La Rete, per ragioni meramente tecniche, è il solo media sfuggito alla smania di controllo dell’arcinoto potere elitario e questo ha sempre rappresentato un serio limite per l’avanzamento dell’oscuro progetto in corso. Progetto che qualcuno vorrebbe attuare senza complicazioni, strisciando silenzioso, grazie al frastuono del tanto celebrato "dio televisore". La questione ha assunto carattere di urgenza e i tentativi di "zittire" la rete sono già stati diversi. La proposta di legge è pronta. Il pretesto generale è quello di bloccare la diffusione di pensieri e filmati volti a fomentare disordine sociale e a istigare violenza. Come se, il prodotto dell’idiozia di qualche "smanettone deviato" disperso nel mare magnum della blogosfera, potesse minacciare il comune buon senso o influenzare più dei palinsesti televisivi a cui ci hanno abituati.

Ricordiamoci che oggigiorno un ragazzo di appena 15 anni ha già assistito mediamente a circa 250.000 scene di violenza gratuita provenienti dai suoi "programmi preferiti". Programmi sviluppati accuratamente da chi segue la legge del profitto e specula sulle necessità (create ad hoc) di un pubblico assuefatto e disinformato. Programmi concepiti come vere e proprie armi, "armi di distrazione di massa", il cui raffinato sistema è abbondantemente collaudato. Stordire con assurde ripetizioni, pilotare l’attenzione, spettacolarizzare le banalità, instillare paura e ideologie separatiste sono ormai le uniche funzioni dei media. Per non parlare della qualità dell’informazione, manipolata e assemblata secondo le direttive di fantomatiche corporations che poco hanno a che fare con verità e democrazia.

Il Web, oggi al centro di numerose polemiche, è uno strumento libero che non ha mai necessitato di alcuna regolamentazione e non è certo intervenendo sulla libertà di diffondere i pensieri e le idee dei suoi utenti che si arresterà l’ondata di malessere che sta percependo il paese. Risulta, tra l’altro, oggettivamente complesso definire quale sia il limite, il confine tra lecito e illecito e soprattutto su quali parametri si potrebbe basare un’eventuale censura di internet. Sono davvero prossimi i tempi in cui non si godrà più della legittima libertà di espressione? Chi tenterà di opporsi alle iniziative del sistema (anche con un articolo di denuncia) verrà considerato "nemico pubblico"? Sono queste le avvisaglie di una democrazia ormai in decomposizione? Pare che il progressivo smembramento della costituzione stia avanzando a pieno ritmo.

Il Sen. D’Alia, tutta la rete si porta via! by byoblu

D’Alia by alemaugil1

Fonte: http://coscienzaevoluta.blogspot.com/