di
Felice Capretta
Perdita record per Royal Bank of Scotland, che chiude il 2008 con la peggiore perdita della storia per un’azienda britannica .
Il buco è da 24,1 miliardi di sterline pari a circa 27 miliardi di euro, senza contare le garanzie statali per 325 miliardi di sterline di asset incerti.
Lo Stato infatti assicurerà circa 325 miliardi di sterline di asset rischiosi accollandosi perdite fino al 90%. In pratica, sono gli inglesi con le loro tasse a pagare la fregatura. Tanto per cambiare. Saranno molto felici.
In cambio, la banca verserà all’erario 6,5 miliardi di sterline l’anno. Li troverà, forse, con la cessione di risorse in tutto il mondo – la nuova strategia sarà concentrata sul mercato locale.
Come se non bastasse, lo stato, che già detiene circa il 70% del capitale dell’istituto, apporterà altri 13 miliardi di sterline di capitale aggiuntivo sotto forma di azioni speciali. Che però non faranno crescere la partecipazione pubblica e non porteranno quindi a una nazionalizzazione totale di Rbs.
Resta da vedere se gli inglesi, notoriamente meno bambascioni (l’espressione da tamarro è fortemente voluta, mi scusino i lettori avvezzi al nostro raffinato tasteggio caprino) degli italiani, ingoieranno anche questa o preferiranno lanciare pomodori verso il parlamento e la corona.