di

Claire Gatineau

 

Articolo apparso nel numero del 27.02.09 di

La crisi economica e finanziaria in corso degenererà in violente esplosioni sociali?
In Europa, negli Stati Uniti o in Giappone, la guerra civile è per domani?
È la previsione un po’ allarmante che hanno elaborano gli esperti del LEAP/Europa 2020, un gruppo di riflessione europeo, nel loro ultimo bollettino di metà febbraio.
In questo bollettino viene affermato che nel quarto trimestre 2009  la crisi entrerà in una fase “di smembramento geopolitico mondiale"; gli esperti prevedono un “ si salvi chi può" nei paesi più colpiti dalla crisi. Il crollo dei mercati si concluderà con il caos sociale e rivolte popolari, in altre parole, con una sorta di guerre civili. “Se il vostro paese o regione è in una zona dove circolano in maniera massiccia armi da fuoco (fra i principali paesi, solo gli Stati Uniti sono in questo caso), indica la LEAP, allora il migliore mezzo per fare fronte allo smembramento è di lasciare la vostra regione, se ciò è possibile".
Secondo questa associazione, composta da collaboratori indipendenti dal punto di vista politico ed economico, e professionisti provenienti da diversi settori, le zone più pericolose sono quelle in cui il sistema di protezione sociale è la più bassa.
La crisi sarebbe così in grado di suscitare violente sommosse popolari, la cui intensità sarebbe aggravata da una libera circolazione delle armi da fuoco.
L’America latina, ma anche gli Stati Uniti sono le zone a maggior rischio. “Ci sono 200 milioni di armi da fuoco in circolazione negli Stati Uniti, e la violenza sociale si è già manifestata attraverso le gang", ricorda Franck Biancheri, alla testa dell’associazione. Gli esperti del LEAP del resto individuano già fughe di popolazioni degli Stati Uniti verso l’Europa, “dove il pericolo fisico diretto resterà marginale", secondo loro.

FARE DELLE PROVVISTE

Oltre a questi conflitti armati, la LEAP dà l’allarme sui rischi di penuria possibili d’energia, di prodotti alimentari, d’acqua, nelle regioni dipendenti dall’esterno per il loro approvvigionamento e consiglia di fare riserve. Questa prospettiva apocalittica potrebbe fare sorridere se questo gruppo di riflessione non avesse, fin dal febbraio 2006, predetto con un’esattezza sconcertante l’inizio ed il concatenamento della crisi. Tre anni fa, l’associazione descriveva così l’arrivo “di una crisi sistemica mondiale", iniziata da un’infezione finanziaria globale legata all’eccessivo indebitamento finanziario americano, seguita dal crollo borsistico, in particolare in Asia e negli Stati Uniti (da – 50% a – 20% in un anno), quindi dello scoppio dell’insieme delle bolle immobiliari mondiali nel Regno Unito, in Spagna, in Francia e nei paesi emergenti. Tutto ciò causava una recessione in Europa e “una Grande Depressione" negli Stati Uniti.

Dobbiamo concludere che la crisi mondiale può trasformarsi in guerra mondiale? “Le previsioni di LEAP sono estreme, ma la violenza sociale è là", ammette Laurence Boone, economista da Barclays.

Resta una speranza, “un’ultima possibilità", secondo la LEAP, che risiederebbe nella capacità del G20, che si riunirà il 2 aprile a Londra, di stabilire un piano d’azione “convincente ed audace". In questo caso, tuttavia il mondo non sarebbe completamente al sicuro, poiché gli esperti non trascurano di ricordare che si profila anche una grave crisi climatica…

traduzione di Giuditta

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Fonte edizione italiana: http://tuttouno.blogspot.com