di
Massimo Mazzucco
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In questi giorni di duro dibattito sul cancro, è anche giusto cercare di definire meglio le posizioni della medicina ufficiale. Che cos’è, esattamente il cancro? Esistono cure valide, almeno per una parte dei tumori? Che cosa deve fare una persona che si ritrovi da un giorno all’altro con questa terribile Spada di Damocle sulla testa, e giustamente non se la senta di affidarsi alle terapie improvvisate o poco collaudate degli alternativi? Per avere queste risposte siamo andati su un sito “doc” della moderna oncologia, quello della AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro), che vanta addirittura articoli “conformi ai principi HONcode”. Che sarebbe come leggere la Bibbia in una versione autorizzata direttamente dal Rabbino di Gerusalemme. Abbiamo scelto una pagina a caso, “il tumore alla prostata”, ma tutto il sito sembra impostato sullo stesso tenore di serietà e di accuratezza scientifica, per cui torneremo al più presto a visitarne anche altre. (In corsivo gli estratti della pagina visitata). Cos’è il tumore alla prostata La prostata è una ghiandola presente solo negli uomini che, in condizioni normali, ha le dimensioni di una noce. È situata dietro l’intestino e avvolge il canale deputato al trasporto di urina (l’uretra). Avvolge? Avete mai visto una noce che “avvolge” qualcosa? Boh. Però in compenso sappiamo con precisione dove localizzarla, poichè si trova “dietro all’intestino”. Tra i suoi compiti c’è quello di produrre e immagazzinare il liquido seminale rilasciato durante l’eiaculazione. Immagazzinare il liquido seminale rilasciato durante l’eiaculazione? Ecco perchè non ho mai avuto figli, ora capisco! Io ho sempre pensato che durante l’eiaculazione il seme finisse nel corpo della donna, e invece scopro ora che ce l’ho tutto nella prostata! Oh ragazzi, vent’ anni di scopate non sono pochi, compressi nello spazio di una noce… Dopo è chiaro che ogni tanto sono nervoso. Il tumore della prostata è provocato dalla crescita incontrollata di alcune cellule all’interno della ghiandola stessa. Vabbè, fin qui non ci piove. Che il tumore sia provocato dalla crescita incontrollata della cellula … … ormai lo sanno anche i bambini. Diffusione in Italia del tumore alla prostata Il vero e proprio tumore della prostata è meno comune di quanto si pensi: si stima che i nuovi casi in Italia siano circa 9.000 all’anno. E sarebbero pochi? Novemila persone a cui ogni anno parte di colpo una crescita incontrollata in una noce collocata dietro all’intestino! Secondo me quella è un’epidemia, altro che “poco comune”. Vuole dire che c’è un problema preciso, no? La sopravvivenza è comunque molto elevata e supera mediamente il 70 per cento dei casi a cinque anni dalla diagnosi. Questo d’accordo. Anche perchè ormai la diagnosi te la fanno già alle elementrari, per cui è chiaro che fino a 14 anni in qualche modo ci arrivi lo stesso. Possono venire interpretate come tumori prostatici anche varie forme di proliferazione anomala del tutto benigna. Perchè ci sono pure quelle? Non bastano le crescite anomale nella noce? Pure le “proliferazioni benigne” ci sono adesso? Ma cos’è, il corpo umano o il carnevale di Rio? Un ingrossamento, per esempio, non è necessariamente indice della presenza di un cancro, ossia di un tumore maligno. Questo è verissimo. Ultimamente, anche il Viagra è fortemente indiziato per questi ingrossamenti anomali. Anche in caso di cellule maligne, la crescita può essere così lenta da non costituire un pericolo reale. Infatti c’è gente che sta lì beata a guardarsi il cancro che cresce, convinta che sia solo un’erezione molto lenta. (E’ il famoso “Viagra Four-Seasons”. Lo prendi in Gennaio, trombi in Agosto, e ti va bene se ti sei sgonfiato prima di Natale). Si dice infatti che molti uomini muoiono con il tumore, ma non a causa di esso. Infatti, il tumore è un amico. E’ la metastasi che uccide. Avanti di questo passo, scopriremo che la morte provoca il cancro. Si parla correttamente di cancro della prostata quando le cellule invadono i tessuti circostanti e riescono a diffondersi anche ad altri organi dando origine a metastasi. Ferma ferma perchè mi sono già perso. Il tumore non era “la crescita incontrollata di alcune cellule all’interno della ghiandola”? Adesso invece se non escono e non invadono non è più un tumore? Boh. Chi è a rischio Ogni uomo che abbia compiuto i 45 anni di età viene considerato a rischio, perché il tumore della prostata insorge tipicamente dopo quell’età. Questo è un ragionamento da premio Nobel, non si scappa. Come dire: gli uomini che passano sotto i ponteggi vengono considerati a rischio perche di solito è a loro che cascano in testa i calcinacci. mentre è raro tra i giovani, come dimostrato da alcune statistiche: E beh, a ‘sto punto! Se il tumore insorge tipicamente dopo i 45, è lecito sospettare che il 18 enne possa anche stare relativamente tranquillo, no? Si ritiene, inoltre, che la maggior parte degli ottantenni presenti una forma di tumore della prostata, anche se molto spesso si tratta di malattie benigne. La maggior parte degli ottantenni. Gli 81 enni no, e i 79enni nemmeno. Praticamente, uno comincia a tremare a 45 anni, ma in realtà fino a 79,9 può stare tranquillo. Appena compie gli ottanta invece deve vivere con in mano la noce dal mattino alla sera, per evitare che gli parta il tumore. Se però supera indenne i 12 mesi, è a posto per sempre. Gli altri fattori di rischio noti, a parte l’età, sono una dieta ricca di grassi saturi e la presenza in famiglia di altri casi: per quest’ultima categoria il rischio è doppio rispetto alla popolazione generale. La presenza in famiglia di altri casi? Cioè, se in salotto mi dorme il nonno col tumore alla prostata, aumentano i rischi per me che dormo in soffitta? Inoltre, anche i geni sembrano avere un ruolo nell’aumento del rischio, soprattutto se all’interno della famiglia si sono già avuti altri casi: Come sarebbe, “anche” i geni? Cos’altro può rappresentare una causa “genetica” per il cancro, oltre ai geni? I temporali? Le nebbie? Le valanghe sul Monte Rosa? gli uomini che hanno la mutazione del gene BRCA1 o 2 (gli stessi implicati nel tumore del seno) hanno un rischio che è da 2 a 5 volte quello degli uomini con i geni non mutati. Questa riditemela perchè proprio non l’ho capita. Se un uomo ha una mutazione nel gene che causa il tumore al seno gli viene il cancro alla prostata? (Quindi, se una donna ha una mutazione al gene che causa il cancro alla prostata, le viene il tumore al seno?) Infine, sembra esserci un legame tra alti livelli di testosterone o di un ormono chiamato insulin-like growth factor 1 e un aumento di rischio. Pure? A ‘sto punto perchè non ci mettiamo anche i raffreddori, la gotta e il gomito della lavandaia? Tanto, il cancro abbiamo capito benissimo cos’è, quindi una causa in più o in meno non è che faccia una gran differenza. Tipologie La stragrande maggioranza dei tumori maligni (il 95 per cento dei casi) appartiene a un tipo noto come adenocarcinoma, ma esistono anche tumori cosiddetti a piccole cellule. A piccole cellule. Quindi il 95% dei tumori della prostata sono “a cellule grandi”. Ragazzi, la scienza non è acqua. Sintomi La maggior parte dei tumori della prostata viene scoperto tramite un esame rettale (in cui il medico attraverso il retto valuta manualmente la grandezza della ghiandola). Raffinatezze della scienza moderna: se il medico si ritrova in mano una noce di cocco, per prima cosa ti chiede se stai per compiere 80 anni. Tuttavia, quando ha già raggiunto una certa dimensione, la massa può causare alcuni sintomi tra i quali: difficoltà a iniziare a urinare, bisogno di urinare spesso, sensazione di non riuscire a urinare in modo completo, dolore mentre si urina o durante, sangue nelle urine o nel liquido seminale, impotenza, dolore alle ossa. Dunque, aspetta: difficoltà a iniziare, dolore mentre la fai, sensazione di non finire mai, e urgenza di ripetere la cosa? Non facciamo prima a descrivere l’inferno? Se questi sono i sintomi, quando il tumore esplode che cosa diventi? Un urlo ininterrotto a 4.000 decibel? Come l’allarme di certe macchine che non riesci a fermarlo nemmeno a martellate? È importante sottolineare che tutti questi disturbi possono derivare da molte malattie diverse, e che quindi la comparsa di uno o più di essi non è necessariamente indice della presenza di un tumore. Ecco, proprio adesso che cominciavo a capirci qualcosa… Insomma, se ho capito bene, fra le cause del cancro non possiamo escludere nemmeno il vaiolo, a questo punto? In ogni caso è opportuno riferirli al medico. Che cosa? I “disturbi”, o direttamente gli insulti? Prevenzione L’unica forma di prevenzione possibile contro il tumore della prostata è basata sull’adozione di una dieta povera di grassi saturi di derivazione animale. Ma come? Io ho appena finito di cacciare il nonno a pedate nel culo, perchè mi domiva in salotto col tumore! E ora mi dite che non è servito a niente? C’è molta discussione tra gli esperti sull’opportunità di sottoporre tutti gli uomini sopra i 50 anni alla misurazione del PSA, indipendentemente dalla presenza di sintomi. Questo è niente. Vedrai quando li sottoporranno anche al test del papilloma virus. – Scusi dottore, ma io veramente sarei un uomo! Non ho mica l’utero… – Non si sa mai. Le può sempre venire. Si ricordi, prevenire è meglio che combattere. Molti oncologi sono favorevoli, ma la letteratura scientifica in materia è contraria. Dal che si deduce che normalmente gli oncologi leggano l’Intrepido, mentre la letteratura scientifica la danno da leggere ai carcerati, che di solito ottengono in cambio una buona riduzione della pena. […] La ragione è semplice: diversi studi hanno dimostrato che, data la particolare natura del tumore della prostata, che si espande molto lentamente, spesso il PSA identifica forme che non avrebbero dato segno di sé durante la vita del paziente. Perchè, c’è anche il rischio che il tumore ti venga da morto? Ciò significa sottoporre molti uomini all’asportazione della ghiandola, con le conseguenze relative di incontinenza e impotenza che spesso seguono l’intervento, quando in realtà il tumore identificato non sarebbe stato in grado di fare danni nell’arco della vita del soggetto. Appunto. Mentre la prostata nella tomba la usi tutti i giorni. Prima e dopo i pasti. Diagnosi […] Se uno di questi test risulta positivo viene consigliata una biopsia, che è l’unico esame in grado di dimostrare con certezza la presenza di cellule maligne. Di solito la biopsia viene effettuata tramite una sonda che si inserisce nel retto e che, grazie alle fibre ottiche o agli ultrasuoni emessi, permette di vedere la ghiandola e di scegliere così la parte più adatta per il prelievo di cellule sospette. Se invece non hai la fibra ottica cosa fai, vai alla spera in dio? Muovi, pizzichi e strappi a caso, cercando di non portarti via tutto il pancreas in un colpo solo? Accade talvolta che la biopsia non sia risolutiva, per esempio perché il prelievo non è stato fatto bene: se i valori di PSA restano alti può essere opportuno ripetere l’esame dopo qualche mese. Appunto. Se ti ritrovi nel “forcipe” un occhio del paziente, capisci che forse il prelievo non è stato fatto bene, e ricominci daccapo. – Un pò più in basso, signorina. Un pò più in basso, e leggermente più a destra. No, troppo… quello è il mio ginocchio. Se l’analisi istologica non dà un responso sicuro, in genere si procede oltre con le indagini, per verificare la reale presenza e diffusione della malattia e impostare al meglio la cura. Se poi nemmeno le indagini danno risultati certi, puoi sempre provare con i tarocchi o con i fondi del caffè. Anche perchè abbiamo appena detto che ”la biopsia è l’unico esame in grado di dimostrare con certezza la presenza di cellule maligne”, giusto? Figuriamoci quindi se fosse stato un metodo approssimativo: tempo che ti hanno diagnosticato con certezza il tumore e sembri uno che ha passato un mese in campeggio dai chupacabras. Vengono così consigliati una TAC o una risonanza magnetica per controllare la prostata e i linfonodi vicini. Alcuni consigliano di rifare anche la patente e la carta di identità, già che ci sei. Sempre per non lasciare niente al caso, sia chiaro. Per alcuni viene ritenuta opportuna una scintigrafia dello scheletro . Il loro, o quello del nonno? No perchè scusate, eravamo partiti che cercavamo un tumore in una noce, e adesso siamo già alla scintigrafia dello scheletro? E poi? Un’occhiatina agli scarponi da sci non vogliamo dargliela, a questo punto? Infine, può essere il caso di asportare chirurgicamente uno o più linfonodi, per verificarne la compromissione. Alèèè, tanto paga la mutua! Già che ci sei prenditi tutto il nonno e facciamola finita, no? Almeno così sei sicuro di non sbagliare. – Come è morto tuo nonno? Di cancro? – No, di biopsia. L’ha strappato via la pinza di un bulldozer, mentre era seduto in salotto che guardava la partita. Si è portata via anche la poltrona, il tappeto e il gatto che è rimasto attaccato. Però fra tre mesi ci dicono se il nonno era maligno. Evoluzione Una volta definito il tipo di tumore attraverso un esame istologico (cioè del tessuto ottenuto con una biopsia) viene fatta la cosiddetta stadiazione, cioè un’analisi che consente di definire l’aggressività della neoplasia: in base al risultato si imposterà un differente approccio terapeutico. Traduzione: se del nonno è rimasto ancora qualcosa, ci si mette ordinatamente in fila per dividersi i resti senza azzuffarsi. Prima la chirurgia, che asporta eventuali pezzi di organo ancora funzionanti, poi la chemio, che mi riduce quello che resta del nonno a uno straccio bagnato, e infine la radio, che incenerisce il tutto collegata direttamente al totalizzatore del flipper dell’ospedale. Sovente gli anatomopatologi utilizzano un punteggio noto come scala di Gleason, che va da due (tessuto praticamente normale) a dieci (tessuto molto trasformato, tumore assai invasivo) e, in generale, si può dire che tanto maggiore è il punteggio tanto peggiore è la prognosi. GIURO che non avevo ancora letto il paragrafo seguente! Per facilitare il compito dell’oncologo, inoltre, accanto alla classificazione istologica se ne compie spesso una clinica: il tumore può così rientrare in uno dei quattro gradi principali: 1 Già morto. 2 Muore oggi. 3 Muore in settimana. 4 Non arriva a Natale. (Quelli che superano il Natale prendono direttamente 3 anni di sopravvivenza nelle statistiche ufficiali, più altri due di bonus sottobanco, se arrivano barcollando fino a Pasqua. A quel punto entrano direttamente nel Guinness dei più Sfigati della Storia Umana, perchè sono gli unici a cui viene di colpo la recidiva alle gengive, dopo che gli avevano già asportato tutto il palato). grado I: il tumore non può essere sentito con un’ispezione digitale; viene rivelato tramite un valore anomalo di PSA o in modo accidentale, durante un altro esame; Classico il caso in cui vai a toglierti un dente e ti casca fuori una noce di cocco sospetta. Il tasso di sopravvivenza a cinque anni, un indice che non considera queste differenze ma descrive la sopravvivenza generale, è attualmente del 70 per cento. La “sopravvivenza generale” comprende anche i monconi umani che strisciano a terra trascinandosi sui gomiti? Come si cura Ah, ma allora ditelo subito che si cura! Mi fate morire di paura, e adesso mi dite che non c’era motivo di preoccuparmi! Siete dei bei mascalzoni, dottori miei. Va beh, vi perdono dài. L’importante è sapere che siamo sempre in buone mani. Vediamo quindi questa cura. Chirurgia, è uno dei trattamenti più consigliati e consiste nella rimozione di tutta la ghiandola (prostatectomia radicale) con un’incisione tra lo scroto e l’ano (approccio perineale) oppure nella parte inferiore dell’addome (approccio retropubico). Cioè, praticamentre ti segano dal ginocchio alla gola. Così sono capace anch’io a curarti. Piero? Vuoi che ti “curi” quel bruttissimo carcinoma alla bocca dello stomaco? Girati, che ti faccio un “approccio retropubico”, e poi ti collego direttamente le caviglie alle orecchie, così tutto il resto lo buttiamo via e sei guarito. In genere viene praticata quando il tumore è ancora di dimensioni ridotte, oppure nelle fasi molto avanzate, per alleviare i sintomi. E quando è intermedio? Non intervengono? E’ troppo tardi per portargli via solo mezzo intestino, ma non si lamenta ancora abbastanza per “alleviarlo” del tutto? Insieme alla ghiandola di solito vengono asportati alcuni linfonodi, al fine di definire l’esatta espansione delle cellule maligne. E ti pareva. – Sono due etti e mezzo signora, lascio? – Ma si Gino, lasci. Tanto a mio marito i linfonodi non servono. Non ha ancora nemmeno imparato ad allacciarseli. Nonostante l’intervento di per sé sia considerato sicuro, comporta spesso conseguenze gravi quali l’impotenza e l’incontinenza, soprattutto quando il paziente ha un’età avanzata. Minchia, chissà gli interventi “insicuri” cosa comportano. Infarto, catalessi e paresi spastica per i più fortunati? Di recente è stata messa a punto anche una tecnica cosiddetta “di risparmio dei nervi”, che cerca di non ledere i nervi che regolano l’erezione e che scorrono accanto alla prostata, innervando l’uretra; Praticamente, rimane soltanto l’uccello duro, vuoto dentro, con attorno un fascio di nervi? La radioterapia viene proposta di solito ai pazienti più anziani perché comporta meno rischi di conseguenze negative rispetto alla chirurgia, almeno per quanto riguarda l’incontinenza urinaria. Cioè, i pazienti giovani devono sempre rischiare il massimo, se no a curarli non c’è gusto? Anch’essa dà i risultati migliori quando il tumore non è troppo avanzato. Anche il Campari Soda, volendo, dà i risultati migliori quando il tumore non è troppo avanzato. Se poi non ti è ancora venuto, la radioterapia sfiora il 100% dei successi. Accanto alla radioterapia tradizionale oggi viene anche praticata la cosiddetta brachiterapia, cioè una radioterapia generata all’interno dell’addome grazie all’inserimento di grani di materiale radioattivo direttamente nella prostata; può essere attuata solo nelle prime fasi del tumore; Avete notato quelle specie di lucciole giganti, che si aggirano nella notte e sembrano lanciare nel buio delle sottili spade luminose? Non sono lucciole, sono i brachiterapici, che pisciano direttamente un getto fosforescente di uranio 386. Per questo uno dei modi di combattere un tumore prostatico è l’annullamento degli effetti degli androgeni. Tale scopo si può raggiungere in diversi modi: con l’asportazione dei testicoli, … Anche i francesi usavano una terapia simile per “combattere” il cancro al cervello: gigliottinavano i pazienti prima ancora che si ammalassero. Queste cure sono gravate da molti effetti collaterali: portano sempre all’impotenza e alla perdita di desiderio sessuale e, in più, possono causare la crescita delle mammelle (ginecomastia), dare vampate di calore, osteoporosi e perdita di tono muscolare; Ecco dove li prendono, i domatori del Circo Togni! Sono tutti “guariti” da un tumore alla prostata. Flaccidi, isterici, impotenti, con le mutande di leopardo strette strette sull’unica palla sudaticcia che gli è rimasta, gonfia come un melone. Watchful waiting, con questo termine anglosassone si indica un atteggiamento di attesa attenta che, in alcuni casi, può essere la scelta più intelligente. Ogni procedura comporta infatti rischi e conseguenze, che possono rivelarsi anche inutili se il tumore, all’esame bioptico, si rivela a crescita molto lenta. Watchful waiting. Fantastico. Adesso c’è anche il wu-wei oncologico. Guarda il tumore, incrocia le dita e fai finta di niente. Cento anni di scienza hanno dato i risultati che ci aspettavamo. Quindi, riassumendo: il tumore alla prostata è una crescita incontrollata dentro a una noce che sta dietro all’intestino, che di solito il dottore ti scopre toccandoti il culo mentre ti visita la lingua, che si conferma con una sana scintigrafia allo scheletro, e che va comunque rimossa immediatamente, anche se spesso si ammala solo dopo la morte. Però se stai fermo e non fai niente forse ti va di culo e muori di qualcos’altro. Fonte: www.luogocomune.net |