DI JEAN-CLAUDE PAYE
Réseau Voltaire
Mentre le opinioni pubbliche si trastullano davanti al nuovo presidente degli Stati Uniti, il pimpante Barack Obama, continua il processo di assorbimento dell’Unione Europea nello spazio economico e giuridico statunitense. Il sociologo Jean-Claude Paye osserva la progressiva costruzione dell’impero trans-atlantico e la volontà dei suoi promotori di mercanteggiare le libertà individuali.
Nei paesi membri della vecchia Unione Europea, l’Europa dei 15, la questione della sovranità esterna è stata regolata a partire dalla fine della Seconda Guerra mondiale. Generalmente occupati dall’esercito statunitense e membri della NATO, questi paesi hanno trasferito la loro prerogativa sovrana, di fare la guerra e di assicurare la propria difesa, all’esecutivo statunitense. L’attuale fase delle relazioni tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti è particolare. Consiste nell’abbandono della sovranità interna dei paesi membri dell’Europa dei 27. Grazie all’egemonia del diritto degli Stati Uniti sul suolo europeo, l’esecutivo USA esercita un potere diretto sui popoli europei. Attraverso numerosi accordi, questa sovranità è legittimata dalle istituzioni dell’Unione.
L’instaurazione di una sovranità interna dell’esecutivo statunitense sui paesi del vecchio continente porta alla formazione di una nuova forma di Stato, alla messa in opera di una struttura imperiale a guida americana. Si tratta di una forma di organizzazione stabile che differisce fortemente dalla situazione precedente. Nel caso in cui gli Stati Uniti disponessero della sola sovranità esterna nei paesi europei, sarebbe possibile un ritorno indietro parziale o profondo senza una rivoluzione sociale, come è attestato dal ritiro della Francia, effettuato da Charles De Gaulle, dal comando della NATO. Un tale tentativo di indipendenza di un potere costituito europeo non sarebbe più pensabile se gli Stati Uniti esercitassero un controllo diretto sulle popolazioni dell’antico continente.
Un grande mercato trans-atlantico all’orizzonte del 2015
Una risoluzione del Parlamento europeo del maggio 2008 opera una legittimazione del progetto di creazione di un grande mercato trans-atlantico per il 2015 [1]. Essa prevede l’eliminazione delle barriere al commercio, di tipo doganale, tecnico o regolamentare, così come la liberalizzazione dei mercati pubblici, della proprietà intellettuale e degli investimenti. L’accordo prevede una progressiva armonizzazione dei regolamenti e soprattutto il mutuo riconoscimento delle regole in vigore sulle due coste dell’Atlantico. Nei fatti, sarà il diritto statunitense a venire applicato.
Parallelamente ai negoziati sull’esistenza di un grande mercato, si sono sviluppate discussioni discrete allo scopo di creare uno spazio comune di controllo delle popolazioni. Un rapporto segreto, concepito da esperti di sei Stati membri, ha stabilito un progetto di creazione di un’area di cooperazione trans-atlantica in materia di "libertà, di sicurezza e di giustizia", da adesso al 2014 [2]. Si tratta di riorganizzare gli affari interni e la Giustizia degli Stati membri "in rapporto con le relazioni esterne dell’Unione europea", sarebbe a dire essenzialmente in funzione delle relazioni con gli Stati Uniti.
Più ancora del trasferimento dei dati personali e la collaborazione dei servizi di polizia, processo già ampiamente realizzato, la posta in gioco nella creazione di questo spazio consiste, alla fine, nella possibilità di rimettere le competenze dell’Unione Europea alle autorità statunitensi. Ricordiamo che il mandato d’arresto europeo, che è il risultato della creazione di uno "spazio di libertà, di sicurezza e di giustizia" tra gli Stati membri, sopprime tutte le garanzie che offriva la procedura di estradizione. Il mandato di arresto riposa sul principio del riconoscimento reciproco. Considera come immediatamente conforme ai principi di uno Stato di diritto tutte le disposizioni giuridiche dello Stato richiedente. L’installazione di una tale area di cooperazione trans-atlantica farà sì che l’insieme dell’ordinamento giuridico statunitense sarà riconosciuto dai 27 e che le richieste di estradizione USA saranno, dopo semplici controlli procedurali, automaticamente soddisfatte.
Ora, negli Stati Uniti, il Military Commissions Act del 2006 [3] permette di perseguire o di imprigionare indefinitivamente qualunque persona designata come nemico dal potere esecutivo. Questa legge riguarda tutti i cittadini di paesi con il quale gi USA non siano in guerra. Si viene perseguiti come "nemico combattente illegale" non sulla base di elementi di prova, ma semplicemente perché si è stati nominati come tali dal potere esecutivo. Questa legge, di portata internazionale, non è stata contestata da alcun governo estero.
Grande mercato e controllo delle popolazioni
Il parallelismo tra la liberalizzazione degli scambi tra i due continenti e il controllo statunitense delle popolazioni europee è proseguito nel corso dei 13 anni che è durato il processo di negoziazione. Così, il 3 dicembre 1995, al vertice USA-UE di Madrid, fu firmata la "Nuova Agenda Trans-atlantica" con l’obiettivo di promuovere un grande mercato trans-atlantico, così come un piano d’azione comune in materia di cooperazione giudiziaria e delle forze di polizia. Mentre i negoziati in merito alla cooperazione di polizia furono continui, le discussioni tendenti alla creazione di un grande mercato subirono una battuta d’arresto. Furono abbandonate nel 1998. Bisognerà attendere il 2005 perché il progetto venisse riattivato da una dichiarazione economica, adottata in occasione del summit USA-UE del giugno 2005.
I progressi nella creazione di un grande mercato trans-atlantico si devono all’azione di un istituto euro-americano, il Transatlantic Policy Network. Fondato nel 1992, riunisce parlamentari europei, membri del Congresso degli Stati Uniti e imprese private e mira alla creazione di un blocco euro-americano a livello politico, economico e militare. E’ sostenuto da numerosi think tanks come l’Aspen Institute, l’European-American Business Council, il Council of Foreign Relations, il German Marshall Fund o la Brookings Institution. Viene alimentato finanziariamente da multinazionali americane ed europee come Boeing, Ford, Michelin, IBM, Microsoft, Daimler Chrysler, Pechiney, Siemens, BASF, Deutsche Bank, Bertelsmann …
Un importante elemento di questo "spazio di libertà, di sicurezza e di giustizia", il trasferimento generale dei dati personali, è in via di conclusione. Un rapporto interno redatto congiuntamente da negoziatori appartenenti al Ministero della Giustizia e al Dipartimento della sicurezza della patria [Departement of Homeland Security] per la parte americana e dal Coreper, un comitato di rappresentanti permanenti, per quanto riguarda l’Unione Europea, annuncia un accordo in questo senso per il 2009 [4].
Si tratta di favorire la trasmissione di dati di tipo amministrativo e giudiziario, ma anche relativi alla "difesa del territorio". I negoziatori si sono già accordati su 12 punti principali. In effetti, si tratta di rimettere permanentemente alle autorità americane una serie d’informazioni private, quali il numero della carta di credito, i dettagli dei conti bancari, gli investimenti realizzati, gli itinerari dei viaggi o le connessioni internet, così come le informazioni legate alla persona come la "razza", le opinioni politiche, le abitudini, la religione ….
Gli Stati Uniti inscrivono le loro esigenze nel contesto economico. Per loro, questo accordo si presenta come "un grosso affare, perché farà diminuire i costi per il governo USA nell’ottenere informazioni dall’Unione europea".
La posta in gioco non è trasmettere questi dati alle autorità USA, cosa già ampiamente realizzata, ma poterli affidare legalmente al settore privato. Si tratta di sopprimere ogni ostacolo legale alla diffusione delle informazioni e di garantire costi più bassi possibile. Prima di tutto bisogna assicurare la remuneratività del mercato.
Supremazia del diritto statunitense
I negoziatori europei hanno abbandonato il proprio diritto per quanto riguarda la necessità di un controllo indipendente ed hanno accettato i criteri americani. Ammettono che il potere esecutivo si sorveglia da sé stesso ritenendo che il sistema di controllo interno del governo USA offra sufficienti garanzie. Hanno accettato che i dati concernenti la "razza", la religione, le opinioni politiche, la salute, la vita sessuale, siano utilizzate da un governo a condizione "che le leggi locali forniscano protezioni appropriate". Ogni governo potrà decidere per se stesso se questa obbligazione viene rispettata oppure no.
Il processo che porta all’installazione di un grande mercato trans-atlantico è l’opposto di quello della costruzione dell’Unione europea. Il mercato comune europeo è prima di tutto una struttura economica basata sulla liberalizzazione degli scambi di merce. Il grande mercato trans-atlantico si appoggia sulla supremazia del diritto USA. E’ prima di tutto una costruzione politica, viene evocata anche la creazione di una Assemblea trans-atlantica. L’esercizio di sovranità delle autorità statunitensi sulle popolazioni europee e la legittimazione di questo potere da parte dell’Unione sono la condizione per porre in essere nuovi rapporti di proprietà e di scambio: trasformare i dati personali in merce e liberare questo grande mercato da ogni ostacolo.
Titolo Originale: Le futur grand marché transatlantique
Fonte: voltairenet.org
Link: http://www.voltairenet.org/article159047.html
04.02.2009
Scelto e tradotto per Comedonchisciotte.org da MATTEO BOVIS
NOTE
[1] Parlamento europeo, "Risoluzione del Parlamento europeo sulle relazioni trans-atlantiche", B6-0280/2008, 28 maggio 2008.V
[2] Rapporto dell’Informel, Hight Level Advisory Group on the Future European Affairs Polcy (Future Group), « Freedom, Security, Privacy. European Home Affairs in a Open World », Giugno 2008, p. 10, paragrafo 50.
[3] Military Commissions Act of 2006
[4] Consiglio dell’Unione Europea, « Note from Presidency to Coreper, Final Report by EU-US Hight Level Contact Group on information sharing and privacy and personal protection », 9831/08, Bruxelles, 28 maggio 2008.