione per tumore all’esofago, è stata sottoposta a una chemioterapia a scopo preventivo e dopo soli due anni è scomparsa per metastasi all’età di 43 anni.

Ervino Abbà

Fonte: http://scienzamarcia.blogspot.com